Blog

Ristretto, lungo o corto. Ognuno di noi ha le sue preferenze in fatto di caffè. A volte, però, ordinare l’uno piuttosto che l’altro non dipende solo […]

Cari Coffee Lovers, sappiamo che tra voi ci sono amanti del fai da te! Nelle scorse settimane, infatti, vi abbiamo raccontato come preparare un profumo per […]

Venezia, la città delle meraviglie: qui la pietra incontra l’acqua, lo scintillio dei colori avvolge calle e piazze, gli occhi si perdono tra gondole, ponti e […]

Un menu non descrive solo i piatti e le bevande disponibili, ma racconta al cliente del bar che emozioni proverà degustando quel piatto o quella bevanda. […]

Se siete tra coloro che appena sentono il profumo del caffè si risvegliano, se vi brillano gli occhi e vi viene l’acquolina in bocca non appena […]

Una scuola aperta a tutti, dove qualità e accessibilità si uniscono per garantire, sia a baristi che a coffee lovers, un’offerta formativa valida e qualificante. È […]

«Solenne e paffuto, Buck Mulligan comparve dall’alto delle scale, portando un bacile di schiuma su cui erano posati in croce uno specchio e un rasoio.» Inizia […]

Si è soliti pensare al caffè come chiusura di un pasto o come ingrediente principale di un dessert, ma avete mai provato a utilizzarlo per realizzare […]

Il classico bicchierino di plastica è il simbolo di molte delle nostre pause caffè davanti alla macchinetta automatica: cinque minuti di relax, una piacevole chiacchiera con […]
WP_Query Object ( [query] => Array ( [paged] => 29 [post_type] => blog ) [query_vars] => Array ( [paged] => 29 [post_type] => Array ( [0] => post [1] => blog ) [error] => [m] => [p] => 0 [post_parent] => [subpost] => [subpost_id] => [attachment] => [attachment_id] => 0 [name] => [pagename] => [page_id] => 0 [second] => [minute] => [hour] => [day] => 0 [monthnum] => 0 [year] => 0 [w] => 0 [category_name] => [tag] => [cat] => [tag_id] => [author] => [author_name] => [feed] => [tb] => [meta_key] => [meta_value] => [preview] => [s] => [sentence] => [title] => [fields] => [menu_order] => [embed] => [category__in] => Array ( ) [category__not_in] => Array ( ) [category__and] => Array ( ) [post__in] => Array ( ) [post__not_in] => Array ( ) [post_name__in] => Array ( ) [tag__in] => Array ( ) [tag__not_in] => Array ( ) [tag__and] => Array ( ) [tag_slug__in] => Array ( ) [tag_slug__and] => Array ( ) [post_parent__in] => Array ( ) [post_parent__not_in] => Array ( ) [author__in] => Array ( ) [author__not_in] => Array ( ) [search_columns] => Array ( ) [ignore_sticky_posts] => [suppress_filters] => [cache_results] => 1 [update_post_term_cache] => 1 [update_menu_item_cache] => [lazy_load_term_meta] => 1 [update_post_meta_cache] => 1 [posts_per_page] => 9 [nopaging] => [comments_per_page] => 50 [no_found_rows] => [order] => DESC ) [tax_query] => WP_Tax_Query Object ( [queries] => Array ( ) [relation] => AND [table_aliases:protected] => Array ( ) [queried_terms] => Array ( ) [primary_table] => wp_posts [primary_id_column] => ID ) [meta_query] => WP_Meta_Query Object ( [queries] => Array ( ) [relation] => [meta_table] => [meta_id_column] => [primary_table] => [primary_id_column] => [table_aliases:protected] => Array ( ) [clauses:protected] => Array ( ) [has_or_relation:protected] => ) [date_query] => [queried_object] => WP_Post_Type Object ( [name] => post [label] => Articoli [labels] => stdClass Object ( [name] => Articoli [singular_name] => Articolo [add_new] => Aggiungi nuovo articolo [add_new_item] => Aggiungi nuovo articolo [edit_item] => Modifica articolo [new_item] => Nuovo articolo [view_item] => Visualizza articolo [view_items] => Visualizza gli articoli [search_items] => Cerca articoli [not_found] => Nessun articolo trovato. [not_found_in_trash] => Nessun articolo trovato nel cestino. [parent_item_colon] => [all_items] => Tutti gli articoli [archives] => Archivi articoli [attributes] => Attributi dell'articolo [insert_into_item] => Inserisci nell'articolo [uploaded_to_this_item] => Caricato in questo articolo [featured_image] => Immagine in evidenza [set_featured_image] => Imposta immagine in evidenza [remove_featured_image] => Rimuovi immagine in evidenza [use_featured_image] => Usa come immagine in evidenza [filter_items_list] => Filtra elenco articoli [filter_by_date] => Filtra per data [items_list_navigation] => Navigazione elenco articoli [items_list] => Elenco degli articoli [item_published] => Articolo pubblicato. [item_published_privately] => Articolo pubblicato privatamente. [item_reverted_to_draft] => Articolo ripristinato come bozza. [item_trashed] => Articolo cestinato. [item_scheduled] => Articolo programmato. [item_updated] => Articolo aggiornato. [item_link] => Link articolo [item_link_description] => Un link a un articolo. [menu_name] => Articoli [name_admin_bar] => Articolo ) [description] => [public] => 1 [hierarchical] => [exclude_from_search] => [publicly_queryable] => 1 [show_ui] => 1 [show_in_menu] => 1 [show_in_nav_menus] => 1 [show_in_admin_bar] => 1 [menu_position] => 5 [menu_icon] => dashicons-admin-post [capability_type] => post [map_meta_cap] => 1 [register_meta_box_cb] => [taxonomies] => Array ( ) [has_archive] => [query_var] => [can_export] => 1 [delete_with_user] => 1 [template] => Array ( ) [template_lock] => [_builtin] => 1 [_edit_link] => post.php?post=%d [cap] => stdClass Object ( [edit_post] => edit_post [read_post] => read_post [delete_post] => delete_post [edit_posts] => edit_posts [edit_others_posts] => edit_others_posts [delete_posts] => delete_posts [publish_posts] => publish_posts [read_private_posts] => read_private_posts [read] => read [delete_private_posts] => delete_private_posts [delete_published_posts] => delete_published_posts [delete_others_posts] => delete_others_posts [edit_private_posts] => edit_private_posts [edit_published_posts] => edit_published_posts [create_posts] => edit_posts ) [rewrite] => [show_in_rest] => 1 [rest_base] => posts [rest_namespace] => wp/v2 [rest_controller_class] => WP_REST_Posts_Controller [rest_controller] => [revisions_rest_controller_class] => [revisions_rest_controller] => [autosave_rest_controller_class] => [autosave_rest_controller] => [late_route_registration] => ) [queried_object_id] => [request] => SELECT SQL_CALC_FOUND_ROWS wp_posts.ID FROM wp_posts LEFT JOIN wp_icl_translations wpml_translations ON wp_posts.ID = wpml_translations.element_id AND wpml_translations.element_type = CONCAT('post_', wp_posts.post_type) WHERE 1=1 AND ((wp_posts.post_type = 'post' AND (wp_posts.post_status = 'publish' OR wp_posts.post_status = 'acf-disabled' OR wp_posts.post_status = 'mapped' OR wp_posts.post_status = 'needs_update')) OR (wp_posts.post_type = 'blog' AND (wp_posts.post_status = 'publish' OR wp_posts.post_status = 'acf-disabled' OR wp_posts.post_status = 'mapped' OR wp_posts.post_status = 'needs_update'))) AND ( ( ( wpml_translations.language_code = 'it' OR 0 ) AND wp_posts.post_type IN ('post','page','attachment','wp_block','wp_template','wp_template_part','wp_navigation','blog','product','product_variation','mc4wp-form' ) ) OR wp_posts.post_type NOT IN ('post','page','attachment','wp_block','wp_template','wp_template_part','wp_navigation','blog','product','product_variation','mc4wp-form' ) ) ORDER BY wp_posts.post_date DESC LIMIT 252, 9 [posts] => Array ( [0] => WP_Post Object ( [ID] => 68213 [post_author] => 5 [post_date] => 2020-02-20 06:09:57 [post_date_gmt] => 2020-02-20 05:09:57 [post_content] =>Ristretto, lungo o corto. Ognuno di noi ha le sue preferenze in fatto di caffè. A volte, però, ordinare l’uno piuttosto che l’altro non dipende solo da una questione di gusto, ma dal quantitativo di caffeina che pensiamo di ritrovare in tazzina.
“Prendo un caffè ristretto, bello concentrato, così inizio la giornata più attivo ed energico”. Dite la verità: lo avete pensato anche voi - almeno una volta - prima di entrare nel vostro bar di fiducia, la mattina, dopo una tremenda notte insonne. Ma è proprio così? Davvero il caffè ristretto è più “forte”? Ebbene, cari coffee lovers, in questo articolo vogliamo svelare alcune false credenze sul quantitativo di caffeina che c’è nel caffè ristretto, lungo o corto: vediamole insieme!Cosa determina la dose di caffeina nel caffè?
Caffè ristretto, lungo o corto: sarebbe semplice se la questione “caffeina” si esaurisse così e dipendesse solo dalla quantità di espresso in tazzina. In realtà, l’argomento è un po’ più complesso ed è giusto ricordare che sono tante le variabili che influenzano la percentuale di caffeina presente nella bevanda che gusteremo. Si tratta, infatti, di una serie di fattori che la condizionano lungo tutta la filiera, dalla piantagione fino al momento in cui il caffè giunge in tazza.
Solo per citarne alcuni, fra gli elementi che incidono da questo punto di vista c’è la tipologia di caffè, ad esempio: al mondo, infatti, esistono tantissime varietà di caffè arabica e robusta con differenze importanti anche per quanto riguarda il quantitativo di caffeina. Se la prima differenza, dunque, la troviamo proprio in piantagione, un altro aspetto da considerare è l’intensità della tostatura che, a seconda che sia più chiara o più scura, può influire sulla quantità di caffeina, anche se in misura minima. Allo stesso modo, anche il tipo di macinatura permette una minore o maggiore estrazione delle sostanze presenti.
C’è più caffeina nel caffè ristretto, lungo o corto?
![]()
Dopo questa breve premessa sui tanti aspetti che contribuiscono a determinare la percentuale di caffeina in un espresso, passiamo a un altro tema importante: il quantitativo di bevanda in tazzina. C’è più caffeina in un caffè lungo o corto?
Per prima cosa, però, chiariamo un quesito: caffè corto e ristretto sono la stessa cosa? In realtà, con “caffè corto”, in genere ci si riferisce al classico espresso (a questo proposito, avete letto il nostro articolo su come riconoscere il vero espresso italiano?).
Ora che abbiamo risolto questo dubbio, non ci resta che scoprire che cosa si intende con “caffè ristretto” e “caffè lungo”, e quanta caffeina hanno rispetto a quello corto.
Il caffè ristretto: un piacere più fugace con meno caffeina
Questa preparazione può essere definita come una variante “ridotta” del classico espresso, alias caffè corto, ed è perfetta per chi desidera una bevanda dal sapore intenso e dalla consistenza più densa e cremosa… Un piacere sicuramente più fugace, però, in confronto al caffè lungo. E sul piano della caffeina? Qui cadere in inganno è fin troppo facile, perché si potrebbe pensare che sia una versione più “concentrata” anche da questo punto di vista, ma non è affatto così. Nel caffè ristretto, infatti, c’è meno caffeina rispetto al caffè corto e al caffè lungo, in quanto la percentuale di questa sostanza è direttamente proporzionale al tempo di estrazione.
Il caffè lungo: come farlo nel modo corretto per non aumentare la caffeina
Il caffè lungo è spesso preferito da chi desidera assaporare il caffè con calma, concedendosi una piacevole pausa a colazione, dopo pranzo o durante un incontro con gli amici. Questa bevanda si presenta meno densa e corposa rispetto al caffè corto e al caffè ristretto, ma che dire dei livelli di caffeina? Per dare una risposta corretta, è necessario spiegare come andrebbe preparato un caffè lungo nel modo giusto.
Spesso, infatti, si finisce semplicemente con l’allungare il tempo di estrazione dalla macchina da espresso. In questo modo, però, il risultato non sarà ottimale: non solo si tenderà a compromettere il gusto della bevanda (rischiando di renderla poco piacevole), ma si aumenterà anche la dose di caffeina che, come dicevamo, è direttamente proporzionale al tempo di estrazione.
Un caffè lungo ben fatto, dunque, dovrebbe essere realizzato estraendo un normale caffè espresso e servendo a parte dell’acqua calda: così facendo, la bevanda manterrà un aroma perfetto e, allo stesso tempo, non conterrà una dose maggiore di caffeina.
Riassumiamo:
- Il caffè ristretto ha meno caffeina del caffè corto e del caffè lungo.
- Il caffè lungo, invece, presenta la stessa quantità di caffeina del caffè corto, se preparato con il procedimento corretto. Al contrario, se realizzato allungando i tempi di estrazione, avrà una percentuale di caffeina superiore al normale espresso.
Ora che conoscete la differenza tra caffè ristretto, lungo e corto, scoprite quanti caffè è possibile bere al giorno per non eccedere con le dosi di caffeina consigliate!
Cari Coffee Lovers, sappiamo che tra voi ci sono amanti del fai da te! Nelle scorse settimane, infatti, vi abbiamo raccontato come preparare un profumo per ambienti al caffè, e anche come creare cosmetici a base di caffè con le vostre mani.
Oggi vogliamo, invece, suggerirvi tre idee per dare nuova vita alla vostra vecchia caffettiera: dopo che vi ha accompagnato per tanto tempo, sarebbe un vero peccato buttarla, no?
Quindi, creatività alla mano!
Era una caffettiera, oggi è un vaso di piante
Uno dei modi più utili per ridare vigore a una vecchia caffettiera è trasformarla in un vaso per piante. Come fare? Semplicissimo!
Riempite di terriccio la parte dove solitamente “sale” il caffè, quella subito sotto il coperchio, e poi piantate i semi o le piantine, avendo cura di inserire bene le radici nella terra.
È ovviamente molto importante scegliere un terriccio adatto alle specie che volete veder crescere: per esempio, le piante grasse e quelle che ricadono leggermente verso il basso sono perfette per la “seconda vita” della vostra caffettiera.
Vi consigliamo anche di optare per piante che stanno bene al chiuso, e che non richiedono troppa luce né troppa acqua.
Soprammobili e mondi creativi

Se siete dotati di manualità, la caffettiera vecchia può diventare in un attimo una miniatura di qualsiasi cosa, a cui applicare dettagli con la colla a caldo, grande alleata di ogni vero appassionato del do-it-yourself.
Per esempio:
- una casetta a più piani con porta e finestre
- un torrione di un castello
- una costruzione per il presepe
Inoltre, la caffettiera può essere dipinta e decorata con il decoupage.
Questa idea farà innamorare i vostri bambini: perché non coinvolgere anche loro nella lavorazione?
Accendi la caffettiera con un click!
Chi tra voi vuole osare di più sappia che la caffettiera può trasformarsi in una lampada.
La lampadina potrà essere collocata in corrispondenza della valvola di sfiato del caffè, e poi la vostra lampada 100% homemade potrà essere accesa con un interruttore oppure collegando un filo alla presa di corrente.
Ci sono poi alcune varianti della moka-lamp dove la caffettiera può essere appesa a testa in giù dal filo che pende dal soffitto: un’idea di questo tipo starebbe benissimo anche in un locale o nella zona tinello, per dare un tocco davvero originale alla vostra casa.
Per creare il circuito, o collegare alla presa, consigliamo di chiedere l’aiuto di un esperto e di documentarsi attentamente.
Queste sono solo alcune idee per riutilizzare una caffettiera vecchia: ne avete altre da consigliare per sbizzarrirci con la creatività?
Venezia, la città delle meraviglie: qui la pietra incontra l’acqua, lo scintillio dei colori avvolge calle e piazze, gli occhi si perdono tra gondole, ponti e lanterne appese, e la suggestione del Carnevale attira ogni anno migliaia di visitatori.
Proprio a ridosso di questo evento unico al mondo, vogliamo raccontarvi la storia di uno dei locali storici più famosi di Venezia, celebre in tutta Italia, ma anche oltre i confini nazionali. Stiamo parlando del Caffè Florian in Piazza San Marco: si dice che sia il bar più antico del nostro Paese, ma alcune voci lo indicano addirittura come la caffetteria più antica del mondo.
Andiamo alla scoperta di questo luogo, tra realtà, racconti e tradizione.
Ospiti illustri e avvenimenti storici tra le sale del Caffè Florian a Venezia
Anche se, ad oggi, il Caffè Florian potrebbe sembrare una meta per turisti, la sua storia racconta l’italianità più autentica: inaugurato il 29 dicembre 1720 da Floriano Francesconi con il nome Alla Venezia Trionfante, diventa immediatamente punto di riferimento per i veneziani che, incamminandosi verso il caffè dicevano: “andemo da Florian!”.
Nasce così il nome che conosciamo oggi, la cui soglia è stata varcata niente di meno che dal gran corteggiatore Giacomo Casanova, Carlo Goldoni, Silvio Pellico, Lord Byron, Ugo Foscolo, Charles Dickens, Ernest Hemingway, Gabriele D’Annunzio e molti altri.
Camminando tra le sale lucenti di ori e di specchi non è difficile immaginare l’alto tenore delle conversazioni che si tenevano ai tavoli, tra cultura, arte, politica, economia e letteratura.
Alcuni tra più grandi intellettuali d’Europa - e del mondo - hanno trascorso lunghe ore all’interno del locale: del resto, Venezia era una tappa d’obbligo per chi tra il ‘700 e il ‘900 calcava la scena culturale europea.
Un’interessante nota storica è il cambio d’uso che si fece nel 1848, durante le insurrezioni, quando il Caffè Florian divenne un ricovero per i feriti di guerra.
L’architettura del Caffè Florian, splendore e nobiltà

Photo credit: pagina Facebook Caffè Florian
Ciò che vediamo oggi all’interno del Caffè è frutto di numerosi rifacimenti e restauri: architetti famosi si sono susseguiti per la sistemazione e l’abbellimento costante delle sale, dando vita a meraviglie come la Sala del Senato, la Sala Cinese, la Sala Orientale e la Sala degli Uomini Illustri.
Tra i maestri che hanno lavorato alla creazione del Florian così come lo vediamo oggi, ci sono Cadorin, Monticelli, Penato, Casa, Carlini e altri, nomi di spicco che sono stati coinvolti nella realizzazione multipla di uno spazio artisticamente ricchissimo.
Decori raffinati, specchi di ogni altezza, vetrate finemente decorate, affreschi e ceramiche: il Caffè Florian narra una bellezza fuori dal tempo, simbolo degli sfarzi veneziani che fanno parte dell’immaginario di tutti noi.
Mostre d’arte e fermento culturale: il Florian oggi

Photo credit: pagina Facebook Caffè Florian
Già da fine ‘800 il Florian dedica i suoi spazi all’installazione di opere e mostre: basti pensare che proprio qui è nata l’intuizione di quella che sarebbe poi diventata la Biennale di Venezia.
La prima vera e propria mostra d’arte, intesa in maniera moderna, risale al 1988, e portò 777 sculture di piccole e medie dimensioni all’interno delle sale del Caffè, applicando le opere alle pareti e agli specchi.
Oggi vengono organizzate esposizioni durante l’anno, oltre a concerti e intrattenimenti culturali per gli ospiti: se sceglierete di bere un espresso ai tavolini del Caffè Florian di Venezia, sarete accompagnati dalla musica dell’immancabile orchestra.
Cosa ordinare dal ricco menù del locale veneziano? Se siete dei veri Coffee Lovers, non perdetevi il Caffè alla Veneziana, un espresso con liquore tipico del locale e panna montata.
Semplicemente, indimenticabile.
Se siete degli amanti dei Caffè storici e dei veri appassionati di città d’arte italiane, perché non fare tappa anche al Gran Caffè Gambrinus di Napoli e alla Caffetteria Pirona di Trieste? Buon viaggio, e buone degustazioni di caffè!
Info
[post_title] => Caffè Florian a Venezia: il caffè più antico d’Italia [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => caffe-florian-venezia [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2020-02-11 06:16:49 [post_modified_gmt] => 2020-02-11 05:16:49 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/caffe-florian-venezia/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [3] => WP_Post Object ( [ID] => 68862 [post_author] => 5 [post_date] => 2020-02-06 06:03:24 [post_date_gmt] => 2020-02-06 05:03:24 [post_content] =>Un menu non descrive solo i piatti e le bevande disponibili, ma racconta al cliente del bar che emozioni proverà degustando quel piatto o quella bevanda. Un menu non elenca solo prodotti tra cui scegliere, ma mostra quanta cura, amore e dedizione ci sono dietro ogni preparazione.
E un menu non comunica solo prezzi, ma fa capire a chi si siede al vostro tavolo quanto valore ha ciò che gli avete servito.
Ecco perché un menu da bar va progettato e creato con strategia, competenza e soprattutto con il cuore, esprimendo al massimo lo spirito che c’è dietro il vostro locale.
Proprio per questo, oggi vogliamo condividere con voi la nostra guida per scrivere menu per bar e caffetterie.
L’importanza del menù in un bar: come scriverlo al meglio

Per scrivere il menù perfetto bisogna focalizzarsi su alcuni aspetti fondamentali, utili per entrare in contatto con il cliente che lo leggerà.
Ecco di seguito i passaggi da tenere presente.
Avere chiaro il target del proprio locale
Ancor prima di decidere cosa scrivere e come scriverlo sul menù, è importante conoscere chi frequenta la vostra caffetteria. È un luogo di passaggio, per esempio vicino alla stazione o all’aeroporto, e quindi tra i vostri tavoli arrivano passeggeri che hanno fretta o che vogliono fermarsi un po’ in attesa di prendere il loro mezzo? Oppure, il locale si trova in una zona storica della città ed è molto frequentato da turisti e famiglie? O ancora, il pubblico è composto da lavoratori o ragazzi all’uscita da scuola? Il target non sarà uno e uno solo, e proprio per questo è importante sapere chi sono i principali frequentanti: sarà utile per la creazione dell’intero menù, perché sarà a loro che dovrete rivolgervi.
Scegliere su cosa puntare
Quando avrete chiaro chi varca la soglia del vostro locale, sarete pronti a stilare l’elenco dei piatti del menù: alcuni saranno classici, per esempio caffè espresso, acqua naturale, succhi di frutta, eccetera, altri invece saranno dedicati nello specifico ai vostri principali clienti.
Per esempio, se il vostro bar è frequentato soprattutto da famiglie con bambini, non vi farete mancare una bella selezione di succhi di frutta, magari naturali e privi di zuccheri, panini semplici e gustosi, e qualche gelato. Se invece il vostro bar è un punto di ritrovo per lavoratori che entrano ed escono dall’ufficio, nel menù ci sarà una sezione colazioni e aperitivi e qualche proposta per la pausa pranzo. Se tra i vostri ospiti ci sono anche dei turisti, dovrete ricordare che spesso vi chiederanno acqua e bevande gasate, ma potranno anche desiderare un classico caffè lungo, magari da asporto.
Insomma, il consiglio è dedicare attenzione ai gusti e alle necessità del vostro target di riferimento, anche ascoltando le richieste che vi vengono fatte.
Organizzare la struttura del menù e l’ordine di piatti e bevande
La struttura del menù è davvero molto importante: l’ordine in cui vengono elencati piatti e drink, infatti, influenza molto il cliente nella scelta.
Innanzitutto, è sicuramente importante suddividere il menù in modo “tematico”, ovvero:
- bevande, che a loro volta possono essere calde, fredde, caffetteria, cocktail, ecc.
- cibo, suddiviso tra snack, menù pranzo, stuzzicheria, dolci, ecc.
- pasticceria e gelati
- altre voci a seconda delle specialità del vostro bar.
Una buona indicazione da seguire può essere quella di mettere come prima voce di ogni sezione quella meno costosa, e come seconda quella che consente il margine di guadagno maggiore. Seguiranno poi, in ordine di prezzo, le altre.
Questo è un suggerimento: il giusto ordine per il vostro menù va pensato anche in base ai “pezzi forti” che proponete ai clienti, quelli per cui si innamoreranno di voi!
Descrivere food e drink usando le parole giuste
Ecco uno dei passaggi su cui porre maggior attenzione, ovvero come descrivere le vostre preparazioni. Il linguaggio che sceglierete di usare deve essere in linea con lo stile del locale e con quello del target: potrebbe quindi essere classico, ironico, giocoso, “rock”, oppure onirico e ispirazionale, a seconda di ciò che volete comunicare.
Potrete per esempio puntare su descrizioni dei piatti e degli ingredienti se il vostro locale usa prodotti a km zero, o se fate una ricerca accurata delle materie prime. Oppure, il linguaggio del vostro menù potrebbe mettere in evidenza le specialità locali se parlate ai turisti.
Le possibilità sono davvero tantissime: in ogni caso, documentatevi, pensate sempre a cosa piace al cliente, e scrivete per far venire l’acquolina in bocca!
Curare grafica, colori, impaginazione
Anche l’occhio vuole la sua parte: in questo caso, una grandissima parte! La struttura grafica e stilistica del menù è fondamentale, infatti il cliente sarà attirato da titoli, colori, immagini e suggestioni che vengono trasmesse. Ancora una volta, lo stile deve essere coerente con l’ambiente del locale e con il target che lo frequenta, per offrire un’esperienza sensoriale che parte dalle pagine del menù stesso.
Non dimenticate poi che il menù è sì fondamentale, ma è la relazione con il cliente che lo convincerà a ordinare, restare e tornare. Quindi, sia chi è dietro il bancone che i camerieri, possono raccontare a voce i fuori menu, invogliare alla scelta e consigliare alcuni piatti speciali o pezzi forti, proporre di aggiungere qualcosa all’ordine. Inoltre, usate anche lavagne, targhette, etichette con descrizioni di cibi e piatti, per arricchire sempre di più l’offerta e comunicare in modo chiaro su cosa volete puntare. Il cliente, in questo modo, si sentirà guidato e orientato nella scelta, e ordinerà con più sicurezza.
Menu, ma non solo!

Ricordate, quindi, che ciò che offrite ai vostri clienti è una vera e propria esperienza e che il menu è uno dei tasselli fondamentali, perché quello del vostro bar racconta la vostra storia, la vostra esperienza e la vostra passione.
Siete alla ricerca di consigli e idee per rendere il vostro locale sempre più accogliente e le vostre preparazioni migliori? Allora vi consigliamo di dare un’occhiata a questo articolo, in cui Damian Burgess, Responsabile ed Head Trainer dell’Accademia Vergnano racconta come aggiornare le proprie competenze per metterle a disposizione del cliente.
Se siete tra coloro che appena sentono il profumo del caffè si risvegliano, se vi brillano gli occhi e vi viene l’acquolina in bocca non appena sentite la fragranza nell’aria, se amate mescolare il suo odore ad altre preparazioni e vi piace che si espanda in ogni stanza nella casa, allora siete Coffee Lovers di altissimo livello. Non potete affatto perdervi queste tre idee per preparare un profumo per ambienti fai da te … al caffè!
Chicchi di caffè in bagno

La stanza da bagno è una delle più suggestive della casa: che sia di grandi o piccole dimensioni, è importante che sia curata, magari con piccoli tocchi originali.
Proprio per questo, si presta benissimo a essere profumata con i chicchi di caffè, che rilasceranno un aroma non troppo intenso, ma riconoscibile e piacevole.
Un profumo per ambienti fai da te con il caffè in chicchi si può preparare in vari modi:
- riempiendo di chicchi piccoli sacchettini di stoffa, che possono poi essere chiusi con un un nastrino e riposti su mensole e mobiletti;
- mettendo una manciata di chicchi in un contenitore di vetro, che può diventare un perfetto soprammobile decorativo;
- spargendo qualche chicco all’interno dei cassetti.
Se invece dei chicchi volete provare a utilizzare la polvere di caffè, con un aroma più intenso, potete creare dei barattolini di vetro nei quali appoggiare dei fiori secchi: oltre al profumo, otterrete anche un delizioso elemento decorativo dal gusto shabby chic.
Creare una candela profumata al caffè

Una candela artigianale aromatizzata al caffè è un perfetto profumatore per ambienti fai da te dalla realizzazione piuttosto semplice. Innanzitutto, bisogna procurarsi:
- chicchi o polvere di caffè
- 350 gr di cera da sciogliere
- un vasetto di vetro
- stoppini per candele
Come prima cosa, dovete sciogliere la cera a bagnomaria, finchè non è del tutto liquida. Fate attenzione perché sarà bollente.
Potrete poi “condirla” con i chicchi di caffè o con la polvere: a questo punto, dovrete collocare lo stoppino al centro del contenitore e poi versare il composto di cera. Una volta solidificata, la candela è pronta: non vi resta che accenderla e godervi il profumo di caffè che si sparge per la casa!
Profumo per ambienti fai da te al caffè … in valigia!
Se non potete fare a meno del caffè nemmeno quando viaggiate, perché non creare dei sacchettini di nylon pieni di polvere di caffè come profumatori per la valigia? Arrivati a destinazione, i vostri vestiti avranno un profumo inconfondibile. Inoltre, il caffè assorbe anche l’umidità e i cattivi odori, proprietà sempre utile quando si viaggia!
E se siete dei veri amanti dell’handmade a base di caffè, perché non sperimentare anche la realizzazione di cosmetici fai da te, oppure la tintura dei tessuti?
Una scuola aperta a tutti, dove qualità e accessibilità si uniscono per garantire, sia a baristi che a coffee lovers, un’offerta formativa valida e qualificante. È questo l’obiettivo con cui Accademia Vergnano diventa Accademia Democratica, cioè uno spazio che permette di affinare le proprie competenze e di acquisirne di nuove grazie alla guida di trainer specializzati, alla disponibilità di attrezzature professionali e ai prezzi contenuti. Vediamo insieme quali sono i vantaggi e i corsi proposti da questa nuova formula, unica in Italia.
L’Accademia Democratica Vergnano: la filosofia che c’è dietro al progetto

Siete dei professionisti in cerca di aggiornamento, dei baristi che vogliono accrescere le abilità oppure degli appassionati del caffè che desiderano scoprirne tutti i segreti? L’Accademia Vergnano è la proposta giusta per voi. Sviluppata con l’intento di rendere a tutti disponibile una formazione di alta qualità - da qui il nome “Accademia Democratica Vergnano” - questa realtà mette a vostra disposizione una serie di corsi tenuti da trainer esperti che, attraverso l’unione di pratica e teoria, vi permettono di acquisire le nozioni necessarie a realizzare delle preparazioni di caffetteria a regola d’arte.
L’Accademia Vergnano è democratica perché si rivolge tanto ai professionisti, che hanno intenzione di aggiornarsi e migliorare le proprie capacità (ricordiamo l’importanza della formazione per chi lavora in questo campo) quanto ai coffee lovers, semplici amatori che vogliono sapere di più su ciò che c’è dietro una tazzina di caffè. Ma è democratica anche perché propone corsi di alto livello, molti dei quali consentono di ottenere la certificazione SCA, a prezzi modesti. Essere stata riconosciuta SCA Premier Training Campus è motivo di grande soddisfazione per l’Accademia. Presso la sede di Chieri (Torino), infatti, è possibile sostenere gli esami e quindi i crediti per la certificazione SCA, diploma valido anche all’estero che dimostra il livello di competenza di un barista.
Al programma formativo, inoltre, si aggiungono due nuovi corsi appartenenti a una fascia di prezzo ancora più accessibile. Un’occasione interessante per chi vuole avvicinarsi al mondo del caffè con un investimento davvero ridotto.
L’offerta formativa e gli esami SCA
I corsi si tengono tutti a Chieri, all’interno dell’edificio in stile Liberty un tempo casa della famiglia Vergnano e oggi sede dell’Accademia. Un luogo accogliente, perfetto per corsi che coinvolgono poche persone e che promuovono, dunque, il confronto diretto con i trainer.
Il programma dell’Accademia Democratica di Vergnano rivolto ai professionisti si sviluppa in 17 corsi caratterizzati da un approccio che unisce in modo efficace teoria ed esercitazioni pratiche. La proposta formativa spazia su diverse tematiche. Dal brewing al roasting, dalla latte art alla mixology, senza dimenticare i percorsi per chi desidera approfondire il caffè verde o sviluppare capacità degustative.
Come dicevamo, molti di questi permettono anche di accedere a un esame valido per la certificazione SCA. Su richiesta, è quindi possibile sostenere l’esame presso la sede dell’Accademia, ottenendo i crediti necessari alla certificazione. Per maggiori informazioni, potete visitare la pagina dedicata alla didattica.
Nuovi corsi per baristi e coffee lovers a partire da 20 euro

A queste proposte si aggiungono due nuovi corsi - appartenenti alla categoria rivolta sia ai baristi che ai coffee lovers - che si distinguono per il prezzo particolarmente vantaggioso, pur garantendo sempre un alto livello di qualità per chi muove i primi passi nel mondo del caffè. Stiamo parlando di Abcoffee e di Cupping per il pubblico. Il primo, della durata di 4 ore, prende spunto dal corso SCA Barista Skills Foundation: per la cifra di 50 euro, consente di acquisire le basi della professione del barista, attraverso un percorso che antepone la pratica alla teoria e che fornisce nozioni che vanno dalla coltivazione alla tostatura del caffè. Il secondo, che dura 2 ore e costa solo 20 euro, è invece dedicato a chi desidera avvicinarsi all’assaggio e alla degustazione del caffè.
Scoprite tutti i corsi e le date disponibili sul sito dell’Accademia Democratica di Vergnano e iscrivetevi alla newsletter per rimanere sempre aggiornati.
[post_title] => L’Accademia Democratica Vergnano: la formazione accessibile a tutti [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => accademia-democratica-vergnano [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2020-01-28 06:20:16 [post_modified_gmt] => 2020-01-28 05:20:16 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/accademia-democratica-vergnano/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 68850 [post_author] => 5 [post_date] => 2020-01-23 06:32:15 [post_date_gmt] => 2020-01-23 05:32:15 [post_content] =>«Solenne e paffuto, Buck Mulligan comparve dall’alto delle scale, portando un bacile di schiuma su cui erano posati in croce uno specchio e un rasoio.»
Inizia così uno dei romanzi più celebri di sempre, l’Ulysses di James Joyce: secondo la tradizione, queste righe sono state scritte, insieme ai primi tre capitoli del libro, in un locale di Trieste: la Caffetteria Pirona.
Oggi andiamo alla scoperta di questo luogo storico dove, tra intarsi liberty e dolcezze al cioccolato, si intreccia un secolo di storia.
Viaggio nel tempo a Trieste per conoscere la Caffetteria Pirona
Tutto inizia nel 1863, quando il pasticcere Cristiano Meng decide di dare vita alla sua “Offelleria e Caffetteria” dove deliziare i palati fini della città: per 16 anni, nella sede di via Barriera Vecchia, il profumo di dolci e squisitezze si espande per le strade.
Alla gestione di Meng subentra poi Salvatore Gianporcaro, giovane e speranzoso pasticcere, sotto la cui direzione viene affissa l’insegna “Premiata Pasticceria, fabbrica confetture, assortimento bomboniere”.
Ma è nel 1902 che la pasticceria prende il nome che conosciamo oggi: Gianporcaro, infatti, vende l’attività al suo dipendente Alberto Pirona, che renderà la caffetteria indimenticabile.
Fino al 1980 la famiglia Pirona sforna dolci da accompagnare con caffè e bevande, e consacra il nome del locale anche grazie alla frequentazione di artisti, scrittori e intellettuali.
Si narra infatti che fosse assiduamente frequentato da James Joyce, ma anche da Umberto Saba e Italo Svevo che, tra un caffè, un pasticcino e un bicchiere di vino, amavano discorrere di letteratura e politica, lavorando alle opere che hanno fatto la storia del Novecento.
La gestione passa poi alla famiglia De Marchi fino al 2017: la Caffetteria Pirona rimane poi chiusa per due anni e solo di recente, nel luglio 2019, ha finalmente riaperto le sue porte a triestini e turisti, grazie al lavoro della famiglia Viezzoli.
Un tour nella Caffetteria Pirona, tra cioccolatini, biscotti e strutture liberty in legno

La particolarità di questo locale sono sicuramente gli interni in legno: grazie ai mobili in palissandro, agli intarsi di epoca liberty in ciliegio, e alle decorazioni in ottone e vetro, la Caffetteria conserva un fascino antico che incanta i suoi avventori.
Le specialità sono il cioccolato, base della pasticceria artistica, i biscotti, pensati per accompagnare il tè, confetture e marmellate preparate con agrumi e frutta fresca, e la selezione di tè, vini, grappe e spumanti pregiati, anche di provenienza internazionale.
Tra le particolarità della pasticceria, ci sono alcuni macchinari storici che i proprietari hanno deciso di conservare, tra cui alcune impastatrici e un frigorifero vintage e pregiato. Grazie a queste scelte mirate alla conservazione della storicità del luogo, la Caffetteria Pirona è stata inserita nel 1994 tra i Locali Storici d’Italia e dal 2018 è sotto la tutela della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
James Joyce alla Caffetteria Pirona di Trieste per dare vita all’Ulysses

Quando Joyce abitava a Trieste, casa sua era nella stessa strada della Pasticceria.
Forse per la vicinanza, richiamato dalle dolcezze golose, o forse per la bellezza del luogo, lo scrittore ha scelto la Caffetteria Pirona per iniziare a scrivere il suo libro più famoso, che verrà poi pubblicato a Parigi nel 1922 grazie all’intervento di un altro personaggio che abbiamo già conosciuto, la libraia Sylvia Beach, proprietaria di Shakespeare and Company.
Si narra che Joyce fosse un grande amante del presnitz, tipico dolce triestino a base di pasta sfoglia arrotolata con un ripieno di noci, mandorle, pinoli, fichi, prugne, albicocche, uvetta, cioccolata, zucchero, cannella, chiodi di garofano e rum, e che lo ordinasse spesso al banco della pasticceria.
Quindi, cari Coffee Lovers, se siete amanti di viaggi e letteratura, questa tappa triestina non potete proprio perdervela: tra un giro nel centro storico e la visita al bellissimo Castello di Miramare, fermatevi a bere un caffè alla Caffetteria Pirona!
E, se state pensando alle destinazioni per il 2020, perché non dare un’occhiata anche alla storia del Cafè Majestic di Porto, di The Eagle and Child a Oxford e del Caffè Gambrinus di Napoli?
Info: sito ufficiale www.pirona1900.com
credits: pagina facebook Caffetteria Pirona
Si è soliti pensare al caffè come chiusura di un pasto o come ingrediente principale di un dessert, ma avete mai provato a utilizzarlo per realizzare piatti salati? Il caffè, sia espresso che macinato fresco, può essere impiegato, infatti, per cucinare primi piatti e secondi a base di carne o pesce. Oggi abbiamo pensato a un abbinamento di questo tipo proponendo la ricetta del risotto con zucca e caffè. Il sapore delicato di questo ortaggio ben si sposa con il gusto deciso del caffè, dando vita a un primo che stupirà i vostri ospiti. Ma prima di entrare nel vivo della ricetta, vogliamo suggerirvi qualche trucco per un perfetto risotto.
Trucchi per ottenere un risotto perfetto
A prescindere dal fatto che presentando un risotto che vede il caffè tra gli ingredienti stupirete sicuramente i vostri ospiti, sarà opportuno che conosciate alcuni trucchi per realizzare un buon risotto. A nessuno piace infatti avere nel piatto un riso colloso o, peggio ancora, scotto, per non parlare dell’effetto riso bollito. Ecco allora un paio di trucchi per realizzare un buon risotto.
C’è riso e riso
Il riso non è tutto uguale: alcune varietà, come Carnaroli, Vialone nano, Roma e Baldo, sono le più indicate per la preparazione di un risotto perché hanno dei chicchi che tengono bene la cottura, rimanendo ben separati. Evitate di scegliere quelli per insalate o, peggio ancora, quelli a cottura rapida: in questo caso non sono adatti.
La tostatura
È una fase delicata e molto importante per la realizzazione di un buon risotto. Dopo aver tagliato una cipolla o uno scalogno e averlo fatto imbiondire in un filo d’olio o con una noce di burro, versate il riso e fatelo tostare mescolando spesso a fuoco moderato. Per verificare il grado di tostatura, provate ad avvicinare il palmo della mano al riso: se ricevete calore in maniera uniforme, è giunto il momento di unire gli altri ingredienti.
Il brodo: quanto e quando?
È fondamentale, durante la preparazione di un risotto, avere un pentolino con il brodo vegetale sempre caldo perché, aggiungendolo freddo, il riso subirebbe uno shock termico e si bloccherebbe la cottura, compromettendone il risultato. Quanto brodo va aggiunto? Poco alla volta, ma in maniera costante: un mestolo alla volta, mescolando a fuoco medio, abbassando la fiamma quando inizia ad asciugarsi e alzandola appena ne versate dell’altro. Non unite tre o quattro mestoli tutti assieme o rischierete di ottenere l’effetto “lesso”.
La mantecatura
È la fase finale e importantissima per la presentazione di un buon risotto: togliete la pentola dal fuoco e aggiungete burro freddo e, se la ricetta lo richiede, un po’ di parmigiano. Questa fase deve avvenire a distanza dalla fiamma per non rischiare di scuocere il riso. Mantecate eseguendo movimenti circolari e a croce.
Non lasciate mai il riso da solo
Il riso è come un bimbo: va accudito. Se per la pasta, infatti, è sufficiente mescolare due o tre volte durante la cottura, per il riso questo non basta perché tende ad attaccarsi facilmente. È necessaria quindi una costante presenza per girare continuamente, versando il brodo necessario per evitare che si attacchi.
La cottura “all’onda”
È un modo di dire per indicare il giusto punto di cottura del risotto: non deve infatti risultare troppo liquido, né troppo asciutto.
Gli ultimi chicchi, anzi “chicche”
Avete preparato il risotto perfetto? Occhio a non perdervi, però, nell’impiattamento. Il piatto perfetto, in questo caso, è quello piano, perché consente di presentare il risotto in maniera ben distribuita, verificando anche il giusto grado di tostatura. Per gustarlo, niente cucchiaio! Quello serve per le minestre; mentre, se il vostro risotto è ben riuscito e non risulta troppo brodoso, potete utilizzare le forchette.

La ricetta del risotto alla zucca e caffè
Dopo aver visto i passaggi fondamentali per la realizzazione di un buon risotto, veniamo ora alla ricetta che lo vede protagonista assieme alla zucca e al caffè.
Ingredienti per 4 persone
Per il riso
- 2 tazzine di Caffè Vergnano
- 1 scalogno
- 400 g di riso
- 60 g di burro
- mezzo bicchiere di vino bianco
- 600 ml di brodo vegetale
- q.b. di olio extravergine d’oliva
- q.b. di sale
- q.b. di pepe
- q.b. di parmigiano
- q.b. di caffè macinato per la decorazione
Per il brodo
- 1 cipolla
- 2 carote
- 1 costa di sedano
- q.b. di sale
- q.b. di olio extravergine d’oliva
Per la zucca
- 300 g di zucca
- 1 piccola cipolla
- q.b. di brodo vegetale
- q.b. di sale
- q.b. di olio extravergine d’oliva
Procedimento
- La prima cosa di cui occuparsi è il brodo vegetale: sbucciate la cipolla, lavate ed eliminate le estremità delle carote e della costa di sedano; quindi, pelate la carota ed eliminate i filamenti del sedano. Mettete le verdure in pentola con abbondante acqua e lasciate cuocere per almeno 40 minuti, aggiungendo sale e olio a fine cottura. Eliminate quindi le verdure e tenete il brodo in caldo.
- A questo punto, occupatevi della zucca: sbucciatela e tagliatela a dadini. Sbucciate la cipolla e affettatela. Mettetela in un tegame antiaderente con poca acqua e, appena diventa trasparente, unite un filo d’olio. Aggiungete sale e coprite facendo cuocere per almeno 20 minuti, allungando se occorre con un mestolo o due di brodo vegetale precedentemente preparato. Al termine del tempo, verificate la cottura. Spegnete e tenete in caldo.
- Prendete uno scalogno, sbucciatelo e fatelo rosolare con una noce di burro. Versate il riso crudo e tostatelo per qualche minuto. Nel frattempo, preparate la moka e fate il caffè. Versate il vino bianco e fate sfumare, tenendo la fiamma vivace. Appena sarà evaporato, versate il caffè e girate. Unite anche un mestolo di brodo e proseguite la cottura, alzando la fiamma quando aggiungete il liquido e abbassandola quando inizia a restringersi.
- A metà cottura unite la zucca e proseguite. Aggiustate di sale e pepe e, giunti al punto di cottura, spegnete la fiamma, versate il burro e il parmigiano e mantecate. Fate riposare pochi minuti nella pentola di prima di impiattare. Servite decorando con pochissimo caffè macinato, parmigiano, pepe macinato fresco e un filo d’olio a crudo.
Vi andrebbe di completare il menù con un altro piatto che preveda il caffè tra gli ingredienti? Se sì, potreste provare la bistecca marinata al caffè.
Ora che avete scoperto questi abbinamenti, non vi resta che dare uno sguardo al nostro shop on line e procedere con l’ordine dei prodotti.
Il classico bicchierino di plastica è il simbolo di molte delle nostre pause caffè davanti alla macchinetta automatica: cinque minuti di relax, una piacevole chiacchiera con un collega, il sapore del caffè che ci rinvigorisce durante la giornata lavorativa. Bicchierino e paletta sono, però, anche - e purtroppo! - fonte di spreco di plastica.
E se, negli ultimi anni, è sicuramente aumentata la sensibilità verso il riciclo e la raccolta differenziata, è ancora vero che molto spesso i bicchieri di plastica finiscono per ingombrare tristemente i bidoni dell’immondizia.
Proprio per questo, cari Coffee Lovers, oggi vogliamo raccontarvi un progetto molto interessante che ha preso il via a Parma: si tratta di RiVending, iniziativa che si promette di riciclare completamente i bicchieri e le palette di plastica erogati dai distributori automatici di uffici, negozi, edifici pubblici e self service.
Parma, città pilota dell’iniziativa
RiVending nasce dall’unione di intenti di Confida, l’associazione italiana di distribuzione automatica, del Consorzio Nazionale per la Raccolta e il Recupero degli Imballaggi in Plastica e dell'Unione Nazionale Industrie Trasformatrici Materie Plastiche – Federazione Gomma plastica.
Come città pilota di questo progetto, tanto ambizioso quanto di grande valore dal punto di vista dell’impatto sociale, è stata scelta Parma, nella cui zona si stima che l’erogazione di bevande ai distributori automatici sia di circa 40mila unità all’anno.
Il Comune di Parma ha promosso l’iniziativa anche con un interessante video, che vi invitiamo a guardare.
Partecipano al progetto anche alcune aziende ed enti del territorio, tra cui Barilla, l’Università, alcune tra le più importanti compagnie nazionali che si occupano di distribuzione automatica e Iren, l’azienda locale che smaltisce i rifiuti.
RiVending, come funziona il progetto di riciclo basato sull’economia circolare

Come accennato, RiVending nasce per rendere davvero sostenibile il ciclo di vita dei bicchieri di plastica dove siamo abituati a bere il caffè (ma anche tè e altre bevande).
Intento del progetto è creare un “ciclo chiuso” secondo le richieste dell’Unione Europea basate sulle pratiche dell’economia circolare, un sistema economico che si rigenera da solo garantendo automaticamente la propria sostenibilità.
Nel circolo virtuoso messo in moto da RiVending, i bicchieri e le palettine saranno realizzati al 100% in polistirolo, materiale che possiede caratteristiche ottimali per garantire una corretta erogazione della bevanda, e più facilmente riciclabile rispetto alla plastica.
Cosa dovranno fare, quindi, i consumatori dopo essersi goduti il proprio caffè alla macchinetta? Semplicemente, gettarlo nell’apposito contenitore brandizzato RiVending con un sacchetto di colore verde, permettendo così di isolare questi rifiuti dagli altri imballaggi gettati nella spazzatura.
Il sacchetto verde verrà ritirato da Iren insieme al resto della raccolta differenziata, mettendo in moto il circolo virtuoso che permetterà di raccogliere, pulire e riciclare completamente bicchierini e palette del vending, recuperando tutto il materiale e permettendo così la creazione di nuovi prodotti.
Riciclare i bicchieri di caffè, un circolo virtuoso
Grazie a RiVending, il riciclo dei bicchierini di caffè delle macchinette è non solo possibile, ma anche semplice, e conforme alle richieste dell’Unione Europea.
Un gesto quotidiano e automatico come gettare il bicchiere nel bidone dell’immondizia diventa quindi un modo per innescare un circolo virtuoso, basato sull’importante concetto che ogni materiale plastico ha una composizione particolare, e una corretta differenziazione - che con RiVending è possibile - è il primo step di un corretto riciclo, davvero ecologico e sostenibile.
Se siete appassionati di tematiche green e sostenibilità, vi consigliamo anche di dare un’occhiata al nostro articolo su come smaltire capsule e cialde del caffè, per essere informati sull’argomento e sapere come comportarvi.
Perché, ricordatevi sempre, che chi ama davvero il caffè, ama berlo con consapevolezza e compiendo scelte sostenibili.
Informazioni
sito ufficiale RiVending www.rivending.eu
Ristretto, lungo o corto. Ognuno di noi ha le sue preferenze in fatto di caffè. A volte, però, ordinare l’uno piuttosto che l’altro non dipende solo da una questione di gusto, ma dal quantitativo di caffeina che pensiamo di ritrovare in tazzina.
“Prendo un caffè ristretto, bello concentrato, così inizio la giornata più attivo ed energico”. Dite la verità: lo avete pensato anche voi - almeno una volta - prima di entrare nel vostro bar di fiducia, la mattina, dopo una tremenda notte insonne. Ma è proprio così? Davvero il caffè ristretto è più “forte”? Ebbene, cari coffee lovers, in questo articolo vogliamo svelare alcune false credenze sul quantitativo di caffeina che c’è nel caffè ristretto, lungo o corto: vediamole insieme!
Cosa determina la dose di caffeina nel caffè?
Caffè ristretto, lungo o corto: sarebbe semplice se la questione “caffeina” si esaurisse così e dipendesse solo dalla quantità di espresso in tazzina. In realtà, l’argomento è un po’ più complesso ed è giusto ricordare che sono tante le variabili che influenzano la percentuale di caffeina presente nella bevanda che gusteremo. Si tratta, infatti, di una serie di fattori che la condizionano lungo tutta la filiera, dalla piantagione fino al momento in cui il caffè giunge in tazza.
Solo per citarne alcuni, fra gli elementi che incidono da questo punto di vista c’è la tipologia di caffè, ad esempio: al mondo, infatti, esistono tantissime varietà di caffè arabica e robusta con differenze importanti anche per quanto riguarda il quantitativo di caffeina. Se la prima differenza, dunque, la troviamo proprio in piantagione, un altro aspetto da considerare è l’intensità della tostatura che, a seconda che sia più chiara o più scura, può influire sulla quantità di caffeina, anche se in misura minima. Allo stesso modo, anche il tipo di macinatura permette una minore o maggiore estrazione delle sostanze presenti.
C’è più caffeina nel caffè ristretto, lungo o corto?

Dopo questa breve premessa sui tanti aspetti che contribuiscono a determinare la percentuale di caffeina in un espresso, passiamo a un altro tema importante: il quantitativo di bevanda in tazzina. C’è più caffeina in un caffè lungo o corto?
Per prima cosa, però, chiariamo un quesito: caffè corto e ristretto sono la stessa cosa? In realtà, con “caffè corto”, in genere ci si riferisce al classico espresso (a questo proposito, avete letto il nostro articolo su come riconoscere il vero espresso italiano?).
Ora che abbiamo risolto questo dubbio, non ci resta che scoprire che cosa si intende con “caffè ristretto” e “caffè lungo”, e quanta caffeina hanno rispetto a quello corto.
Il caffè ristretto: un piacere più fugace con meno caffeina
Questa preparazione può essere definita come una variante “ridotta” del classico espresso, alias caffè corto, ed è perfetta per chi desidera una bevanda dal sapore intenso e dalla consistenza più densa e cremosa… Un piacere sicuramente più fugace, però, in confronto al caffè lungo. E sul piano della caffeina? Qui cadere in inganno è fin troppo facile, perché si potrebbe pensare che sia una versione più “concentrata” anche da questo punto di vista, ma non è affatto così. Nel caffè ristretto, infatti, c’è meno caffeina rispetto al caffè corto e al caffè lungo, in quanto la percentuale di questa sostanza è direttamente proporzionale al tempo di estrazione.
Il caffè lungo: come farlo nel modo corretto per non aumentare la caffeina
Il caffè lungo è spesso preferito da chi desidera assaporare il caffè con calma, concedendosi una piacevole pausa a colazione, dopo pranzo o durante un incontro con gli amici. Questa bevanda si presenta meno densa e corposa rispetto al caffè corto e al caffè ristretto, ma che dire dei livelli di caffeina? Per dare una risposta corretta, è necessario spiegare come andrebbe preparato un caffè lungo nel modo giusto.
Spesso, infatti, si finisce semplicemente con l’allungare il tempo di estrazione dalla macchina da espresso. In questo modo, però, il risultato non sarà ottimale: non solo si tenderà a compromettere il gusto della bevanda (rischiando di renderla poco piacevole), ma si aumenterà anche la dose di caffeina che, come dicevamo, è direttamente proporzionale al tempo di estrazione.
Un caffè lungo ben fatto, dunque, dovrebbe essere realizzato estraendo un normale caffè espresso e servendo a parte dell’acqua calda: così facendo, la bevanda manterrà un aroma perfetto e, allo stesso tempo, non conterrà una dose maggiore di caffeina.
Riassumiamo:
- Il caffè ristretto ha meno caffeina del caffè corto e del caffè lungo.
- Il caffè lungo, invece, presenta la stessa quantità di caffeina del caffè corto, se preparato con il procedimento corretto. Al contrario, se realizzato allungando i tempi di estrazione, avrà una percentuale di caffeina superiore al normale espresso.
Ora che conoscete la differenza tra caffè ristretto, lungo e corto, scoprite quanti caffè è possibile bere al giorno per non eccedere con le dosi di caffeina consigliate!