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Sarà così possibile pagare colazioni, spuntini, pranzi e aperitivi con bancomat o carta di credito.
Un vantaggio da alcuni punti di vista, ma anche una questione dibattuta, specialmente per i costi fissi che l’installazione del dispositivo comporta per i proprietari. Oggi approfondiamo questo argomento, per comprendere meglio cosa comporta l’introduzione del Pos obbligatorio nei bar.
Il Pos obbligatorio in Italia, una panoramica
In Italia, il primo passo per introdurre l’obbligo per commercianti - quindi anche baristi e proprietari di locali - di accettare pagamenti elettronici, risale al 2012. Il Decreto crescita 2.0, decreto legge 179/2012 art 15 co.4, emanato dal governo Monti, prevede l’obbligo a partire dal 1 gennaio 2014.
Il successivo governo Letta, proprio a inizio 2014, tramite un decreto Mise - Ministero dello Sviluppo Economico, stabilisce poi che il tetto minimo perché l’obbligo sia effettivo è di 30 euro. Per spese inferiori a quella cifra, il vincolo viene meno.
In concomitanza al decreto Mise, la data di entrata in vigore diventa il 30 giugno 2014, ma senza sanzioni per chi lo avesse violato.
Il governo Renzi decide di affrontare nuovamente l’argomento in previsione del 2016, e il tetto di obbligo passa da 30 a 5 euro.
La questione rimane aperta fino al 2018, quando viene affermato che, in ogni caso, un decreto ministeriale non ha rango di legge. Siamo perciò in presenza di quella che si potrebbe definire un’indicazione o, in termine tecnico, un onere per commercianti e professionisti.
Ultimo a pronunciarsi sul tema è stato l’attuale governo Conte, che ha fissato appunto a luglio 2020 la data per installare il Pos nei locali commerciali, e quindi anche nei bar, prevedendo una finestra di tempo per intervenire sulle commissioni bancarie e le spese fisse legate alla presenza del Pos.
È proprio questo, infatti, il principale problema dell’utilizzo di questo dispositivo: vediamo meglio di cosa si tratta.
Quali sono le spese fisse legate al Pos obbligatorio nei bar?
Proprio in vista di questa nuova scadenza fissata per il 2020, Federcontribuenti è intervenuta sulla questione, analizzando alcune voci di spesa inerenti al Pos.
- costo installazione
- costo canone mensile
- costo transazione
- costo percentuale sulla transazione eseguita.
Dall’esame di queste voci, secondo Federcontribuenti, è emerso che il canone mensile oscilla tra i 20 e 50 euro mensili a carico dell’esercente. A questa spesa bisogna aggiungere il canone sul conto corrente bancario, l’IVA e le spese di commissione. Secondo questa analisi, il costo fisso medio è di almeno 2.000 euro all’anno.
È quindi evidente che la principale problematica relativa al Pos obbligatorio nei bar ha proprio a che fare con le spese fisse. Se queste si potessero abbassare renderebbero possibile l’utilizzo di questo dispositivo anche per piccoli importi, facilitando così la vita a tutti, sia a chi paga che a chi riceve il pagamento.
Il gap temporale previsto dal governo Conte lascia appunto spazio per queste manovre fino a luglio 2020.
Pos obbligatorio nei bar, la situazione oggi: cosa cambierà da luglio 2020?
Il testo della Legge di Bilancio 2020 è stato approvato dalla Camera il 23 dicembre scorso, e il 30 dicembre 2019 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale con riferimento Legge n. 160 del 27/12/2019.
A luglio, quindi, la situazione cambierà rispetto a ora:
- l’installazione del Pos sarà obbligatoria nei bar
- per l’esercente che rifiuta la transazione è prevista una sanzione di 30 euro + il 4% del valore della transazione rifiutata.
Questo, per valorizzare e rendere pratica abituale l’utilizzo del pagamento elettronico, di cui si evidenziano alcuni vantaggi, tra cui la comodità per il cliente stesso e la possibilità di tracciare i pagamenti, evitando quindi riciclaggio e movimentazioni scorrette.
Il nostro consiglio è quello di rimanere aggiornati consultando i testi ufficiali e confrontandosi sempre con il proprio commercialista e con i professionisti di riferimento, per essere certi di adempiere agli obblighi di legge e sapere come muoversi quando sarà in vigore questa importante novità.
Ti interessa aprire un bar e vorresti avere un’idea dei costi da affrontare? Leggi l’articolo dedicato!
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Il caffè ha mille usi, molti dei quali particolarmente creativi. Lo sapete, ad esempio, che potete tingere capi e tessuti con questa bevanda? Se ci sono vecchie magliette, federe o stoffe che desiderate rinnovare, perché non donar loro una nuova sfumatura in modo del tutto naturale - e con una spesa minima - grazie al caffè? Ecco qualche suggerimento per farlo al meglio e dare nuova vita ai vestiti che non usate più.
Tingere i tessuti con il caffè o altre sostanze naturali
Come già saprete, l’arte di tingere i tessuti con sostanze naturali è una tecnica molto antica. Richiede di certo un po’ di tempo e pazienza per essere ultimata, ma volete mettere la soddisfazione di aver colorato capi e stoffe con le vostre mani, per di più adoperando metodi ecologici? Se volete cimentarvi in questo lavoro, dovete sapere che, in base alla colorazione che vi interessa, in natura esistono numerose opzioni: tingere i tessuti con il caffè vi permetterà di ottenere una sfumatura beige/marrone, così come con il tè nero. Se invece preferite il rosso, potete provare con la barbabietola rossa o con il karkadè, ad esempio, mentre curcuma e zafferano sono due valide alternative per il colore giallo. Scopriamo adesso come fare.
Il tessuto da usare
È possibile utilizzare qualsiasi tessuto per tingere con il caffè o con altre sostanze come frutti, foglie, spezie, ecc.? In realtà no, perché le colorazioni di questo tipo garantiscono buoni risultati solo sulle stoffe naturali come lino, cotone, seta o lana, in particolare se leggere. Inoltre, è opportuno impiegare tessuti che non vengono rovinati dalla bollitura e che sopportano bene, quindi, le alte temperature.
Dopo questa breve introduzione, addentriamoci più nel merito della lavorazione necessaria. Prima della colorazione, i capi devono essere sottoposti a un trattamento preliminare, che consente loro di assorbire meglio la tinta. Nello specifico:
- andrebbero lavati con cura, poiché l’eventuale presenza di sporco o grasso potrebbe impedire la buona riuscita dell’operazione;
- successivamente, dopo averli lavati, occorre sottoporre i vestiti a un procedimento che li prepara ad assimilare il colore. Per farlo, esistono diverse opzioni: ad esempio, potete riempire una pentola con acqua fredda e aceto (le proporzioni dovrebbero essere di 4 parti d’acqua e 1 di aceto), quindi immergere la stoffa e farla bollire a fuoco lento per circa un’ora. Oppure, al posto dell’aceto, si può usare il sale (in questo caso le proporzioni saranno di 1 parte di sale e 16 parti di acqua) e proseguire con gli stessi passaggi indicati sopra. Un suggerimento: tutte le pentole che impiegherete per la tintura vi consigliamo di usarle solo per questo scopo.
Come tingere i tessuti con il caffè
Innanzitutto, per tingere i tessuti con il caffè consigliamo di usare delle stoffe chiare (bianche o panna, ad esempio). La tinta finale può leggermente cambiare a seconda di quanto tempo terrete il capo immerso nel bagno di colore e in base alla quantità di caffè utilizzato. Inoltre, considerate che il panno bagnato avrà una tonalità più scura rispetto a quando si sarà asciugato, un particolare importante da tenere a mente per valutare quando toglierlo dall’acqua colorata. In ogni caso, l’ideale è fare prima degli esperimenti su dei tessuti simili a quello su cui si desidera intervenire. Ecco alcune indicazioni utili:
- La tintura di un tessuto avviene immergendolo nell’acqua colorata dalle sostanze naturali che abbiamo scelto. Dunque, dovremo preparare il bagno di colore versando il caffè macinato e l’acqua in una pentola e lasciandoli bollire per un’ora. La misura di caffè da usare dipende dal risultato che si vuole ottenere; mentre per l’acqua, generalmente, è consigliabile considerare un quantitativo venti volte superiore al peso del capo da tingere.
- Nel frattempo, avrete già lavorato la stoffa con la procedura preparatoria di cui vi abbiamo parlato in precedenza. Dopo aver lasciato bollire la mistura di acqua e caffè per il tempo richiesto, non dovrete fare altro che togliere il tessuto dalla pentola, in cui è stato trattato con aceto o sale, e inserirlo in quella contenente il bagno colorante. Il tutto dovrà bollire per circa un’ora.
- Ogni tanto, durante la bollitura, ricordate di mescolare il tessuto con un cucchiaio di legno, in modo che il risultato sia il più omogeneo possibile. Trascorso il tempo necessario, sciacquate il capo finché l’acqua non apparirà chiara e stendetelo evitando la luce diretta del sole. Per mantenere più a lungo il colore, l’ideale sarebbe detergerlo sempre con acqua fredda durante i lavaggi successivi.
Tingere i tessuti con il caffè è solo uno dei tanti utilizzi creativi di questa bevanda. Lo sapete, ad esempio, che si può anche colorare il legno? Scoprite maggiori dettagli su questa tecnica.
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Quanti caffè bere al giorno? I risultati sui benefici di questa bevanda
Il caffè fa bene o fa male? Inoltre, quanti ne possiamo bere al giorno? Delle risposte interessanti giungono da una ricerca condotta per otto anni da Sebastiano Marra, attualmente direttore del dipartimento cardiovascolare del Maria Pia Hospital a Torino, che ha ribaltato alcuni preconcetti spesso legati al consumo di caffè.
Lo studio, che ha coinvolto 13 mila pazienti, ha innanzitutto evidenziato che l’80%-85% delle persone intervistate beve caffè: in media si parla di due tazze al giorno, ma in alcuni casi si arriva anche a cinque. Come riporta Repubblica, l’aspetto interessante è che, stando ai risultati delle interviste, i consumatori di caffè sono meno ansiosi di chi non ne beve e non soffrono di disturbi del sonno. Inoltre, presentano meno sintomi come batticuore, affanno, mancanza di fiato, stanchezza, dolori toracici e dispnea.
Un quadro decisamente diverso, insomma, da quello che spesso si associa a questa bevanda. I benefici descritti, spiega Marra, sono ascrivibili sia al caffè con caffeina sia a quello decaffeinato, in quanto a determinarli sarebbero gli antiossidanti presenti.
Bere caffè non fa male, dunque, ma è necessario non esagerare e assumerlo con moderazione: secondo lo studio, fino a 5 tazzine al giorno sarebbe un quantitativo ammissibile.
I benefici del caffè: cosa dicono altri studi recenti
In merito a quanti caffè bere al giorno, si sono espresse anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e la Food and Drug Administration (FDA), l’ente governativo statunitense che regolamenta i prodotti alimentari e farmaceutici, indicando quanta caffeina è possibile consumare. Prima di scoprire la loro posizione al riguardo, vediamo altre ricerche che, in questi anni, hanno esaminato gli effetti positivi del caffè sull’organismo.
Come anticipato, sono tanti gli studi scientifici che hanno messo il caffè sotto la lente d’ingrandimento e i cui risultati sostengono i suoi benefici per la salute. Uno di questi, ad esempio, è un’ampia indagine che ha coinvolto oltre mezzo milione di persone in dieci paesi europei, pubblicata nel 2017 e coordinata da Marc J. Gunter. La ricerca (i soggetti sono stati seguiti per un periodo medio di 16 anni) ha evidenziato un’associazione tra il consumo di caffè e una maggiore longevità, con un particolare effetto protettore nei confronti delle malattie dell’apparato digerente e di quelle cardiovascolari.
Esiti simili sono emersi da un altro importante lavoro svolto dal National Institute of Health e pubblicato nel 2012, durante il quale sono state coinvolte 400 mila persone di età compresa tra i 50 e i 71 anni, seguite per un periodo che variava da 1 a 14 anni. Anche questo studio ha rilevato un’associazione tra consumo di caffè e una maggiore longevità. Inoltre, è stato indagato il legame tra il caffè e alcune malattie specifiche: secondo le ricerche, la bevanda potrebbe ridurre il rischio di sviluppare patologie come, ad esempio, Parkinson, diabete di tipo 2, cancro al fegato e all’endometrio.
Quanti caffè bere al giorno? Il parere delle autorità
Gli studi suggeriscono, quindi, che un moderato consumo di caffè non è dannoso e che inserirlo nella dieta potrebbe apportare dei benefici per l’organismo. Ma quanti caffè al giorno possiamo bere in sicurezza? A questa domanda, come accennato, rispondono sia la Food and Drug Administration (FDA) sia l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA): per entrambi, il quantitativo di caffeina che generalmente non desta preoccupazioni in un adulto in salute è 400 milligrammi al giorno, ovvero 4-5 tazzine di espresso (secondo i dati dell’EFSA, un espresso da 60 ml contiene circa 80 g di caffeina, mentre una tazza di caffè filtro da 200 ml ne contiene circa 90 mg). Per le donne in gravidanza o in fase di allattamento, invece, l’EFSA consiglia di non superare i 200 milligrammi al giorno.
In generale, è bene sapere che la caffeina, in dosi eccessive, può portare a effetti collaterali (insonnia, ansia e nervosismo, solo per citarne alcuni) e che, nel calcolare la quantità giornaliera di caffè, bisogna considerare che questa sostanza può essere assunta anche attraverso altre fonti alimentari come tè, cioccolato, bibite energetiche, ecc.
Lo sapete che il caffè può regalare dei benefici anche se applicato sulla pelle o sui capelli? Usando il caffè macinato oppure i fondi di caffè, infatti, possiamo realizzare tanti rimedi di bellezza “fai da te”: scoprite come preparare delle maschere viso e degli impacchi per una chioma più forte e lucente!
Un pranzo di Natale con gli amici, tra chiacchiere, sorrisi e profumi d’oriente. Una Christmas Reunion che ha visto coinvolte in Accademia influencer e due special guest, Mimi Thorrison, celebre food blogger francese e Tina, titolare di Oh Crispa! il ristorante cinese più conosciuto a Torino.
Un incontro speciale con un tocco di rosa per supportare “Women in Coffee” il progetto di Caffè Vergnano che sostiene le donne che lavorano nelle piantagioni di caffè. Durante l’evento, infatti, per ogni like ricevuto alle foto pubblicate dalle influencer, sono stati devoluti 50 centesimi al progetto: a fine giornata sono stati raccolti oltre 1500 euro.
Dietro i fornelli si sono alternate Mimi Thorrison che ha cucinato una torta con marmellata di marroni guarnita con marron glacé, e Tina, che ha cucinato diverse specialità del suo paese.
Un incontro benefico, dunque, per festeggiare insieme il Natale e aiutare a far avverare quello che Carolina Vergnano ha definito il suo sogno per 2019.
Per conoscere il progetto visita il nostro sito! https://www.caffevergnano.com/womenincoffee
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Questo locale meraviglioso, considerato tra i caffè più belli del mondo, accoglie artisti, scrittori e intellettuali da quasi cento anni.
Oggi andiamo alla scoperta della storia e delle curiosità di questo cafè, celebre anche per aver visto nascere uno dei personaggi letterari destinati a cambiare l’immaginario dei bambini di tutto il mondo: Harry Potter!
J.K. Rowling al Cafè Majestic di Porto: ecco dove è nata la saga di Harry Potter
Tra gli avventori di questo luogo affascinante e sofisticato, che richiama mondi passati e scintillanti, c’è stata anche J.K. Rowling, autrice dell’amatissima serie di Harry Potter.
La Rowling ha abitato a Porto per due anni, dal 1991 al 1993: la sera lavorava come insegnante d’inglese, e durante il giorno dava vita a Harry Potter e la Pietra Filosofale, primo volume della saga, seduta proprio al Cafè Majestic.
Che le atmosfere fiabesche di intarsi e vetrate le abbiano ispirato l’architettura della Sala Grande di Hogwarts? E che l’andirivieni di giovani studenti e intellettuali con divise scolastiche e mantelline universitarie le abbia suggerito l’abbigliamento dei Grifondoro e delle altre casate?
Noi speriamo che scrivere avvolta tra le sedute di legno, gli intrecci Liberty e i lampadari fluttuanti possa averle suggerito l’esistenza di un mondo magico e al contempo perfettamente plausibile come quello di Harry Potter.
E ora, andiamo alla scoperta della storia di questo straordinario cafè, per vedere come ha influenzato anche l’immaginazione e la cultura della città di Porto.
Il Cafè Majestic durante la Belle Epoque
Il Cafè Majestic compirà tra poco cent’anni: è stato, infatti, inaugurato il 17 dicembre 1921, in via Santa Catarina, con il nome di Elite Cafè.
Una delle strade più in voga della città era pronta a ospitare uno dei locali più belli e scintillanti: l’insegna in stile Liberty, progettata dall’architetto João Queiroz, accompagna le passeggiate dei migliori membri della società cittadina, invitandoli a entrare, sedersi e passare qualche ora in uno dei luoghi più alla moda della città.
Poco dopo l’apertura, nasce dagli avventori il desiderio di cambiare nome al già amatissimo locale: l’Elite Cafè, infatti, è frequentato non solo dall’alta società portoghese, ma anche da quella parigina, che viaggiava assiduamente in Portogallo.
Il nome “Elite” stona con l’atmosfera repubblicana, chic e borghese tipicamente francese, e si decide così di modificarlo in “Cafè Majestic”, altrettanto altolocato, ma con meno richiami a cultura elitaria e monarchia.
Proprio in questi anni, il Cafè inizia a essere frequentato dalle figure più influenti del panorama intellettuale e letterario dell’epoca: tra i suoi tavoli si siedono abitualmente José Régio, Teixeira de Pascoaes e Leonardo Coimbra, portando avanti alcuni tra i dibattiti sociali, politici e filosofici più importanti di quel tempo.
Nel 1925 viene costruito il patio interno, per creare un giardino d’inverno, e nel 1927 il Cafè Majestic si amplia, per offrire alla clientela anche una terrazza aperta, dove bere birra nelle sere d’estate.
Gli anni più recenti: il declino e una nuova ascesa
A seguito delle guerre e durante gli anni Sessanta, il Cafè Majestic inizia ad assopirsi: le manifestazioni studentesche, culturali e politiche lasciavano poco spazio allo sfarzo e alla ricerca di un certo stile di vita.
Pian piano, gli anni scintillanti della Belle Epoque sono stati dimenticati, ma per fortuna, nel 1983, il Comune di Porto decide di segnalare l’edificio come “di pubblico interesse”, riconoscendone la portata storica e artistica.
Questo dà il via a un decennio di tentativi di riqualificazione e rinnovamento degli spazi, con l’obiettivo di restituire il locale alla città: nel 1992 viene dato il via ai lavori e nel 1994 il Majestic inaugura con nuovo splendore.
Il Cafè Majestic oggi: se siete a Porto, non potete perderlo!
Se oggi volete entrare al Cafè Majestic, probabilmente dovrete fare un po’ di fila, ma vi assicuriamo che ne varrà la pena.
Entrando, sarete avvolti da suggestioni e sussurri di tempi passati, grazie anche alla bellezza decadente della città di Porto, coloratissima nei suoi azulejos e nelle facciate delle case, negli intrecci delle chiese e nei vicoli con l’intonaco scrostato.
Altra tappa da non perdere se vi trovate in città e siete fan di Harry Potter è la Livraria Lello, una delle librerie storiche di Porto, che pare essere stata un’altra fonte di ispirazione per J.K. Rowling: guardando le sue scalinate e i suoi soffitti, non vi sarà difficile capire perché!
Se siete appassionati viaggiatori e state prendendo appunti su luoghi da visitare e locali da non perdere, vi consigliamo di andare alla scoperta anche di The Eagle and Child a Oxford, del Gran Caffè Gambrinus di Napoli, ma anche di Shakespeare and Company a Parigi, del Cafè Pushkin a Mosca e del New York Cafè di Budapest. Che ne dite di mettere in lista alcune di queste destinazioni per il 2020?
Informazioni sul Cafè Majestic di Porto
Rua Santa Catarina, 112, 4000-442
credits: sito ufficiale Cafè Majestic
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Liquore al caffè con il Bimby: 2 ricette semplici e veloci
Il Bimby, uno dei robot da cucina più famosi, permette di cucinare tanti piatti differenti, dai primi ai secondi, dai contorni ai dolci, semplificando la vita soprattutto a chi non ha molto tempo per mettersi ai fornelli. E se vi dicessimo che con il Bimby potete fare anche il liquore al caffè? Ecco due ricette per offrire a parenti e amici un gustoso digestivo (entrambe sono state ideate per il modello TM31).
Liquore al caffè con il Bimby: una ricetta facile e golosa
Preparare il liquore al caffè con il Bimby richiede pochissimi passaggi e ingredienti. Ecco tutti gli step necessari per servire, a fine pasto, una bevanda gustosa.
Ingredienti per 1 bottiglia
- 300 g di alcool 90 gradi
- 500 g di zucchero
- ½ litro di caffè ristretto
- 1 bustina di vanillina
Procedimento
- Dopo aver preparato il caffè, versatelo nel boccale del Bimby insieme allo zucchero, quindi attivate il robot per 15 minuti, a 50 gradi, velocità 1.
- Una volta fatto raffreddare il composto, aggiungete la vanillina e l’alcool, e azionate il Bimby per 10 secondi a velocità 7.
- A questo punto, il vostro liquore è pronto: non vi resta che imbottigliarlo e conservarlo in frigorifero.
Liquore al caffè e mou: una ricetta sfiziosa da preparare con il Bimby
Quella che vedremo è una variante particolare del liquore: sempre realizzata con il Bimby, unisce l’aroma intenso del caffè a quello dolce della salsa mou. Pronti a leccarvi i baffi?
Ingredienti per 1 bottiglia
- 70 g di caffè (corrispondenti a circa 4 tazzine)
- 100 g di alcool 95 gradi
- 150 g di latte
- 120 g di zucchero
- 100 g di panna vegetale
- 30 g di acqua
- 70 g di zucchero
Procedimento
- Per prima cosa, occupatevi della salsa mou facendo sciogliere, in un pentolino, l’acqua e lo zucchero; nel frattempo, in un secondo pentolino, scaldate la panna, che aggiungerete allo zucchero e all’acqua non appena questi inizieranno a caramellare.
- Dopo aver unito la panna al composto di acqua e zucchero, lasciate cuocere il tutto per circa 1 minuto.
- Una volta realizzata la salsa mou, è il momento di preparare il liquore al caffè con il Bimby. Versate nel boccale il caffè, la salsa mou, lo zucchero e il latte, e fate cuocere 12 minuti, a 100 gradi, velocità 3; successivamente, lasciate raffreddare.
- Quando il composto si è raffreddato, potete aggiungere l’alcool e fare amalgamare 1 minuto a velocità 3: il vostro liquore è pronto e potete conservarlo in frigorifero.
Come realizzare il liquore al caffè senza il Bimby
È vero che oggi il tempo scarseggia sempre di più, ma quella del liquore al caffè è una ricetta che potete eseguire velocemente, e senza troppe difficoltà, anche con i metodi “tradizionali”. La preparazione che stiamo per proporvi non si discosta molto dalla prima che vi abbiamo illustrato. Inoltre potete trovarla anche in un precedente articolo, insieme ad altre interessanti delizie come la grappa o il rosolio al caffè. Ecco come procedere passo dopo passo.
Ingredienti
- 500 ml di caffè
- 500 g di zucchero
- 250 ml di alcool
- 1 bacca di vaniglia
Procedimento
- In un pentolino scaldate il caffè, versandoci lo zucchero e una bacca di vaniglia, quindi mescolate lentamente finché lo zucchero non si sarà sciolto bene.
- Lasciate raffreddare il tutto e, successivamente, aggiungete l’alcool.
- Mescolate il composto e, dopo averlo filtrato con un colino, versatelo in una bottiglia. Questa andrà conservata in un luogo buio e fresco per 10 giorni, dopodiché il liquore sarà pronto per essere gustato.
Siete curiosi di provare il liquore al caffè con il Bimby? Perché non date un’occhiata alle nostre miscele di caffè per trovare quella che fa per voi?
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Oggi vediamo insieme come prepararlo, e come renderlo ancora più gustoso con alcune varianti. Pronti? Vi avvisiamo, non riuscirete a resistere!
Ingredienti e preparazione del tronchetto di Natale al caffè
Una morbidissima pasta biscotto al caffè che circonda una crema di ricotta (che può essere sperimentata anche in varianti al cioccolato) e gocce di cioccolato: ecco a voi il Bûche de Noël!
Ingredienti per la pasta biscotto al caffè:
- 4 uova
- 180-200 gr di zucchero
- 120 gr di farina
- 1 bustina di lievito
- 70 gr di fecola di patate
- 3 cucchiaini di miscela di caffè o caffè solubile
- se vi piace, potete aggiungere 2 cucchiai di marsala
Ingredienti per il ripieno:
- 300 gr di ricotta
- gocce di cioccolato (potete metterne quante ne volete, a seconda dei gusti)
- 4 cucchiai di zucchero
Ingredienti per la farcitura al caffè
- 200 gr di panna fresca
- 200 gr di cioccolato: bianco, al latte, fondente, come preferite
- 3 cucchiaini di miscela caffè o caffè solubile
- 1 cucchiaino di zucchero semolato
- 30 gr di burro
Procedimento e cottura del tronchetto di Natale al caffè
Innanzitutto, prepariamo la farcitura del tronchetto: tritate il cioccolato e mettetelo da parte, e intanto scaldate panna, zucchero, burro e caffè, mescolate e portate a ebollizione. A questo punto, aggiungete il cioccolato e mescolate finché la crema non è miscelata: fatela raffreddare e riponetela in frigo per almeno 1 ora e mezza.
È il turno della pasta biscotto, il rivestimento delizioso di questa ricetta di Natale: montate le uova con lo zucchero, aggiungete farina, lievito, fecola e caffè, e mescolate finché non scompaiono tutti i grumi.
Se preferite, potete anche aggiungere 2 cucchiai grandi di caffè preparato con la moka, ma fatelo prima raffreddare.
Versate il composto in una teglia rettangolare, compattate l’intera superficie e infornate per 10 minuti circa a 180 gradi: nel frattempo, preparate la crema di ricotta, impastandola con le fruste insieme a zucchero, marsala e gocce di cioccolato. Continuate a lavorare il composto fin quando risulterà omogeneo, spumoso e privo di grumi.
Quando sfornate la pasta biscotto, fatela innanzitutto raffreddare. Poi, farcite con la crema di ricotta e arrotolate il dolce per bene e con delicatezza. Fate riposare ancora in frigorifero affinché il tronchetto si compatti al meglio.
È il turno della morbida farcitura al caffè: montatela con un frullatore finché non risulta soffice e spumosa, e ricoprite il vostro tronchetto.
Un’idea per una decorazione facile? Con una forchetta disegnate della venature sulla superficie del tronchetto e aggiungete qualche rametto di agrifoglio o di mirtilli rossi.
Una variante squisita può prevedere la farcitura con una crema meringa, o con morbido mascarpone montato.
Che dite, vi è venuta l’acquolina in bocca?Se questa ricetta vi ha ispirati e vi sentite avvolti dal clima natalizio al sapore di caffè, lasciatevi tentare da alcuni strepitosi caffè natalizi con cui stupire amici e parenti!
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Niente panico! Oggi vi diamo qualche suggerimento per trovare l’idea giusta per gli ultimi pacchetti da regalare ad amici, parenti e colleghi … amanti del caffè. Eh già, un vero innamorato ama ricevere doni che riguardano la sua bevanda del cuore e noi, in questo caso, vogliamo suggerirvi di regalare libri a tema.
Per un vero coffee addicted leggere un libro che parla di caffè significa evocare profumi, sensazioni, momenti speciali di relax e condivisione. Fidatevi di noi: con queste idee, non sbaglierete!
5 libri per gli amanti del caffè
Un libro completo sul caffè
Caffé sommelier. Viaggio attraverso la cultura e i riti del caffè, Luigi Odelli - Giovanni Ruggieri - Fabio Petroni, edizioni White Star, 2018
Il testo curato da Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori e dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, accompagnato dagli scatti di Fabio Petroni, racconta il caffè in ogni suo aspetto: un libro must-have per chi è davvero appassionato, o per chi vuole farsi un’idea completa sulla propria bevanda preferita.
Per chi vuole conoscere la storia del caffè
Manuale del perfetto amatore del caffè. Storie, racconti e ricette da un originale del 1836, a cura di L.Mancusi Sorrentino, edizioni Intra Moenia, 2018
Nell’anno 1836, a Napoli, città italiana punto di riferimento del caffè, viene diffuso un testo intitolato Manuale dell’amatore del caffè, basato sulle regole del galateo, che spiega come scegliere il caffè, come tostarlo, prepararlo e servirlo al meglio. Il tutto arricchito da storie, leggende e tradizioni che, già all’epoca, accompagnavano l’immaginario legato a questa bevanda. Un piccolo gioiello di leggerezza e cultura davvero imperdibile, da regalare a chi ha gusti raffinati e ama scoprire sempre qualcosa di nuovo.
Un regalo per veri amanti della colazione
Facciamo colazione? Ricette e buone abitudini per iniziare la giornata con la giusta energia, di Barbara Toselli, edizioni Gribaudo, 2019
Certo, il caffè si può gustare a qualunque ora del giorno, ma ci accompagna soprattutto durante la colazione: ecco perché donare questo libro a chi è un appassionato del primo pasto della giornata, e ispirarlo con ricette e delizie dolci e salate a cui accostare una bella tazza di caffè fumante.
Caffè, ma non solo: una lettura per chi è interessato ad aspetti economici e sociali
Tè, caffé, cioccolata. I mondi della caffeina tra storie e culture, di B. Wienberg e B.Bealer, Donzelli edizioni, 2009
Un viaggio tra aspetti storici, culturali, sociali ed economici legati alla caffeina, l’unica sostanza stimolante che è riuscita ad abbattere restrizioni e confini, diventando di libero accesso e fruizione, fino a consacrarsi come imperdibile in ogni parte del mondo.
Un libro per chi vuole approfondire tutto ciò che sta intorno a un motore economico di rilievo, e affinare la propria coscienza critica.
Ricette, storia, idee e curiosità: il libro sul caffè che fa contenti tutti
Mondo caffè. Storia, consumo ed evoluzione di un'invenzione meravigliosa, di Andrea Cuomo e Anna Muzio, Cairo editore, 2019
In questo libro c’è un po’ di tutto, ed è adatto a tutti i gusti. All’amico appassionato di cucina, al collega con cui condividere la pausa caffè, alla sorella che ama sperimentare ai fornelli ed è interessata anche di storia e curiosità dal mondo. Un libro che permette di farsi un’idea completa sull’origine delle miscele, la differenza tra le composizioni, l’impatto del caffè sullo stile di vita del nostro secolo. Non mancano, ovviamente, ricette e sfizioserie.
Che dite, avete trovato qualche spunto per i vostri regali di Natale o è venuta voglia anche a voi di leggere uno di questi libri? Se siete alla ricerca di suggerimenti per doni originali, vi consigliamo di dare un’occhiata anche al Tin Configurator Vergnano, la lattina di caffè personalizzata perfetta per un regalo natalizio.
Buona ricerca degli ultimi regali!
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Come fare le crêpes
Prima di conoscere la ricetta delle crêpes originali di Fico e Uva, vi diamo alcuni suggerimenti che potranno tornarvi utili sia nel caso in cui decidiate di preparare la versione dolce che nel caso in cui preferiate provare quella salata.
Niente grumi nell’impasto
Il nemico numero uno delle crêpes è senz’altro l’antiestetica e poco gradevole pallina di farina che può formarsi nell’impasto se non è ben lavorato. Per evitare i grumi è necessario impastare con una frusta e inserire gli ingredienti un po’ alla volta. Inoltre, è utile setacciare la farina, inserirla anch’essa un po’ per volta e mescolarla con la frusta. Se, nonostante tutte queste accortezze, vi rendete conto che nell’impasto si sono formati i grumi, il nostro suggerimento è quello di metterne un mestolo alla volta in un colino e, quindi, girare delicatamente con un cucchiaio di legno fino a renderlo liscio.
L’importanza del riposo
Dopo aver preparato l’impasto, è importante lasciare che riposi per almeno mezz’ora: questo consentirà alla farina di rilasciare tutto l’amido. Se ben conservata in un contenitore ermetico, potete anche preparare la pastella il giorno prima.
La padella giusta per le crêpes
Per preparare una crêpe a regola d’arte è importante avere la padella giusta. Il fondo antiaderente è indispensabile per evitare di bruciare l’impasto durante la cottura. Anche l’altezza è fondamentale: una padella dai bordi troppo alti, infatti, non vi consentirà di girare agevolmente la crêpe a metà cottura. Attenzione, infine, al diametro: se scegliete una padella molto larga, dovrete mettere più impasto; al contrario, dovrete diminuire la quantità con una padella più piccola, per evitare di avere una crêpe troppo alta.
La temperatura
Prima di versare l’impasto, fate scaldare la padella fino a renderla ben calda. Allontanatela dal gas mentre versate la pastella e roteatela immediatamente per distribuire il composto su tutta la superficie. Questa operazione può sembrare banale ma è importante: se la temperatura fosse troppo alta, infatti, la pastella inizierebbe a solidificarsi al centro senza darvi il tempo di distribuirla su tutta la superficie. Se, al contrario, fosse troppo fredda, rischiereste di dare una cottura non omogenea all’impasto.
Fate in modo, inoltre, che la pastella abbia lo stesso spessore su tutta la superficie della padella e, se dovesse rimanere qualche spazio vuoto, siate veloci nel versare qualche goccia proprio dove serve. Controllate sempre la temperatura prima di proseguire con una nuova crêpe. Non dimenticate, infine, di ungere la padella ogni tanto con una noce di burro.
E ora la farcitura
Una volta che avete preparato le crêpes, non vi resta che farcirle: potete scegliere la versione dolce, con cioccolata, crema o marmellata, ma anche semplicemente con zucchero o frutta. Oppure potete optare per la versione salata, riempiendola con salumi e formaggi. L’impasto, infatti, si presta a entrambe le versioni. Potete anche pensare a un menu completo a base di crepes, partendo dal salato e terminando con il dolce. In questo caso, potreste richiuderle a fagottino e sistemarle una accanto all’altra per ripassarle in forno poco prima di portarle in tavola.
Crêpes originali ad alberello al profumo di arancia: la ricetta di Fico e Uva
Dopo aver scoperto quali sono i trucchi da seguire per preparare delle crêpes perfette, vediamo la ricetta che Fico e Uva ci propongono in versione natalizia: la forma, ad albero di Natale, è perfetta per questo periodo di feste, mentre la scorza d’arancia donerà al vostro piatto un profumo adatto a questa stagione. Ecco come realizzarle.
Ingredienti per 10 crêpes con pentola da cm 26
- 500 ml di latte parzialmente scremato
- 200 g di acqua
- 250 g di farina 0
- 4 uova
- 1 pizzico di sale
- 40 g di zucchero
- q.b. di scorza di arancia bio
- q.b. di burro per ungere
PER LA DECORAZIONE
- q.b. di chicchi di melagrana
- q.b. di zucchero a velo
- q.b. di cioccolato fondente fuso
- q.b. di piccole meringhe
Procedimento
- In una ciotola grande setacciate la farina e unite il pizzico di sale. Rompete le uova in un piatto e sbattetele velocemente prima di versarle al centro della ciotola con la farina.
- Unite l’acqua e il latte e aggiungete lo zucchero fino a scioglierlo. Iniziate a inglobare a filo, continuando a mescolare con una frusta da cucina, fino a ottenere una pastella liscia e senza grumi. Aggiungete la scorza dell’arancia, grattugiata fine. Coprite e lasciate riposare per circa 40 minuti. Mescolate l’impasto prima di procedere alla cottura delle crêpes. Ungete con il burro una padella antiaderente dai bordi bassi e iniziate con l’aiuto di un mestolo a cuocere le singole crêpes per 2-3 minuti per lato, girando e proseguendo dall’altra parte. Togliete le crêpes e impilatele su un piatto separandole con un pezzetto di carta forno. Ogni due crêpes, ungete nuovamente la padella.
- Una volta pronta, tagliate ogni crêpes a metà e ripiegatela ad alberello, decorandola con del cioccolato fondente, dei chicchi di melagrana, delle piccole meringhe e dello zucchero a velo.
Abbinamento con il tè nero
Il Natale è una tazza calda tra le mani, con il profumo del bergamotto della migliore qualità di Tè nero in foglia di THÈspresso1882. E anche la crêpes, con pochi tocchi, si chiude in un abbraccio a formare un alberello, per dare un tocco di magia e di incanto alle colazioni di questi giorni speciali.
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Un vantaggio da alcuni punti di vista, ma anche una questione dibattuta, specialmente per i costi fissi che l’installazione del dispositivo comporta per i proprietari. Oggi approfondiamo questo argomento, per comprendere meglio cosa comporta l’introduzione del Pos obbligatorio nei bar.
Il Pos obbligatorio in Italia, una panoramica
In Italia, il primo passo per introdurre l’obbligo per commercianti - quindi anche baristi e proprietari di locali - di accettare pagamenti elettronici, risale al 2012. Il Decreto crescita 2.0, decreto legge 179/2012 art 15 co.4, emanato dal governo Monti, prevede l’obbligo a partire dal 1 gennaio 2014.
Il successivo governo Letta, proprio a inizio 2014, tramite un decreto Mise - Ministero dello Sviluppo Economico, stabilisce poi che il tetto minimo perché l’obbligo sia effettivo è di 30 euro. Per spese inferiori a quella cifra, il vincolo viene meno.
In concomitanza al decreto Mise, la data di entrata in vigore diventa il 30 giugno 2014, ma senza sanzioni per chi lo avesse violato.
Il governo Renzi decide di affrontare nuovamente l’argomento in previsione del 2016, e il tetto di obbligo passa da 30 a 5 euro.
La questione rimane aperta fino al 2018, quando viene affermato che, in ogni caso, un decreto ministeriale non ha rango di legge. Siamo perciò in presenza di quella che si potrebbe definire un’indicazione o, in termine tecnico, un onere per commercianti e professionisti.
Ultimo a pronunciarsi sul tema è stato l’attuale governo Conte, che ha fissato appunto a luglio 2020 la data per installare il Pos nei locali commerciali, e quindi anche nei bar, prevedendo una finestra di tempo per intervenire sulle commissioni bancarie e le spese fisse legate alla presenza del Pos.
È proprio questo, infatti, il principale problema dell’utilizzo di questo dispositivo: vediamo meglio di cosa si tratta.
Quali sono le spese fisse legate al Pos obbligatorio nei bar?
Proprio in vista di questa nuova scadenza fissata per il 2020, Federcontribuenti è intervenuta sulla questione, analizzando alcune voci di spesa inerenti al Pos.
- costo installazione
- costo canone mensile
- costo transazione
- costo percentuale sulla transazione eseguita.
Dall’esame di queste voci, secondo Federcontribuenti, è emerso che il canone mensile oscilla tra i 20 e 50 euro mensili a carico dell’esercente. A questa spesa bisogna aggiungere il canone sul conto corrente bancario, l’IVA e le spese di commissione. Secondo questa analisi, il costo fisso medio è di almeno 2.000 euro all’anno.
È quindi evidente che la principale problematica relativa al Pos obbligatorio nei bar ha proprio a che fare con le spese fisse. Se queste si potessero abbassare renderebbero possibile l’utilizzo di questo dispositivo anche per piccoli importi, facilitando così la vita a tutti, sia a chi paga che a chi riceve il pagamento.
Il gap temporale previsto dal governo Conte lascia appunto spazio per queste manovre fino a luglio 2020.
Pos obbligatorio nei bar, la situazione oggi: cosa cambierà da luglio 2020?
Il testo della Legge di Bilancio 2020 è stato approvato dalla Camera il 23 dicembre scorso, e il 30 dicembre 2019 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale con riferimento Legge n. 160 del 27/12/2019.
A luglio, quindi, la situazione cambierà rispetto a ora:
- l’installazione del Pos sarà obbligatoria nei bar
- per l’esercente che rifiuta la transazione è prevista una sanzione di 30 euro + il 4% del valore della transazione rifiutata.
Questo, per valorizzare e rendere pratica abituale l’utilizzo del pagamento elettronico, di cui si evidenziano alcuni vantaggi, tra cui la comodità per il cliente stesso e la possibilità di tracciare i pagamenti, evitando quindi riciclaggio e movimentazioni scorrette.
Il nostro consiglio è quello di rimanere aggiornati consultando i testi ufficiali e confrontandosi sempre con il proprio commercialista e con i professionisti di riferimento, per essere certi di adempiere agli obblighi di legge e sapere come muoversi quando sarà in vigore questa importante novità.
Ti interessa aprire un bar e vorresti avere un’idea dei costi da affrontare? Leggi l’articolo dedicato!
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