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Il Best Barista 2013 viene dalla Turchia, sia chiama Soner e ha sbaragliato nella finale alla Fiera Host gli altri concorrenti. È stato il migliore per […]
Fegato, diabete, performance sportiva. Il caffè aiuterebbe la nostra salute – fino a combattere le rughe e a limitare il rischio di suicidi. Ecco gli ultimi […]
Speravamo fosse afrodisiaco ed invece il caffè può essere controproducente. Soprattutto perché un sondaggio rivela come un buon espresso sia meglio del sesso. Leggere per credere…
Mignoli che si sollevano, caffè fatti roteare come un bicchiere di rosso e altri errori di chi vuole atteggiare a gran dama o esperto sommelier. Per […]
Un tempo, e forse ancora, letti per predire il futuro, i fondi di caffè sono più affidabili in versione “beauty”: con olio, miele e pochi altri […]
Una tipica torta da caffè di Ina Garten, famosissima foodwriter americana, conduttrice tv e vera e propria guru dell’arte dell’organizzazione di party e cene. Questa torta […]
Il caffè va bevuto “caldo, comodo e carico”. Le regole nascono da una frase dialettale napoletana e oggi sono tantissime le persone che le rispettano alla […]
Ovvero, come trovarsi a migliaia di chilometri alla ricerca di posti da coffelovers e trovare una caffetteria arredata come la casa della nonna (dove si beve […]
I coffee lover americani hanno cominciato a tostarsi il caffè in casa, con strumenti super-tecnologici o semplicemente in padella, nel forno, o nella macchina dei pop […]
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È stato il migliore per capacità tecniche, organizzazione, empatia con il pubblico e per i suoi segreti su come servire il caffè dalla sua terra d’origine…
Una gara all’insegna della bravura, della velocità, della competenza, della simpatia. La finale di best Barista alla fiera Host 2013 [Salone internazionale dell’ospitalità professionale svoltasi a Milano dal 18 al 22 ottobre scorso] è stato tutto questo e molto altro. Certo, potremmo venire tacciati di essere di parte ma questo lo potrebbe dire solo chi non ha assistito all’enorme affluenza di pubblico accorso all’evento o chi non conosce questa bella competizione. Per questo ve la raccontiamo con il nostro punto di vista, appassionato e coinvolto ma il più possibile oggettivo. Il concorso best Barista è promosso da Caffè Vergnano, che anche quest’anno ha invitato i propri baristi a sfidarsi a colpi di espressi, cappuccini e altre specialità del gusto italiano. Le diverse selezioni nazionali si sono svolte durante il corso dell’anno, e gli 8 finalisti si sono ritrovati a Milano per l’ultima competizione, durata due giorni, dove i partecipanti sono stati valutati da una giuria di esperti. Ogni partecipante ha saputo rappresentare il proprio Paese – Grecia, Malesia, Indonesia, Slovacchia, Francia, Lettonia, Turchia e Italia (da nord a sud) – in modo originale e caratteristico, senza perdere l’essenza del caffè italiano ma arricchendolo con qualche dettaglio del proprio paese d’origine: dai macarons d’oltralpe, i preferiti dai francesi per accompagnare l’espresso, al tipico servizio da caffè turco, con tazzina e recipiente porta dolci finemente realizzati in argento; dal caffè servito su tovaglietta di carta firmata da Amanda “from Malaysia with love”, a quello accompagnato dai tovagliolini con i colori della bandiera slovacca. I ragazzi che si contendevano il titolo erano emozionatissimi (le mani tremavano visibilmente nel porgere ai giudici le tazzine) ma ben preparati, hanno restituito una bella immagine dei giovani di oggi, capai ancora di imparare, di credere in quello che fanno, di combattere e di mettersi in gioco accettando con il sorriso che il proprio compagno sia più forte e preparato. Molti i parametri di valutazione della competizione: la preparazione innanzitutto, insieme alla velocità (quanti più espressi, take away e cappuccini possibile in 10 minuti! Magari con un po’ di latte art...), alla pulizia (guai a lasciare la spugna in vista, per non parlare dell’ossessione dei giudici per la lancia vapore sempre linda e brillante), alle competenze in fatto di origini di caffè, tempi di estrazione, caratteristiche delle varie miscele. Ovviamente, oltre a tutto ciò, un vero barista deve essere accomodante e creare empatia con il proprio cliente. Penalità a rischio squalifica, una pessima valutazione e l’abbandono del pubblico (sventura mai capitata!) La sfida avvincente ha richiamato pubblico da tutta la fiera, nello stand spettacolare allestito da Caffe Vergnano. Un vero e proprio Coffee Shop con tanto di bancone, tavolini, sedie e tutta l’atmosfera di una caffetteria rilassante e moderna. Lo spirito della manifestazione è stato colto al meglio anche grazie al master trainer dell’Accademia Vergnano, Damian Burgess, artefice fin dall’inizio, ormai mesi e mesi fa, del lungo tour intorno al mondo alla ricerca dei migliori professionisti e che, anche in questa fase finale, si è rivelato un ottimo direttore d’orchestra (ndr. soprattutto nella gara mondiale dove finalmente ha potuto esprimersi liberamente in inglese!). Come ogni vera competizione che si rispetti il vincitore, Soner Ozdemir, che si era aggiudicato il primo posto nelle selezioni locali il 1 agosto scorso, insieme ai suoi accompagnatori e alla famiglia Vergnano, ha festeggiato con la bandiera turca, raccogliendo applausi e complimenti da tutti i compagni. Tanti veri campioni di ospitalità ed accoglienza! [post_title] => Eletto il Best barista 2013: sventola la bandiera turca [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => best-barista-2013-caffe-vergnano [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-10-23 09:07:20 [post_modified_gmt] => 2013-10-23 07:07:20 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/best-barista-2013-caffe-vergnano/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [1] => WP_Post Object ( [ID] => 66721 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-10-23 08:48:05 [post_date_gmt] => 2013-10-23 06:48:05 [post_content] =>Fegato, diabete, performance sportiva. Il caffè aiuterebbe la nostra salute – fino a combattere le rughe e a limitare il rischio di suicidi. Ecco gli ultimi studi...
Tre o quattro tazzine al giorno, questa la dose quotidiana consigliata per gli amanti di questa bevanda… Sono tante le “voci” che girano sul caffè alle quali è facile trovare una risposta. Partendo dal presupposto che esagerare non va mai bene (come del resto per ogni cosa), è vero, infatti, che non va bevuto in dosi elevate, che non è consigliato a chi soffre di pressione alta o di patologie cardiache, che aiuta la concentrazione, che ci sono persone più o meno sensibili alla caffeina e che è il modo migliore per staccare e ricaricare le energie, oltre ai luoghi comuni c’è molto di più. Gli studiosi sono infatti concordi nell’affermare che ancora tanto deve essere scoperto sull’oro nero, che racchiude in sé doti assolutamente insospettabili. Vediamone alcune. Il caffè aumenta le performance degli atleti. Gli sportivi sanno bene che bere un espresso prima di una gara regala una buona dose di carica. Il caffè aumenta la presenza di acidi grassi nel sangue che vengono poi bruciati durante lo sforzo fisico per produrre energia. Sport o vita quotidiana, l’energia del caffè aiuta anche le performance… sessuali! Il caffè è un importante alleato per chi è a dieta. La caffeina, infatti, inibisce il senso della fame: bevuto a metà mattina o nel pomeriggio rappresenta un rompi digiuno molto efficace che aiuta ad arrivare all’ora di pranzo senza cedere alla tentazione di spuntini. L’ultima moda è il caffè verde, da bere in infusione, ma non bisogna dimenticare che una classica tazzina di espresso, assaporato senza zucchero, contiene solo 2 calorie. Il caffè contiene sostanze antiossidanti naturali, molecole che rallentano e neutralizzano i danni causati dai radicali liberi. Le proprietà antiossidanti del caffè sono dovute alla ricchezza di acidi cloro genici, potenti antiossidanti che sarebbero coinvolti nella regolazione dei livelli dell’assorbimento di glucosio nel sangue. Il caffè è un’arma per combattere il diabete. Secondo gli scienziati è utile nel trattamento e nella prevenzione del diabete di tipo 2, la più comune e più diffusa forma di questa patologia, che si manifesta con l’avanzare dell’età, normalmente in persone sovrappeso e che conducono una vita troppo sedentaria. Rispetto al diabete di tipo 1, ritenuto da molti studiosi una malattia autoimmune, che si manifesta di solito in persone al di sotto dei 35 anni, quello di tipo 2 è molto più legato allo stile di vita e all’alimentazione. Il caffè riduce il rischio di cancro alla pelle per le donne. I ricercatori dell’Università di Harvard hanno seguito più di 112mila uomini e donne per un periodo di venti anni: la ricerca ha evidenziato che le donne che bevono tre o quattro tazze di caffè al giorno hanno molte meno probabilità di sviluppare un tumore alla pelle. Il caffè aiuta il fegato. Sembra infatti essere un valido protettivo contro alcuni disturbi, riducendo il rischio di cancro al fegato del 40%. Alcuni studi hanno dimostrato che tre o quattro tazzine al giorno possono ridurre il rischio di cirrosi fino all’80%. Il caffè riduce il rischio di suicidio. Secondo i ricercatori della Università di Harvard, le persone che bevono dalle 2 alle 4 tazzine al giorno hanno il 50 % di possibilità in meno di togliersi la vita rispetto alle altre. Lo studio ha dimostrato quindi che la caffeina avrebbe gli stessi effetti di un antidepressivo. [post_title] => Caffè e salute: le virtù insospettabili [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => caffe-e-salute-le-virtu-insospettabili [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-10-23 08:48:05 [post_modified_gmt] => 2013-10-23 06:48:05 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/caffe-e-salute-le-virtu-insospettabili/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 66715 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-10-16 14:15:39 [post_date_gmt] => 2013-10-16 12:15:39 [post_content] =>Speravamo fosse afrodisiaco ed invece il caffè può essere controproducente. Soprattutto perché un sondaggio rivela come un buon espresso sia meglio del sesso. Leggere per credere...
Il sesso “tira”: in tv, sui giornali e online – fa vendere, fa cliccare, alza i dati Auditel. Su un magazine maschile o femminile, settimanale o bimestrale, per giovani o terza età non manca mai. Ecco perché spunta sempre nei modi più diretti (tipo con articoli Come farla godere in 10 mosse) o indiretti (nelle rubriche parascientifiche di divulgazione sulla diffusione della pillola blu). Lo fanno tutti, dalla stampa spazzatura ai più autorevoli - basta dare un'occhiata alla colonna destra dei siti web dei maggiori quotidiani italiani. Ecco perché, essendo Coffeeandnews.it un magazine, non poteva non avere il suo pezzo a tema, sparato in home page per la gioia delle masse. Il caffè è afrodisiaco, doveva intitolarsi così. Peccato che quando abbiamo appoggiato le dita sulla tastiera a far ricerche ci siamo rese conto che il caffè non è per nulla afrodisiaco. E anzi, fa pure male all'amore. Perché il caffè dovrebbe essere afrodisiaco? Perché è un'eccitante, perché è forte e aromatico e poi perché sui cibi afrodisiaci si è letto di tutto – dal peperoncino alle arance, dalle ostriche alle melanzane. Ed invece il caffè no. Il potere eccitante della caffeina è indiscutibile: una sola tazza di caffè o bevande contenenti caffeina può dare più energia e resistenza, migliorando così le prestazioni fisiche. Questo effetto “atletico” influenza talmente le performance sportive che il Comitato Olimpico Internazionale ha classificato la caffeina come restricted droug, ossia che può essere utilizzata dai concorrenti solo senza esagerare. Il caffè assunto con moderazione è uno stimolante ma potrebbe influire negativamente sulla produzione di testosterone e quindi sul desiderio sessuale, e il suo abuso lo tramuta in un depressivo a causa del calo di capacità neurologica causato dallo svanire dell'effetto. In sostanza, il caffè non è per nulla afrodisiaco. Il caffè? Meglio del sesso per il 50% Caffè o sesso? La risposta potrebbe sembrare ovvia ed invece la catena alberghiera Le Meridien ha lanciato un sondaggio fra i propri ospiti (in 6 Paesi fra cui Stati Uniti e Cina) e ne ha diffuso i risultati i primi giorni di ottobre. L'esito, drammatico: il caffè è meglio del sesso! Il 53% degli ospiti preferisce il caffè al sesso come modo perfetto per iniziare la giornata. Il 78% piuttosto che rinunciare al caffè per un anno avrebbe detto basta ad alcol, social network e sesso. Un quarto degli intervistati senza il primo caffè del mattino si sente meno creativo, mentre il 22% che non può letteralmente alzarsi dal letto senza. Per il 16% - a avremmo giurato di più - la tazzina è il solo modo per affrontare e parlare con altre persone. Il caffè preparato con amore e servito a letto come buongiorno resta però un gesto davvero romantico. Così come la frase “sali a bere un caffè” pronunciata alla fine di un appuntamento. Non sarà perché il caffè è afrodisiaco, ma hanno sempre funzionato: da cosa nasce cosa.... [post_title] => Il caffè è meglio del sesso [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => caffe-sesso-afrodisiaco [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-10-16 14:15:39 [post_modified_gmt] => 2013-10-16 12:15:39 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/caffe-sesso-afrodisiaco/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [3] => WP_Post Object ( [ID] => 66712 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-10-16 09:07:02 [post_date_gmt] => 2013-10-16 07:07:02 [post_content] =>Mignoli che si sollevano, caffè fatti roteare come un bicchiere di rosso e altri errori di chi vuole atteggiare a gran dama o esperto sommelier. Per scoprire i falsi conoscitori di caffè e qualche cattiva abitudine (ciucciare il cucchiaino, ad esempio).
Non c’è niente di peggio che vedere una finta signora che si atteggia a gran dama, seduta al tavolo da pranzo o in salotto, davanti ad una tazzina di caffè, con mignoli che si innalzano come code di volpino. Forse di peggio ci sono solo gli esperti in materiali, che per fare i degustatori provetti, roteano la tazzina come fosse un bicchiere di vino. Il galateo va di gran moda, almeno quanto fare finta di essere un sommelier, ma non c’è niente di più ridicolo di chi ci prova, commettendo una serie di errori uno dietro l’altro. Pessimi perché si cerca di strafare – quando ad essere normalissime persone educate c’è tanto da guadagnarci. Ecco un po’ di dritte per smascherare i “signori e le signore” del caffè – e imparare qualcosa di nuovo in materia che può sempre tornare utile. Se vuoi fare la perfetta padrona di casa Le posate da dolce, cucchiaini da caffè inclusi, non vanno mai apparecchiati sulla tavola ma devono arrivare insieme al dessert, o al vassoio del caffè. Al ristorante si usa così perché è più comodo per i camerieri apparecchiare tutto prima – ma a casa no. Fa eccezione la prima colazione ovviamente. Non servire il caffè a tavola. Il caffè (se non al ristorante) si beve in salotto, dove verranno condotti gli ospiti al termine della cena e dove si sarà allestito un piccolo tavolino per disporre il vassoio del caffè. Il caffè si serve nella caffettiera, la moka o una “teiera” apposita. Se si usano le cialde o si usa la macchinetta allora lo si porta già distribuito nelle tazzine. Attenzione ai tempi: la caffettiera mantiene il caffè al caldo, se lo servi nelle tazzine è meglio fare a tranche o il primo che hai preparato arriverà già freddo. Per essere veramente chic, la padrona di casa dovrebbe chiedere ad ogni ospite se desidera lo zucchero, quanto e eventualmente se gradisce l’aggiunta di latte o panna (entrambi da servirsi in appositi bricchi sul vassoio). Dovrebbe essere suo compito zuccherare il caffè e porgere la tazzina all’ospite. Nel caso in cui ogni ospite dovesse servirsi da sé, fondamentale il cucchiaio da zucchero (non si usa quello personale). A casa o al bar, ecco come si serve e come si beve La tazzina si serve poggiata sul piattino, con il manico rivolto a destra, e il cucchiaino sullo stesso lato. Il piattino si tiene con la mano sinistra, il cucchiaino con quella destra. La tazzina si porta alle labbra (non viceversa!) tenendo il manico con pollice e indice. Mai, mai, alzare il mignolo mo’ di coda di volpino. Poco chic e molto parvenù. Per assaporarne al meglio l’aroma Far ondeggiare la tazzina con movimenti rotatori, come fosse un calice di vino, non ha alcun senso e fa sembrare un po’ ridicoli. Il caffè va mescolato sempre, invece, anche se non si aggiunge lo zucchero. Ma non in senso orario o antiorario! Si mescola sempre dall’alto in basso, o viceversa. Il cucchiaino serve solo per mescolare. Dopo averlo usato, va riposto sul piattino, non lo si lascia immerso mentre si beve e non lo si appoggia dopo, a bevanda finita. Non si succhia, non si ciuccia, non ci si mangia la schiuma nel caso di un cappuccino. E dal mondo anglosassone, dove l’incrollabile tradizione del tea time è paragonabile solo al nostro rito dell’espresso, qualche altra etiquette rules sempre relativa al complicato rapporto tra tazzina, piattino, labbra e cucchiaino. Da osservarsi però quando si offre o si riceve una cup of tea. -Non si urtano i bordi della tazza di porcellana mentre si mescola -Evitare categoricamente di lasciare il cucchiaino nella tazza mentre si beve -Riporre il cucchiaino sul piattino, dalla stessa parte del manico -Bere il più silenziosamente possibile, evitando di sorseggiare e emettere strani suoni. Se vuoi saperne di più sul galateo del cucchiaino e della tazzina, leggi anche questo articolo... [post_title] => Signore e signori, il bon ton del caffè [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => galateo-cucchiaino-servire-il-caffe-bon-ton [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-10-16 09:07:02 [post_modified_gmt] => 2013-10-16 07:07:02 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/galateo-cucchiaino-servire-il-caffe-bon-ton/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 66709 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-10-16 05:36:43 [post_date_gmt] => 2013-10-16 03:36:43 [post_content] =>Un tempo, e forse ancora, letti per predire il futuro, i fondi di caffè sono più affidabili in versione “beauty”: con olio, miele e pochi altri ingredienti scopri come creare vere maschere di bellezza in grado di cancellare i segni del tempo e restituire morbidezza a pelle e capelli…
Ricette di bellezza a base di caffè. E a beneficiarne sono soprattutto la pelle e i capelli. I fondi di caffè (va bene anche il macinato, ma usando quello da buttare non si avranno sprechi), uniti a semplici ingredienti quali miele o olio di oliva diventano delicati esfolianti per viso e corpo (aiutano anche a combattere la temutissima cellulite); oppure, se usati da soli, rappresentano un ravvivante naturale per i capelli scuri. Dopo aver preparato la moka vi basterà raccogliere (e far raffreddare!) i fondi per trasformarli poi in sorprendenti maschere di bellezza. La vostra pelle sarà più luminosa e morbida e si attenueranno i segni della stanchezza. Prendetevi del tempo per voi: l’ingrediente per vivere un momento di relax è sempre lo stesso. Versato in tazzina da sorseggiare o “spalmato” su viso e corpo l’effetto rilassante che regala il caffè è assicurato. Ecco allora tutto ciò di cui avrete bisogno. Maschera scrub viso. Per ottenere una crema ad effetto levigante vi serviranno i fondi del caffè da unire in una ciotola all’olio di oliva. Ottenuta una consistenza fluida la passerete con movimenti circolari su viso e collo per poi risciacquarla con acqua tiepida. Il composto può essere conservato in frigo per tre giorni e tirato fuori almeno due ore prima del suo utilizzo. Un’altra ricetta prevede l’utilizzo di albumi montati a neve ai quali aggiungere i fondi di caffè prima di stenderla su tutto il viso e lasciarla agire per 10 minuti. Scrub corpo. Lo scrub esfoliante per il corpo si ottiene unendo ad una tazzina di caffè (sempre fredda!) mezzo bicchiere di fondi, zucchero di canna, olio di oliva, un po’ di cannella e noce moscata. Ottenuto il composto, andrà massaggiato sul corpo con movimenti circolari prima di fare la doccia o il bagno. La crema può essere conservata in frigo in un barattolo chiuso ermeticamente per diversi giorni. Contorno occhi decongestionante. Stanchezza accumulata durante la settimana? Il vostro weekend sarà salvo grazie a pochi e semplici ingredienti. Un cucchiaio di fondi di caffè, uno di yogurt e un limone. Una volta mescolati otterrete una crema omogenea che andrà riposta in frigo per almeno mezz’ora. Trascorsi 30 minuti potrete applicarla sulle occhiaie e lasciarla in posa per circa 10 minuti. Il suo effetto sarà rinfrescante e decongestionante. Poi potrete rimuoverla con un batuffolo di cotone. Capelli scuri. Capelli spenti? Per farli tornare a splendere vi serviranno solo due cucchiai di fondo di caffè. Dopo aver applicato lo shampoo, strofinerete con il composto i capelli per poi risciacquare abbondantemente. Il colore sarà ravvivato e non dovrete ricorrete all’aiuto del parrucchiere. Caffè e benessere, come abbiamo visto, vanno a braccetto. E voi avete qualche altra ricetta a base di caffè da suggerire a chi cerca sempre nuovi segreti di bellezza? [post_title] => Fondi di caffè: scopri qual è il tuo futuro… di bellezza! [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => fondi-di-caffe-bellezza-pelle-capelli [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-10-16 05:36:43 [post_modified_gmt] => 2013-10-16 03:36:43 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/fondi-di-caffe-bellezza-pelle-capelli/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 66708 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-10-09 05:54:01 [post_date_gmt] => 2013-10-09 03:54:01 [post_content] =>Una tipica torta da caffè di Ina Garten, famosissima foodwriter americana, conduttrice tv e vera e propria guru dell’arte dell’organizzazione di party e cene. Questa torta è perfetta da inzuppare nel caffè, a colazione o in qualsiasi altro momento della giornata…
Questa torta -da caffè, non al caffè!- è divisa in due parti: un impasto tradizionale e lo streusel, ovvero un composto di briciole, più granuloso e croccante, quasi come un crumble, da incorporare all’impasto. Per renderla ancora più deliziosa, Ina Garten guarnisce la torta con una glassa allo sciroppo d’acero che le conferisce un sapore un po’ speciale. Puoi usare questa ricetta anche per preparare dei muffin “da inzuppo”. Ingredienti per 8-10 persone Per l’impasto 160 g di burro a temperatura ambiente 300 g di zucchero semolato 3 uova grandi a temperatura ambiente 1 cucchiaino e ½ di estratto di vaniglia 280 ml di panna acida 350 g di farina per dolci (non auto lievitante) 2 cucchiaini di lievito in polvere ½ cucchiaino di bicarbonato di sodio ½ cucchiaino di fior di sale Per lo streusel 130 g di zucchero di canna 70 g di farina 1 cucchiaino e ½ di cannella macinata ¼ cucchiaino di fior di sale 40 g di burro freddo a cubetti 90 g di noci tritate (facoltativo) Per la glassa 75 g di zucchero a velo 2 cucchiai di sciroppo d’acero Preriscalda il forno a 180°C. Ungi e infarina uno stampo per ciambelle di 25 cm di diametro. Amalgama il burro e lo zucchero in un mixer per 4-5 minuti, fino a quando il composto sarà diventato soffice. Aggiungi le uova una alla volta, poi incorpora la vaniglia e la panna acida. In un’altra ciotola setaccia insieme la farina, il lievito in polvere, il bicarbonato di sodio, e il sale. Azionando il mixer a bassa velocità, aggiungi la miscela di farina all’impasto fino a quando gli ingredienti saranno omogenei, poi finisci di mescolare con una spatola per assicurarti che il composto sia completamente amalgamato. Per fare lo streusel, metti in una ciotola lo zucchero di canna, la farina, la cannella, il sale e il burro e impasta con la punta delle dita fino a ottenere la consistenza delle briciole di pane. Se la usi, incorpora le noci tritate. Versa metà del composto nello stampo e stendilo aiutandoti con un coltello. Cospargi con 180 g di streusel. Versa il resto del composto nello stampo, distribuiscilo bene e cospargi con lo streusel rimasto. Cuoci in forno per 50-60 minuti, fino a quando uno stecchino infilato nella torta ne uscirà asciutto. Lascia raffreddare su una griglia per almeno 30 minuti, poi trasferisci delicatamente la torta su un piatto da portata, con il lato dello streusel in alto. Sbatti insieme lo zucchero a velo e lo sciroppo d’acero, aggiungendo, se necessario, qualche goccia d’acqua per rendere fluida la glassa. Versane la quantità che desideri sulla torta, aiutandoti con un cucchiaino o una forchetta. (Ricetta tratta dal libro Party, di Ina Garten, Luxury Books) [post_title] => Coffecake americana: la torta da inzuppo perfetta [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => coffecake-torta-caffe-colazione [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-10-09 05:54:01 [post_modified_gmt] => 2013-10-09 03:54:01 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/coffecake-torta-caffe-colazione/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 66702 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-10-09 05:46:32 [post_date_gmt] => 2013-10-09 03:46:32 [post_content] =>Il caffè va bevuto “caldo, comodo e carico”. Le regole nascono da una frase dialettale napoletana e oggi sono tantissime le persone che le rispettano alla lettera...
Il caffè sposa la regola delle tre C. Secondo la tradizione napoletana la vera “tazzulella” deve essere sorseggiata “calda, comoda e carica”. Una formula vincente che sembra derivare dalla frase dialettale “comme cavolo coce”, scritta sul muro dietro il Conservatorio della città da alcuni musicisti che, seppur in ritardo, non rinunciavano ad un caffè e ad una breve chiacchierata. Come a dire che l’espresso va bevuto bollente e comodamente seduti per poterlo assaporare al meglio e riceverne la giusta carica. C’è chi poi alle tre celebri C ne aggiunge una quarta: il caffè, infatti, andrebbe sempre bevuto in compagnia. Caldo, anzi cocente. Se bevuto bollente (l’acqua in uscita dalla macchina deve essere tra gli 88 e i 90 gradi, il caffè nella tazzina deve raggiungere i 70 gradi), il caffè sprigiona le sue caratteristiche migliori di aroma, profumo e sapore. Basta pensare al profumo diffuso la mattina dalla moka. Un invito irresistibile, il miglior incentivo a scendere dal letto, per assaporare il caffè appena passato. C’è chi al bar si fa scaldare la tazzina per poterlo gustare “al limite dell’ustione”. Eccessivo? Quando si parla di caffè non esistono palati troppo esigenti. Esistono solo palati capaci di riconoscerne e apprezzarne al meglio le qualità. Il caffè comodo. Nessuna fretta, nessuna pressione. L’espresso rappresenta una pausa e così deve essere vissuta. E’ un modo per staccare dalla routine, dal ritmo quotidiano, uno spazio da dedicare al gusto e al piacere. Al caffè non andrebbe mai associato l’aggettivo “veloce”. In ufficio, a casa o al bar la “pausa caffè” è un rito, che va vissuto con calma. Carico, di gusto e di energia. Solo il caffè è capace di regalare la giusta carica per affrontare la giornata. Rappresenta, infatti, uno stacco, un modo per mettere in pausa i pensieri e ritrovare la corretta dose di energia. Tutto in una tazzina. Se poi viene bevuto in compagnia il piacere è ancora più intenso.Mai, dunque, bere caffè per vizio o abitudine. Il bello dell’espresso è che, nonostante venga gustato tutti i giorni, ogni volta può diventare una piacevole eccezione. Il piacere si rinnova, quasi come se lo si bevesse per la prima volta.
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Pane con lievito madre, yogurt fatto in casa, degustazione di acque minerali: le manie più perverse dei foodie italiani non sfiorano minimamente l’ultimo trend dei coffelovers americani. Mentre noi impastiamo come care e vecchie nonnine il ciambellone della prima colazione, oltreoceano, nel regno del fast-food e dell’ignoranza gastronomica di massa, si tostano il caffè in casa. Poi ovviamente lo macinano, sempre in casa, e lo usano nella macchina da espresso o nella french-press. Al confronto, la scelta meticolosa di una massaia italiana davanti allo scaffale del supermercato sembra una cosa da barbari. Com’è che noi, la patria dell’espresso, del caffè per tradizione, della moka in ogni casa siamo stati sorpassati a sinistra dai figli di Starbucks? I coffee-fighetti nostrani hanno già pensato di rimettersi in pari… Di che cosa stiamo parlando Stiamo parlando di persone, un po’ fissate, che comprano i grani di caffè verde, non ancora tostato, e procedono a casa propria a questa delicata lavorazione. Idealmente si può fare in padella – i roasters ( da to roast, tostare) emetterebbero però un grido di dolore – ma esistono oramai una serie di strumentazioni casalinghe inventate allo scopo. Due i metodi principali di “cottura”: al forno o al vapore. Le macchine per tostare in casa, non professionali ma molto sofisticate, funzionano più o meno come le macchinette elettriche per i popcorn, e sfruttano l’aria calda e il vapore (8-12 minuti circa). Oppure esistono le tostatrici a tamburo rotante – la versione evoluta di infilare i chicchi nel forno, su una teglia, come per dei biscotti (14-18 minuti). Blog e siti specializzati offrono molteplici ricette e trucchi, temperature e sistemi per ottenere un sapore più intenso, più dolce, per sprigionare tutto l’aroma del caffè – ma soprattutto per non affumicare il tutto, o peggio carbonizzarlo. Dai racconti, cosa che per la cronaca comunque succede assai spesso. Il processo Tostare in casa non ha molto di diverso dalla tostatura industriale o di una torrefazione – il processo è il medesimo, ma senza le invenzioni tecnologiche in grado di controllare la temperatura e la risposta dei singoli chicchi. Si va tendenzialmente a occhio, e ad esperienza. I chicchi sottoposti ad alte temperature, ma non troppo, da verdi assumono un colore giallino e rilasciano un odore erbaceo nell’aria, l’acqua contenuta nei chicchi diventa vapore e spinge verso la superficie. Si ode il primo crack, insieme al vapore anche gli oli contenuti del chicco emergono e a contatto con il calore diretto cominciano a caramellare. I crack si fanno più frequenti, ma più flebili – se si interrompe la tostatura qui, si ha un caffè a tostatura più delicata. Se si aspetta che i chicchi diventino più scuri e che l’odore diventi più acre, si arriva ad una tostatura più intensa. Occhio, perché qui i secondi fanno la differenza, e in un attimo ci si può ritrovare con un caffè amaro peggio di quello tedesco, o con una manciata di carboncini… Dopo la cannabis, il caffè Che ci possa essere qualcuno talmente addicted da questa sostanza psicotropa da volersela produrre in casa (coltivatori di marijuana docet) ce lo si poteva aspettare. Che qualcuno riuscisse a trovare i chicchi verdi, un po’ meno. Il primo dubbio della fattibilità tecnica è proprio sulla reperibilità delle materie prime. Ma in fondo, dove c’è domanda l’offerta si materializza copiosa. I chicchi verdi si comprano su internet, ce ne sono per tutte le tasche e tutti i palati, arabica, robusta o di varietà esotiche e quasi introvabili. Sui siti italiani (basta fare una ricerca su Google) i chicchi sono in vendita dai 10€ ai 16€ al kg, a seconda delle varietà. Le tostatrici domestiche si aggirano dal centinaio di euro ai 300€ circa. In più si deve acquistare il macinino, 200-300€ per un modello di lusso o poche decine di euro per un modello a manovella. Come viene? Dipende, immagino, non ho mai avuto la fortuna di provare un caffè tostato artigianalmente in una pentola sul fornello. Come ogni prodotto hand-made può risultare nettamente superiore, divino, imparagonabile a quello industriale – basta saperlo fare. Non faccio dolci, non mi vengono, li compro in pasticceria, a maggior ragione se ho ospiti a cena. Ma se volessi cimentarmi lo farei a porte chiuse, fino al risultato sperato, partendo da cose semplici e poi via via verso preparazioni e tecniche più complesse. Per il caffè non può che valere la stessa regola. Corretto? Attendiamo racconti, foto, esperienze. 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È stato il migliore per capacità tecniche, organizzazione, empatia con il pubblico e per i suoi segreti su come servire il caffè dalla sua terra d’origine…
Una gara all’insegna della bravura, della velocità, della competenza, della simpatia. La finale di best Barista alla fiera Host 2013 [Salone internazionale dell’ospitalità professionale svoltasi a Milano dal 18 al 22 ottobre scorso] è stato tutto questo e molto altro. Certo, potremmo venire tacciati di essere di parte ma questo lo potrebbe dire solo chi non ha assistito all’enorme affluenza di pubblico accorso all’evento o chi non conosce questa bella competizione. Per questo ve la raccontiamo con il nostro punto di vista, appassionato e coinvolto ma il più possibile oggettivo. Il concorso best Barista è promosso da Caffè Vergnano, che anche quest’anno ha invitato i propri baristi a sfidarsi a colpi di espressi, cappuccini e altre specialità del gusto italiano. Le diverse selezioni nazionali si sono svolte durante il corso dell’anno, e gli 8 finalisti si sono ritrovati a Milano per l’ultima competizione, durata due giorni, dove i partecipanti sono stati valutati da una giuria di esperti. Ogni partecipante ha saputo rappresentare il proprio Paese – Grecia, Malesia, Indonesia, Slovacchia, Francia, Lettonia, Turchia e Italia (da nord a sud) – in modo originale e caratteristico, senza perdere l’essenza del caffè italiano ma arricchendolo con qualche dettaglio del proprio paese d’origine: dai macarons d’oltralpe, i preferiti dai francesi per accompagnare l’espresso, al tipico servizio da caffè turco, con tazzina e recipiente porta dolci finemente realizzati in argento; dal caffè servito su tovaglietta di carta firmata da Amanda “from Malaysia with love”, a quello accompagnato dai tovagliolini con i colori della bandiera slovacca. I ragazzi che si contendevano il titolo erano emozionatissimi (le mani tremavano visibilmente nel porgere ai giudici le tazzine) ma ben preparati, hanno restituito una bella immagine dei giovani di oggi, capai ancora di imparare, di credere in quello che fanno, di combattere e di mettersi in gioco accettando con il sorriso che il proprio compagno sia più forte e preparato. Molti i parametri di valutazione della competizione: la preparazione innanzitutto, insieme alla velocità (quanti più espressi, take away e cappuccini possibile in 10 minuti! Magari con un po’ di latte art...), alla pulizia (guai a lasciare la spugna in vista, per non parlare dell’ossessione dei giudici per la lancia vapore sempre linda e brillante), alle competenze in fatto di origini di caffè, tempi di estrazione, caratteristiche delle varie miscele. Ovviamente, oltre a tutto ciò, un vero barista deve essere accomodante e creare empatia con il proprio cliente. Penalità a rischio squalifica, una pessima valutazione e l’abbandono del pubblico (sventura mai capitata!) La sfida avvincente ha richiamato pubblico da tutta la fiera, nello stand spettacolare allestito da Caffe Vergnano. Un vero e proprio Coffee Shop con tanto di bancone, tavolini, sedie e tutta l’atmosfera di una caffetteria rilassante e moderna. Lo spirito della manifestazione è stato colto al meglio anche grazie al master trainer dell’Accademia Vergnano, Damian Burgess, artefice fin dall’inizio, ormai mesi e mesi fa, del lungo tour intorno al mondo alla ricerca dei migliori professionisti e che, anche in questa fase finale, si è rivelato un ottimo direttore d’orchestra (ndr. soprattutto nella gara mondiale dove finalmente ha potuto esprimersi liberamente in inglese!). Come ogni vera competizione che si rispetti il vincitore, Soner Ozdemir, che si era aggiudicato il primo posto nelle selezioni locali il 1 agosto scorso, insieme ai suoi accompagnatori e alla famiglia Vergnano, ha festeggiato con la bandiera turca, raccogliendo applausi e complimenti da tutti i compagni. Tanti veri campioni di ospitalità ed accoglienza! 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