Tè o caffè? La terza via oggi si chiama chai, un tè indiano speziato entrato di diritto nei menù delle caffetterie di mezzo mondo. Che cos’è e come farlo, in casa (è facile ed è meglio del latte&brandy quando si sta male)
L’ultimo ricordo del
chai risaliva a quando, in anni più giovanili, i freakettoni preparavano
pentoloni di tè nero, latte e spezie varie. Non avrei mai pensato che quella pozione potesse diventare una bevanda di tendenza a livello internazionale. Ma “mai dire mai”. Tutt’altro che bevanda da ristorante etnico, il
chai latte spopola da qualche anno nelle caffetterie degli Stati Uniti, ora anche d’Europa – in Italia ne siamo fuori solo grazie ad un radicato rito dell’espresso e alla mancata colonizzazione da parte di Starbucks. Ma durante le vacanze o quando si viaggia per lavoro non si può fare a meno di notare questa bevanda indiana nei menù, e volerla ri-provare almeno una volta. Il chai è una
bevanda antica di ispirazione indiana costituita da tè al latte arricchita da spezie come zenzero, cardamomo, cannella, chiodo di garofano, pepe, anice stellato o semi di finocchio – una specie di vin brulè con teina. In realtà in India la parola chai è la traduzione esatta di tè, e masala chai la sua versione al latte, dolce e speziata, ma in Occidente abbiamo importato soltanto l’abbreviazione. Da Starbucks&co. per differenziarlo da quello che nel menù è indicato come latte (ossia un latte macchiato di caffè), lo chiamano chai latte e lo servono nei bicchieroni “tall, grande o small” (sempre e comunque minimo 300cc).
Quasi impossibile farlo alla vecchia maniera [vedi ricetta sotto] si usa del latte in polvere aromatizzato sciolto in acqua calda e montato come un cappuccio. Il risultato è un po’ più addomesticato a livello di speziatura, sicuramente meno sano, ma si fa bere. È buono, riscalda, è un po’ più leggero di quei maxi cappuccini che usano bere al Nord ed è un po’ meno eccitante di un caffè, in più
il profumo di spezie e di cardamomo è inebriante. Spopola, a Berlino, in Inghilterra e persino in Danimarca, sia caldo che in estate in versione iced. È talmente popolare che lo vendono in bustine di liofilizzato, tipo il cappuccino istantaneo, qualcuno ci cucina e il
color chai latte ha persino sostituito il concetto di nuance beige nel make-up (esistono gli smalti chai latte!). Ignorarlo è impossibile e per innamorarsi di lui l’occasione perfetta è al primo freddo, quando si è raffreddati ma è ancora troppo presto per la cioccolata calda.
È un vero concentrato di proprietà benefiche: antibatterico, digestivo, tonificante e antisettico, espectorante ed è il latte&brandy delle nonne in versione Terzo Millennio. Farlo in casa è facile, basta fare qualche tentativo per trovare il giusto equilibrio fra le spezie, e trovare le spezie. Ognuno ha la sua ricetta, c’è chi bolle prima il latte e chi no, chi aggiunge le spezie insieme al tè e chi mette tutto insieme fin dall’inizio. Questa versione è quella che funziona meglio,
perché il latte non bolle mai e il tè non resta troppo a lungo in infusione, rischiando di rilasciare i tannini e rendere il tutto amaro: 1 – prendere un pentolino, scaldare fino quasi ad ebollizione circa 1l d’acqua (1 parte di latte fresco la si aggiunge dopo) 2 – mescolarci dentro le spezie (un pezzetto di cannella, un pezzetto di zenzero, 1 anice stellato, 1 chiodo di garofano, 3 semi di cardamomo schiacciati) e lasciar sobbollire 3 – dopo 15 minuti circa, aggiungere 500 ml di latte fresco, 1 cucchiaio scarso di tè nero e 1 cucchiaio di zucchero di canna (o 2 a seconda dei gusti), riportare in temperatura senza far bollire 4 – spegnere il fuoco e lasciare in infusione coperto per altri 5 minuti, quindi filtrare e servire (essendoci il latte va bevuto subito o nel giro di poche ore)