Quel desiderio di bellezza, dentro, negli occhi, intorno. Anche di sera, un venerdì sera qualunque, accendere le luci di Natale (anche se siamo in primavera) e guardare l’obiettivo. Parlare. Raccontare la felicità, così come la si è imparata: in modo semplice. Così è, quando giriamo un nuovo video. In questo angolino magico che mi sono ritagliata in ufficio, pieno di cose belle scelte accuratamente. Oggetti quotidiani, colori, qualche idea stravagante, la solita paccottiglia eccentrica che mi contraddistingue. Io sono felice così. In mezzo a questo piccolo angolo creativo, che venerdì sera profumava anche di caffè. Mentre il cervo di plastica proietta misteriose ombre sulla parete grigia, io afferro ancora qualche bottone, poi le tag, un metro di pizzo. Forse nella vita non serve molto altro, forse. Ho provato a giocare con i chicchi del caffè: profumati, intensi, voluttuosi, pieni di fragranza aromatica. L’ufficio in pochi istanti si è trasformato in una profumeria appassionata. L’aroma del caffè ha innalzato l’umore: tra un’ora si stacca, la settimana è stata intensa, adesso non voglio altro che un caffè caldo con la schiuma bianca e cremosa, poi un salto da Robi per un aperitivo veloce, poi forse mi infilo il pigiama – come una vera rivoluzionaria, che il venerdì sera va a dormire alle nove. In una piccola scatola di cartone ondulato ho versato un mare generoso di chicchi di caffè: presi tra le dita, come perle di una collana, tintinnano e brillano. Basta mettere qualche tag infilata nei chicchi, per inventare un calendario perpetuo da scrivania. Scommetto che non avrei mai più sonno: mai più una scadenza persa, mai più una telefonata rimandata. Nel tepore di qualche minuscola candela, alcuni vasetti di vetro di un budino sono diventati candele al profumo di caffè. Quel calore piccolo e costante fa sprigionare tutto il profumo dei chicchi: l’aria si colora di variazioni di marrone e di oro, e si profuma di una vibrazione intensa. Un grande vaso di vetro, quasi colmo di chicchi di caffè, sormonta una delle mensoline da bambini: è diventato un porta pennelli, ma all’occorrenza diventerà anche un porta pennarelli o, ancora meglio, un vaso che raccoglie fiori finti. Grandi, colorati fiori finti, infilzati mollemente tra i chicchi come se io stessi seminando davvero qualcosa. Ci sono attimi quasi perfetti. Attimi che non sono felicità pura, ma il pregustare la felicità che, forse, sta per arrivare. Come quando apri un sacchetto di caffè e il suo aroma ti avvolge pienamente, fin dentro le narici e su per il cervello, e in quel momento assapori la perfezione di un gesto, la suprema perfezione dell’attesa. L’attesa che è, e sempre sarà, come la rincorsa prima di un salto lunghissimo: il volo, poi toccare terra, respirarne la riuscita, sentire che il corpo e la mente sanno parlare. Barbara Damiano Gestisce diversi blog personali, tra i quali Mammafelice.it, portale di maternità creativa. Si occupa di contenuti editoriali per il web e di campagne social, di realizzazione e monetizzazione blog, advertising online, campagne di webmarketing. Gestisce una Scuola di Blog (ReteLab), in cui insegna gratuitamente la professione di blogger, e si dedica alla costante ricerca di nuovi mezzi di conciliazione famiglia-lavoro. Il suo blog: http://www.mammafelice.it/