Come si fa a decaffeinare?

Bere un caffè è concedersi un momento di pausa e un piccolo piacere per il palato. Ma tanta caffeina bene non fa: allora, per non rinunciare del tutto, si opta per il decaffeinato. Ma che cos’è e come si ottiene il caffè decaffeinato?

Il decaffeinato è o dovrebbe essere, un caffè uguale in tutto e per tutto a quello normale: la differenza è l’assenza della caffeina. Per ottenere questo risultato, i chicchi vengono sottoposti ad un processo lungo e complesso.
Il processo di decaffeinizzazione comprende sei fasi: gonfiaggio, estrazione, recupero del solvente, asciugatura, confezionamento e analisi. La prima fase ha lo scopo di rendere l’estrazione della caffeina più agevole: con questo fine, i chicchi vengono fatti appunto gonfiare, tramite l’utilizzo di acqua e vapore acqueo. Si procede quindi all’estrazione vera e propria, mediante un solvente chimico, che poi verrà scrupolosamente rimosso durante la terza fase. A questo punto il caffè va asciugato affinché il grado di umidità non superi la percentuale dell’11%; poi viene confezionato e analizzato per verificare che le percentuali di residuo del solvente, di umidità e di caffeina residua rispettino i limiti di legge.

A seconda del solvente che si utilizza nel processo, la decaffeinizzazione prende un nome diverso:

1. Il metodo europeo utilizza solventi come il diclorometano che, grazie alla sua alta volatilità, può essere rimosso completamente tramite il vapore acqueo.
2. Il metodo “ad acqua” o “svizzero” è quello un po’ più complicato, perché l’acqua tende a legarsi e a portare via, oltre alla caffeina, anche gli aromi del caffè. Per ovviare a questo, il liquido viene saturato con aromi del caffè e i chicchi immersi nel liquido tenderanno a perdere esclusivamente la caffeina.
3. L’ultimo metodo si chiama come il nome del solvente, ovvero “ad anidride carbonica concentrata”; la CO2 si lega alla caffeina e poi viene eliminata.

Il decaffeinato si fa apprezzare, sia per il gusto che per il profumo, da chi non può o vuole eccedere con l’assunzione di caffeina, ma ama decisamente l’aroma del caffè. Alla sera, è la perfetta bevanda per chiudere con piacere la cena.

Quattro piccole curiosità sul mondo del “deca”:
1. Il caffè decaffeinato non è totalmente privo di caffeina: per legge, infatti, la quantità presente non deve essere pari a zero ma inferiore allo 0.1.
2. L’Italia è un paese leader nel settore della decaffeinizzazione: nel territorio nazionale vi sono aziende operative da più di cinquant’anni, che si contraddistinguono per la continua ricerca e per il rispetto scrupolosissimo degli standard di qualità.
3. L’affermazione secondo la quale il caffè decaffeinato farebbe aumentare il colesterolo è falsa. L’incidenza sul colesterolo è causata dai lunghi tempi di ebollizione del caffè in infusione e riguarda, quindi, tanto il caffè intero che il decaffeinato.
4. A breve sarà forse possibile bere del caffè decaffeinato naturale, grazie al lavoro di alcuni ricercatori brasiliani che, incrociando 300 piante provenienti dall’Etiopia, sono riusciti a creare le prime tre arbusti al mondo di caffè decaffeinato. Manca poco, quindi, all’epoca in cui i processi chimici saranno solo un lontano ricordo.

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