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I primi fiori fruttiferi appaiono sotto le foglie attorno al quinto anno di età della pianta: sono disposti a grappolo, bianchi e molto profumati. A dominare il mercato sono due varietà: la Coffea Arabica (70% della produzione mondiale) e la Coffea Canephora, di cui la più conosciuta è la varietà Robusta.
La varietà Arabica
La varietà Arabica vive in altitudine: la maturazione è lenta, condizione necessaria per un pieno e complesso insieme di profumi in tazza. È una varietà delicata che richiede cura e particolari condizioni atmosferiche. Privilegia l’ombra tipica nelle foreste pluviali o di alberi tutori aggiunti appositamente nelle piantagioni. Facile preda di funghi e ruggine, offre un raccolto moderato di drupe per ogni pianta. I chicchi di Arabica donano alla tazza di caffè una piacevole dolcezza e una aromaticità superiore.
La varietà Canephora
La varietà Canephora, scoperta in Congo nel 1898 e adottata per sostituire l’Arabica colpita dalla malattia della ruggine che aveva qualche decennio prima sterminato gli impianti delle colonie olandesi in Indonesia, è conosciuta come Robusta. Il nome si deve al fatto che resiste molto bene alle malattie e che è capace di reggere avverse condizioni climatiche e di crescere ad altitudini basse. Ogni pianta di Robusta dà quantità importanti di raccolto e ogni chicco, paragonato al seme di Arabica, contiene il doppio di caffeina. Indispensabile nella miscela per espresso, la Robusta arrotonda il corpo e offre una notevole intensità, distintiva del caffè estratto a pressione.
La drupe, la ciliegia del caffè
Nell’arco di sei-undici mesi i fiori si trasformano in drupe, le cosiddette ciliegie di caffè. All’interno ci sono due chicchi, appoggiati l’uno contro l’altro per la faccia piatta e avvolti sotto la scorza da un minimo strato di polpa gialla, il mesocarpo, preziosa materia capace di fermentare e indispensabile nella prima fase di trasformazione del frutto in oro verde. I frutti appassiscono in poche ore, ma per un lungo periodo altri ne sbocciano: fino a trentamila l’anno su ogni singola pianta. Per questo motivo, sulla stessa pianta si notano fiori aperti, appassiti, drupe verdi gialle o rosse, secondo il grado di maturazione.
La raccolta
Le drupe si raccolgono rosse o gialle (a seconda delle varietà), a mano o con macchine battitrici. Il ramo viene completamente ripulito seguendo il metodo stripping, diffuso nella grande piantagione e adottato per la raccolta di caffè di valore medio.
Il metodo picking
Per i pregiati si scelgono solo le drupe perfettamente rosse (metodo picking) e si raccolgono a mano con numerosi ritorni allo stesso arbusto alla ricerca di frutti maturati. La qualità del caffè in tazza è determinata anche dal metodo di raccolta. Le drupe perfettamente mature danno caffè dolci, brillanti e ricchi di note aromatiche di frutta e fiori; dai semi acerbi derivano invece sapori erbacei e astringenti. I caffè ottenuti da semi troppo maturi o raccolti da terra hanno un gusto di fermentato e di muffa.
Le caratteristiche del suolo influenzano il risultato in tazza
Anche le tipicità del suolo influenzano il risultato in tazza: le Arabica e le Robusta pregiate si definiscono, infatti, con il nome del territorio di provenienza. Altitudine, zone d’ombra, natura del terreno e forza del vento, millimetri di pioggia nell’anno, temperature notturne non inferiori ai 15 gradi sono tra i fattori che ne determinano le caratteristiche. Il terreno deve drenare le piogge e al contempo mantenere umidità costante in profondità, dove pescano le radici della pianta.
La lavorazione della ciliegia
Per estrarre i semi dalla ciliegia, possono essere utilizzati diversi metodi. Il metodo a umido richiede acqua e un periodo di fermentazione controllata. Le ciliegie, attraverso un macchinario, vengono liberate dalla scorza e da buona parte del sottile strato di polpa. I semi sono radunati in vasche dove fermentano in acqua. Vengono poi stesi al sole e girati di frequente per circa una settimana, a seconda delle condizioni del tempo. I semi rimangono protetti all’interno di uno strato di pergamino fino all’esportazione.
Il metodo a secco
Il metodo a secco, da cui si ottiene caffè naturale, è il più antico tra i processi di lavorazione. Le drupe integre vengono messe al sole e movimentate di continuo per mantenere costante la temperatura ed evitare la fermentazione. Finita l’essiccazione, che dura dai dieci giorni alle tre settimane, i chicchi, versati tra gli ingranaggi di una macchina molitrice, si liberano dal residuo secco.
Il metodo semi-secco
Il terzo metodo, semi-secco o pulped natural, è praticato in Brasile, Sumatra e Sulawesi. Si elimina la pelle esterna dalla drupa come nel metodo lavato per immersione in acqua, ma il doppio chicco, ancora dotato di polpa, è subito messo ad essiccare al sole. Una volta ben secchi, i chicchi si ripuliscono dai residui e dal pergamino.
La tostatura
La magica trasformazione dei semi verdi in chicchi tostati è un delicato processo di tostatura durante il quale si verificano importanti trasformazioni fisiche e chimiche.
Perdita di peso
L'evaporazione dell'acqua e delle sostanze organiche provoca una diminuzione di peso del chicco del 18-20%.
Aumento di volume
Ogni chicco subisce un aumento di volume fino al 60% a causa della pressione del gas che si accumula al suo interno.
Cambio di colore
La struttura del chicco cambia fisicamente: da dura e umida diventa friabile e fragile. Il colore muta da verde a marrone.
Cambiamenti chimici
Innumerevoli reazioni chimiche diverse hanno luogo durante il processo di tostatura del caffè: queste riguardano i vari elementi quali zuccheri, proteine e centinaia di sostanze volatili. Nello sviluppo di aromi e sapori, tutto deve essere controllato meticolosamente, considerando che ogni caffè ha caratteristiche proprie, che cambiano di giorno in giorno, di lotto in lotto. A tale fine, i torrefattori più scrupolosi scelgono di tostare singolarmente le singole origini, prima di creare le miscele finali.
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Sorso dopo sorso la tazzina ci regala serenità. Spalanchiamo le porte e accogliamo la natura. Mettiamo in ordine pensieri ed emozioni e raccogliamo fiori per condire tutto con un tocco di bellezza.
Costruiamo angoli dove stare bene e li occupiamo con oggetti e pensieri positivi. E ci concediamo un caffè che, sorso dopo sorso, fa ritrovare la serenità.
Spalanchiamo le porte a chi da troppo tempo non riabbracciamo e ci concediamo un attimo tutto per noi, sfogliando le pagine di un libro.
Se vuoi condividere con noi un pezzo del viaggio, segui il nostro profilo instagram
Foto di @adellinaa
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La prima macchina per espresso ideata da Angelo Moriondo
All’ombra della Mole, nel 1884, Moriondo ideò la prima macchina per espresso per soddisfare le esigenze della sua clientela. L’imprenditore, gestore del Grand-Hotel Ligure in piazza Carlo Felice e dell’American Bar nella Galleria Nazionale di via Roma, cercò un modo per accontentare i suoi clienti che avevano poco tempo per gustare un caffè. Progettò, dunque, una macchina che realizzasse un caffè “veloce” e la presentò all’Expo Generale di Torino nel 1884.
Nella macchina di nuova invenzione, progettata in collaborazione con il meccanico Martina, l’acqua veniva fatta bollire e poi, attraverso un sistema di serpentine, raggiungeva il contenitore con il caffè. L’acqua veniva dunque portata in pressione consentendo di preparare il caffè in modo molto più rapido.
La nascita del nome "espresso"
Il nome “espresso” deriva proprio da questo: secondo le cronache del tempo la macchina poteva fare 10 tazzine di caffè ogni due minuti. Inoltre, essendo più concentrato, conservava meglio gli aromi e i profumi, rendendolo ancora più buono.
Il primo brevetto della macchina venne depositato nel maggio del 1884: successivamente furono fatte altre migliorie e depositati altri brevetti fino ad ottenere quello internazionale.
Angelo Moriondo non commercializzò mai la sua idea, continuando a creare artigianalmente solo alcuni esemplari. Forse per questo motivo il suo nome è poco noto. E’ sua, però, l’invenzione che rivoluzionò una delle abitudini più diffuse tra gli italiani.
La rapida diffusione della macchina
Nei primi anni del XX secolo il milanese Desiderio Pavoni acquistò i brevetti e cominciò la produzione in serie delle macchine fondando la Ditta Pavoni. Fu un successo enorme e da quel momento la diffusione della macchina fu rapidissima.
Il meccanismo delle macchine realizzate successivamente rimane quello nato a Torino alla fine dell’800. E pensare che in ogni tazzina della bevanda più diffusa al mondo c’è un pizzico di Piemonte, rende orgogliosi chi vive e ama la città sabauda.
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Un impegno nato anni fa che si evolve di continuo e che si concretizza oggi con la nascita di un Comitato Sostenibile interno all’azienda (per saperne di più leggi qui l’articolo).
Per raccontare il nostro approccio sostenibile abbiamo coinvolto 5 influencer che dal 29 aprile al 5 giugno, giornata in cui si celebra l’Ambiente, parleranno del nostro impegno green.
A partire è il 29 aprile @makeyougreener che racconterà sul suo profilo Instagram nelle stories la raccolta differenziata, parlando in particolare dei nostri pack, che sono tutti quanti riciclabili e smaltibili.
Il 6 maggio il testimone passerà a @avegetarianinitaly che tratterà del tema “dal rifiuto alla risorsa” spiegando l’approccio virtuoso dell’azienda che recupera e trasforma gli “scarti” come ad esempio i sacchi vuoti del caffè.
Il 13 maggio @thebluebirdkitchen racconterà un progetto creativo relativo alle lattine vuote di caffè che possono diventare oggetti utili per l’uso quotidiano.
Segue il 20 maggio @matt_thefarmer che, riferendosi alle nostre capsule compostabili, recuperabili nella raccolta differenziata dell’organico, parlerà del compost come risorsa.
Infine @nickpescetto che parlerà di riciclo e del progetto Verynile.
Il 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, ci sarà una diretta in cui gli influencer parleranno tra di loro, discutendo di argomenti sostenibili.
Puoi scoprire di più guardando questo reel!
Seguici!
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Il contest prevedeva la possibilità di raccontare con una foto il vostro momento caffè, ovviamente con l’inconfondibile aroma di Caffè Vergnano.
Gli scatti che ci sono arrivati sono tantissimi e tutti molto particolari.
Alla presenza di un funzionario della Camera di Commercio a tutela del corretto svolgimento della votazione, sono state scelte le foto migliori che, rispettivamente, hanno vinto: il primo e il secondo classificato un voucher per un soggiorno all’Argentario e gli altri tre classificati la nostra Macchina Trè con capsule Èspresso.
Grazie a tutti per aver partecipato e per aver condiviso con noi il più bello dei riti italiani, quello del caffè!
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230 g di ricotta di bufala
45 g di parmigiano grattugiato, più una quantità per guarnire
60 g di nocciole tritate grossolanamente, più altre (facoltative) per guarnire
1 cucchiaio di pangrattato secco normale
1 cucchiaino e mezzo di sale marino fine (vedi nota)
Pasta
Pasta (segue ricetta)
Farina di semola, per spolverare
Salsa
150 g di burro salato, tagliato a cubetti
15 foglie di salvia fresca
Procedimento
1. Preparare il ripieno: in una ciotola capiente, unire la ricotta, il parmigiano, le nocciole tritate, il pangrattato e il sale. Mescolare delicatamente e mettere da parte.
2. Spargere la farina di semola su una superficie di lavoro. Stendere una sfoglia, quindi disporre delle palline (della dimensione di una nocciola) del ripieno di ricotta sull'impasto, distanti circa 2,5 cm l'una dall'altra.
3. Piegare la sfoglia a metà per coprire il ripieno, spingendo delicatamente intorno con le dita per sigillare ed eliminare eventuali bolle d'aria. Non deve esserci aria negli anolini, altrimenti potrebbero aprirsi durante la cottura.
4. Tagliate la pasta utilizzando uno stampino per anolini, in modo che al centro di ogni anolino ci sia solo una pallina di ripieno. Spolverare una grande teglia con farina di semola. Trasferite sulla teglia e proseguite fino ad esaurire tutta la pasta.
5. Porta a ebollizione una grande pentola di acqua salata a fuoco medio-alto. Immergere gli anolini nell'acqua bollente e mescolare delicatamente. Cuocere finché non galleggiano in superficie, circa 2 minuti
6. Nel frattempo, preparare la salsa: in una padella da soffriggere da 30 a 35 cm, sciogliere il burro a fuoco medio fino a quando non diventa spumoso. Aggiungere le foglie di salvia e cuocere finché le foglie non saranno dorate, circa 4 minuti. Aggiungere 2 cucchiai di acqua della pasta e agitare energicamente la padella per addensare il sugo.
7. Con una schiumarola scolate gli anolini e trasferiteli nella padella con burro e salvia a fuoco medio. Mescolare delicatamente in modo che la pasta venga ricoperta con la salsa.
8. Trasferire nei piatti da portata e cospargere di parmigiano e nocciole tritate (se utilizzate).
Impasto Di Pasta Espresso
Per 4 persone
6 cucchiai più 1 cucchiaino / 95 ml di acqua
1 cucchiaino / 7 g di polvere di caffè macinato (usiamo caffè colombiano per il suo sapore forte)
1 2/3 tazze / 200 g di farina di semola
Farina di riso, per spolverare
1. In una piccola ciotola, mescolare l'acqua e il caffè fino a quando non si saranno sciolti. Montare la farina al centro di un piano di lavoro. Fare una fontana al centro della farina e aggiungere il composto di caffè. Usando una forchetta incorporate lentamente la farina partendo dalle pareti interne della vasca.
2. Quando l'impasto inizia a formarsi, inizia a impastare usando solo i palmi delle mani con un movimento avanti e indietro. Usa un raschietto per grattare via i pezzi attorno all'impasto per riordinare la tua superficie di lavoro, poiché l'impasto essiccato interferirà con la tua produzione di pasta. L'impasto è pronto quando è elastico e la superficie "torna dolcemente" quando si preme, da 15 a 30 minuti.
3. Metti l'impasto nella parte più fresca della tua cucina in una grande ciotola e copri con un coperchio, un panno di cotone o un piatto. Metti da parte per 1 ora. (Puoi anche preparare l'impasto il giorno prima, avvolgerlo nella pellicola e metterlo in frigorifero. Assicurati di riportare l'impasto a temperatura ambiente prima di arrotolare.) 4. Quando si è pronti per stendere la pasta, spolverare leggermente un piano di lavoro e un mattarello con farina di riso. Taglia un pezzo di pasta (l'equivalente di una manciata), premi con il palmo della mano sul piano di lavoro e stendilo con il mattarello fino a ottenere uno spessore di circa 1/2 pollice / 1,25 cm. Imposta una macchina per la pasta sulla sua impostazione più spessa e stendi la pasta attraverso di essa. Passa la macchina per la pasta all'impostazione più sottile successiva e stendi di nuovo la pasta. Continuate ad abbassare e abbassare le impostazioni, fino ad ottenere una sfoglia liscia e perfettamente sottile. Ripeti con l'impasto rimanente. La pasta andrà bene a temperatura ambiente per un massimo di 30 minuti, ma se cucini più tardi, copri la pasta con pellicola e mettila in frigorifero per un massimo di 24 ore. Puoi anche congelare singole porzioni per un massimo di 2-3 mesi, assicurandoti che siano ben
[post_title] => Anolini con ricotta e nocciole [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => anolini-con-ricotta-e-nocciole [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2021-04-23 06:26:51 [post_modified_gmt] => 2021-04-23 04:26:51 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/anolini-con-ricotta-e-nocciole/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 69200 [post_author] => 5 [post_date] => 2021-04-23 04:51:19 [post_date_gmt] => 2021-04-23 02:51:19 [post_content] =>Ingredienti
2 uova
120 g di zucchero
40 g burro
100 g farina
30 g cacao amaro
80 ml latte
25 ml di caffè
8g di lievito
Procedimento
Accendete il forno a 170°C (modalità statica). Montate le uova con lo zucchero per una decina di minuti finché il volume non si sarà triplicato. Nel frattempo imburrate e infarinate lo stampo da 20 cm. Setacciate la farina con il lievito e sciogliete il burro sul fuoco con il latte e il caffè . Aggiungete alle uova montate gli ingredienti secchi, un cucchiaio per volta, e infinte il latte caldo. Con una spatola girate dal basso verso l'alto fino al completo assorbimento. Versate il composto nello stampo e cuocete per 30 minuti.
[post_title] => Ricetta della torta caffè latte [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => ricetta-della-torta-caffelatte [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2021-04-23 04:51:19 [post_modified_gmt] => 2021-04-23 02:51:19 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/ricetta-della-torta-caffelatte/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [7] => WP_Post Object ( [ID] => 69222 [post_author] => 5 [post_date] => 2021-04-22 04:00:26 [post_date_gmt] => 2021-04-22 02:00:26 [post_content] =>In occasione della Giornata Internazionale della Terra 2021, Caffè Vergnano annuncia la nascita del Comitato di Sostenibilità, un nuovo organo operativo che ha come obiettivo quello di stabilire le linee di azione e strategiche dell’azienda per i prossimi anni.
Nella definizione del piano di azione, Caffè Vergnano ha identificato tre ambiti di azione all’interno del quale articolare le attività: processo produttivo, energia e prodotto.
Tre aree nelle quali l’azienda è impegnata da anni in termini di sostenibilità e che saranno il fulcro intorno al quale saranno definite le linee guida.
Il Comitato è composto, in una primissima fase, da risorse tecniche e strategiche interne all’azienda attualmente impegnate nelle seguenti divisioni: Produzione, Qualità, Acquisti, Logistica, Design, Marketing&Pr.
Una seconda fase prevederà inoltre l’ingresso di ospiti e consulenze esterne al fine di ampliare il punto di vista e le competenze in materia
“Siamo impegnati da anni sulla strada della sostenibilità in senso ampio e riteniamo indispensabile strutturare le nostre azioni in modo più definito e condiviso” dichiara Carolina Vergnano, fondatrice del Comitato aziendale – “Solo in questo modo riusciremo a essere ancora più concreti ed efficaci nel mettere le tematiche ambientali al centro del nostro modo di fare impresa.”
Da sempre attenta alle tematiche ambientali Caffè Vergnano è costantemente impegnata per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente che ci circonda. Dalle capsule compostabili al riutilizzo delle lattine vuote di caffè, dai pack interamente recuperabili nella raccolta differenziata e al pack in grani realizzato al 50% con PET riciclato.
Da 2018, inoltre l’approccio alla sostenibilità si è esteso anche al sociale con Women in Coffee: il progetto di raccolta fondi che sostiene progetti di empowerment al femminile e che valorizza il ruolo delle donne in piantagione.
Per saperne di più visita la sezione del sito
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150g di farina
15g di zucchero
10 g di lievito
Un pizzico di sale
1 uovo
2 cucchiai di olio
230g di latte
Procedimento
Setacciate la farina con lo zucchero, il lievito e il sale. Sbattete l'uovo con l'olio. Unite il composto a base di uovo agli ingredienti secchi e infine il latte. Il composto non deve essere né troppo liquido né troppo denso. Scaldate una padella leggermente imburrata. Versate due o tre cucchiai di composto. È importante che venga cotto a fuoco basso in quanto la lievitazione avviene in cottura. Quando cominciano a formarsi delle piccole bolle, capovolgete e cuocete l'altro lato. Serviteli caldi con abbondante sciroppo d'acero, ricotta, confettura o frutta fresca.
[post_title] => La ricetta dei pancakes [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => la-ricetta-dei-pancakes [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2021-04-15 04:45:17 [post_modified_gmt] => 2021-04-15 02:45:17 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/la-ricetta-dei-pancakes/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) ) [post_count] => 9 [current_post] => -1 [before_loop] => [in_the_loop] => [post] => WP_Post Object ( [ID] => 69142 [post_author] => 5 [post_date] => 2021-05-08 04:00:12 [post_date_gmt] => 2021-05-08 02:00:12 [post_content] =>La pianta del caffè è un arbusto che può vivere fino a cinquant’anni. I primi fiori fruttiferi appaiono sotto le foglie attorno al quinto anno di età della pianta: sono disposti a grappolo, bianchi e molto profumati. A dominare il mercato sono due varietà: la Coffea Arabica (70% della produzione mondiale) e la Coffea Canephora, di cui la più conosciuta è la varietà Robusta.
La varietà Arabica
La varietà Arabica vive in altitudine: la maturazione è lenta, condizione necessaria per un pieno e complesso insieme di profumi in tazza. È una varietà delicata che richiede cura e particolari condizioni atmosferiche. Privilegia l’ombra tipica nelle foreste pluviali o di alberi tutori aggiunti appositamente nelle piantagioni. Facile preda di funghi e ruggine, offre un raccolto moderato di drupe per ogni pianta. I chicchi di Arabica donano alla tazza di caffè una piacevole dolcezza e una aromaticità superiore.
La varietà Canephora
La varietà Canephora, scoperta in Congo nel 1898 e adottata per sostituire l’Arabica colpita dalla malattia della ruggine che aveva qualche decennio prima sterminato gli impianti delle colonie olandesi in Indonesia, è conosciuta come Robusta. Il nome si deve al fatto che resiste molto bene alle malattie e che è capace di reggere avverse condizioni climatiche e di crescere ad altitudini basse. Ogni pianta di Robusta dà quantità importanti di raccolto e ogni chicco, paragonato al seme di Arabica, contiene il doppio di caffeina. Indispensabile nella miscela per espresso, la Robusta arrotonda il corpo e offre una notevole intensità, distintiva del caffè estratto a pressione.
La drupe, la ciliegia del caffè
Nell’arco di sei-undici mesi i fiori si trasformano in drupe, le cosiddette ciliegie di caffè. All’interno ci sono due chicchi, appoggiati l’uno contro l’altro per la faccia piatta e avvolti sotto la scorza da un minimo strato di polpa gialla, il mesocarpo, preziosa materia capace di fermentare e indispensabile nella prima fase di trasformazione del frutto in oro verde. I frutti appassiscono in poche ore, ma per un lungo periodo altri ne sbocciano: fino a trentamila l’anno su ogni singola pianta. Per questo motivo, sulla stessa pianta si notano fiori aperti, appassiti, drupe verdi gialle o rosse, secondo il grado di maturazione.
La raccolta
Le drupe si raccolgono rosse o gialle (a seconda delle varietà), a mano o con macchine battitrici. Il ramo viene completamente ripulito seguendo il metodo stripping, diffuso nella grande piantagione e adottato per la raccolta di caffè di valore medio.
Il metodo picking
Per i pregiati si scelgono solo le drupe perfettamente rosse (metodo picking) e si raccolgono a mano con numerosi ritorni allo stesso arbusto alla ricerca di frutti maturati. La qualità del caffè in tazza è determinata anche dal metodo di raccolta. Le drupe perfettamente mature danno caffè dolci, brillanti e ricchi di note aromatiche di frutta e fiori; dai semi acerbi derivano invece sapori erbacei e astringenti. I caffè ottenuti da semi troppo maturi o raccolti da terra hanno un gusto di fermentato e di muffa.
Le caratteristiche del suolo influenzano il risultato in tazza
Anche le tipicità del suolo influenzano il risultato in tazza: le Arabica e le Robusta pregiate si definiscono, infatti, con il nome del territorio di provenienza. Altitudine, zone d’ombra, natura del terreno e forza del vento, millimetri di pioggia nell’anno, temperature notturne non inferiori ai 15 gradi sono tra i fattori che ne determinano le caratteristiche. Il terreno deve drenare le piogge e al contempo mantenere umidità costante in profondità, dove pescano le radici della pianta.
La lavorazione della ciliegia
Per estrarre i semi dalla ciliegia, possono essere utilizzati diversi metodi. Il metodo a umido richiede acqua e un periodo di fermentazione controllata. Le ciliegie, attraverso un macchinario, vengono liberate dalla scorza e da buona parte del sottile strato di polpa. I semi sono radunati in vasche dove fermentano in acqua. Vengono poi stesi al sole e girati di frequente per circa una settimana, a seconda delle condizioni del tempo. I semi rimangono protetti all’interno di uno strato di pergamino fino all’esportazione.
Il metodo a secco
Il metodo a secco, da cui si ottiene caffè naturale, è il più antico tra i processi di lavorazione. Le drupe integre vengono messe al sole e movimentate di continuo per mantenere costante la temperatura ed evitare la fermentazione. Finita l’essiccazione, che dura dai dieci giorni alle tre settimane, i chicchi, versati tra gli ingranaggi di una macchina molitrice, si liberano dal residuo secco.
Il metodo semi-secco
Il terzo metodo, semi-secco o pulped natural, è praticato in Brasile, Sumatra e Sulawesi. Si elimina la pelle esterna dalla drupa come nel metodo lavato per immersione in acqua, ma il doppio chicco, ancora dotato di polpa, è subito messo ad essiccare al sole. Una volta ben secchi, i chicchi si ripuliscono dai residui e dal pergamino.
La tostatura
La magica trasformazione dei semi verdi in chicchi tostati è un delicato processo di tostatura durante il quale si verificano importanti trasformazioni fisiche e chimiche.
Perdita di peso
L'evaporazione dell'acqua e delle sostanze organiche provoca una diminuzione di peso del chicco del 18-20%.
Aumento di volume
Ogni chicco subisce un aumento di volume fino al 60% a causa della pressione del gas che si accumula al suo interno.
Cambio di colore
La struttura del chicco cambia fisicamente: da dura e umida diventa friabile e fragile. Il colore muta da verde a marrone.
Cambiamenti chimici
Innumerevoli reazioni chimiche diverse hanno luogo durante il processo di tostatura del caffè: queste riguardano i vari elementi quali zuccheri, proteine e centinaia di sostanze volatili. Nello sviluppo di aromi e sapori, tutto deve essere controllato meticolosamente, considerando che ogni caffè ha caratteristiche proprie, che cambiano di giorno in giorno, di lotto in lotto. A tale fine, i torrefattori più scrupolosi scelgono di tostare singolarmente le singole origini, prima di creare le miscele finali.
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