Distributore o bar?

“Pausa caffè?” In ogni ufficio del mondo, allo scoccare della fatidica frase, nei corridoi inizia ad aleggiare il tipico aroma della bevanda più bevuta al mondo, accompagnato dai rumori dei distributori automatici.

Dopo i “bip” della selezione dei prodotti, iniziano la macinatura dei chicchi e l’erogazione del caffè. Ma il dubbio rimane… Caffè dei distributori o bar? E perché i distributori automatici spaventano più che favorire il tanto agognato relax?

Ecco i principali motivi evidenziati dai blog che trattano dell’argomento:

dubbi sulla qualità dei materiali

dubbi sull’igiene degli apparecchi

dubbi sulla manutenzione 

preconcetti o scarsa informazione.

Ma andiamo con ordine. Prima di tutto, i distributori automatici sono gestiti da colossi della produzione di caffè e bevande che fanno da garante non solo per la qualità degli ingredienti ma anche per il corretto funzionamento degli apparecchi. Ne sono una prova le etichette alimentari, che dovrebbero comparire obbligatoriamente su ogni apparecchio e che solitamente riportano solo la dicitura “caffè e acqua”. Ma non sono gli stessi ingredienti che si utilizzano al bar o a casa? Allora qual è il problema?

Da quarant’anni ormai i caffè sono macinati al momento quindi non vengono utilizzate miscele solubili. Forse a questo punto la perplessità nasce dalla quantità di polvere utilizzata o dalla qualità del chicco. La maggior parte dei distributori dichiara di utilizzare circa 7 grammi per la produzione di un caffè, contro i 4 dei bar. Sulla qualità del chicco garantiscono i nomi dei produttori. Gli stessi che peraltro riforniscono anche i bar o le case dei consumatori.

Forse allora il problema non è quello. Forse è una questione di preconcetti. Poiché i distributori automatici sono chiusi, è difficile stabilire esattamente cosa ci sia all’interno e che cosa succeda al momento dell’erogazione. I dubbi potrebbero comprendere la qualità della manutenzione o l’utilizzo di apparecchiature in grado da garantire l’efficacia dei processi igienizzanti. Regolarmente, però, il tecnico addetto alla manutenzione si presenta alla nostra porta e compie queste operazioni di routine igienica, secondo le indicazioni dei produttori di bevande, che certificano produzione e manutenzione.

Altro dubbio riguarda la qualità del classico caffè espresso. Nel bicchierino di plastica potrebbe sembrare più lungo di quello del bar o comunque con un sapore diverso. Per ovviare al problema, molte aziende si sono dotate di distributori a cialda o a capsula, ritenendoli più pratici e di maggior qualità. In questo modo si rende più simile a quello del bar il caffè degli apparecchi automatici.

In ogni caso, nonostante i dubbi e le incertezze di alcuni, i distributori automatici sono in realtà utilizzati dalla maggior parte del lavoratori che ne hanno uno in azienda. E questo perché non sono solo degli erogatori di caffè: sono anche un luogo parallelo dove le interazioni tra i colleghi tornano a galla. Un luogo dove le chiacchiere da moquette rinfrancano gli animi e dove aromi e sapori risvegliano i sensi offuscati dalla fatica e dalla concentrazione. E anche se negli anni le abitudini sono cambiate e le preferenze individuali hanno creato diversificazione di offerte e possibilità, la pausa caffè non è mai andata fuori moda e la bevanda rappresenta ancora il modo migliore per spezzare la giornata di lavoro, che si tratti di bar o distributore.

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