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Un viaggio lungo e affascinante: il caffè dal chicco alla tazzina

Caffè Vergnano

Beviamo caffè tutti i giorni e lo amiamo per accompagnare i momenti più piacevoli della nostra giornata. Ma abbiamo mai pensato al lungo viaggio che compie un chicco di caffè per arrivare nella nostra tazzina? Proviamo a scoprirlo insieme.

Il caffè è una delle bevande più diffuse al mondo: declinata in tante varianti a seconda dei gusti e delle abitudini locali, è apprezzata da tantissime culture per il suo potere corroborante, per la sua capacità di scaldare e dare una sferzata di energia in ogni momento della giornata. È la bevanda preferita per cominciare al meglio la giornata, per completare degnamente un pasto ma anche il simbolo per eccellenza della pausa da condividere con i colleghi o da gustarsi da soli.

Ma come nasce il caffè? Quello che dal chicco conduce alla tazzina è un viaggio estremamente affascinante. Vediamo insieme le sue tappe principali.

Partiamo dalla pianta del caffè, che appartiene alla famiglia delle Rubiacee e produce delle bacche rosse che nel cuore custodiscono uno o due semi ciascuna: questi semi sono proprio i chicchi del caffè che conosciamo bene. Esistono più di 80 specie di caffè, ma le due varietà più coltivate al mondo sono la Coffea Arabica e la Coffea Canephora, meglio conosciuta come Robusta.

Le regioni ideali per la coltivazione del caffè sono quelle tropicali del Sud America, Asia e Africa ad un’altitudine compresa tra i 200 e i 2000 metri.

Ecco i 9 Paesi maggiori produttori:

-Costa Rica

-Guatemala

-Ecuador

-Colombia

-Etiopia

-Vietnam

-Brasile

-India

-Nicaragua

La raccolta delle bacche di caffè mature deve tenere conto del fatto che bacche e fiori convivono sulle piante, dato che ogni pioggia fa ripartire un nuovo ciclo produttivo, e può avvenire in tre modi diversi: la raccolta meccanica, che viene effettuata tramite macchinari che abbassano notevolmente i costi di manodopera, ma producono un raccolto poco accurato; lo stripping, che si esegue a mano ma in modo veloce e piuttosto disomogeneo; il picking, una raccolta manuale molto laboriosa e costosa che permette di ottenere un raccolto omogeneo e uniforme.

I chicchi di caffè ancora verdi vengono raccolti in sacchi di 60 o 69 kg e spediti via mare nei Paesi che dove avverrà la tostatura e la commercializzazione. Una volta arrivati a destinazione, vengono controllati mediante selezionatrici ottiche per eliminare i chicchi più leggeri e grossi o gli eventuali corpi estranei.

La tostatura avviene sempre e solo per le singole varietà, ad una temperatura tra i 180 e i 220°C per circa 18 minuti. I chicchi scuriscono e diventano più voluminosi e leggeri. È proprio in questa fase che il torrefattore può scegliere il grado (light roast, full o medium) e il tempo della tostatura (rapida, semirapida o lenta), modificando sensibilmente il prodotto finale.

Solo dopo la tostatura il torrefattore crea sapientemente una miscela di chicchi di varietà e provenienza diverse per ottenere un caffè equilibrato e armonioso: le miscele più dolci e armoniose conterranno più alte percentuali di varietà arabica, mentre percentuali elevate di qualità robusta daranno origine a un caffè più pungente e ricco di caffeina.

Che dire? Il percorso dal chicco alla tazzina è decisamente lungo e affascinante: una semplice tazza di caffè racchiude in sé i sapori e i profumi della sua terra d’origine, il lavoro sapiente e paziente dei coltivatori e l’abilità e l’esperienza del torrefattore. Non resta quindi che regalarsi il piacere di una pausa rilassante in compagnia della nostra miscela preferita.

 

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