Fenomenologia della granita siciliana
“Macchiata” o con la brioche è una tradizione – da provare. Ecco che cosa ordinare a Catania, Enna o Messina.
Bere e mangiare qualcosa di caldo quando il sole batte a picco e il caldo diventa sahariano è una cosa impossibile. Così da maggio a settembre in Sicilia le abitudini cambiano e nei bar il classico espresso e il cappuccino con la brioche lasciano il passo alla loro versione gelata.
La granita più famosa in Sicilia è la granita al limone, ma le tradizioni variano di paese a paese. Granita, più spessa e ghiacciata, o gremolata o cremolata, a consistenza più fine ed omogenea – le due ricette si sovrappongono e confondono spesso.
Nel catanese si fa la granita di gelso, nel messinese quella di mandorle, a Bronte non si può non mangiare quella di pistacchio a Bronte. E la granita la caffè? Tipica del messinese, perché più che altro è il caffè stesso che diventa gelato: “ Il caffè freddo lo serviamo a -11°, con granetti di ghiaccio, nel bicchiere di vetro”. Deve restare granuloso e poi ci si aggiunge una cucchiaiata di panna. Oppure si usa per “macchiare” la granita al latte di mandorla – spiega Fabrizio, siciliano Doc, e gestore del Caffè Vergnano di Regalbuto, in provincia di Enna.
LA RICETTA
Fare del caffè, espresso o con la moka, versarlo in una bacinella ampia e bassa e zuccherarlo a piacere. Lasciare raffreddare il caffè a temperatura ambiente. Infilare la bacinella nel freezer e dopo un’oretta, tirarla fuori, mescolare con una forchetta e rimettere in freezer. Basta fare questa operazione ad intervalli regolari –bastano un paio d’ore per fare la granita se si parte da una moka da 3 ad esempio, serve più tempo a seconda della quantità di caffè.