Coffee lovers
Avvistata in ristoranti e bar milanesi, la moka è controtendenza. Ecco dove trovarla, e perché
Anche il tè ha il suo galateo. Dalla preparazione della tavola, ai dolci di accompagnamento, ecco alcuni consigli utili per un “tea time” perfetto. Senza dimenticare […]
Tutti ce l’hanno in casa, molti la usano, pochi sanno fare davvero bene la moka. Perché non è tutta questione di caffè, ma serve la mano […]
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I degustatori di professione esistono, non solo per il vino. Ecco una guida per imparare a riconoscere un buon espresso, guardandolo, annusandolo, bevendolo ma soprattutto, parlandone. […]
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Oggi per immortalare istanti della vita di tutti i giorni si usano smartphone e instagram. Ma in passato a rappresentare la quotidianità ci pensavano i pittori. […]
Si avvicina il momento di pensare ai doni di Natale… Poche idee? Noi ne abbiamo trovate tantissime, tutte per intenditori e disponibili online.
Non potrei vivere senza caffè – racconta Csaba dalla Zorza – ed è così che a casa sua è nato il “caffè dei piccoli” una bevanda fatta di latte e cacao amaro, addolcita con un cucchiaino di zucchero – come il caffè dei grandi, perfetta per “tirarsi su ad un certo punto della mattina”.
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Tutto torna. Le mode come il karma, si ripropongono quando meno te lo aspetti. Funziona così nell'abbigliamento, nel design, della gastronomia. Vintage, lo definisce qualcuno per indicare il legame indissolubile con il passato uguale a se stesso, hipster sarebbe meglio definirlo quando qualcosa di demodé ritorna nella stessa forma ma con un nuovo significato. Al caffè sta succedendo esattamente la stessa cosa, e mentre il mercato delle capsule si espande a ritmi cinesi, nonostante la crisi, è già arrivata la controtendenza. Ritorna la moka, e questa è una moda finalmente italiana, autarchica e difficilmente colonizzatrice.
La moka in casa ce l'abbiamo tutti, e al 90% non abbiamo mai smesso di usarla, due volte al giorno, a colazione e dopo pranzo. Come fa ad essere trendy?! L’abbiamo data per scontata, derubricata alla stregua del caffelatte della nonna, abbagliati dalla comodità di una capsula che restituisce in casa un espresso come al bar. Nel bene e nel male, sempre uguale a se stesso. La moka è sinonimo di slow-coffee, di maestria nella preparazione e riporta in ogni momento la mente al profumo della mattina. Ecco perché molti ristoranti milanesi e bar di tendenza l’hanno già rispolverata, e possiamo giurarci non saranno i soli. Al Refettorio Simplicitas l’avevo trovata già un anno fa, insieme alla fontanella per l’acqua e un misuratore di decibel che impone un silenzio monacale nelle sale linde del ristorante. Lì il caffè –e la cucina tutta – è come quella di casa. Al tavolo portano un vassoio, la moka, le tazzine vuote e una zuccheriera e il cameriere serve come una brava padrona di casa. Poi un altro ristorante milanese, la Trattoria Galeria, che al posto della macchina dell’espresso ha installato delle piastre elettriche su cui finiscono una dopo l’altra decine di mini-moka da uno. Alle dieci il profumo che si diffonde nella sala è meraviglioso… Terzo indirizzo milanese, ma nella trafficata Stazione Centrale dei treni. Il Bistrot Milano Centrale occhieggia allo stile newyorkese tutto legno, acciaio e nero pece. Qui hanno deciso di puntare tutto sulla cuccuma napoletana, che affianca il classico espresso al filtred coffee americano. Perché il ritorno della moka? Le macchinette elettriche sono pratiche, ma la moka ha tutto un suo rito di preparazione che piace agli estimatori. C’è tutta una minoranza silenziosa pronta a tostarsi il caffè in casa, a diventare sommelier del caffè o a selezionare le miscela giusta per ogni momento della giornata – e la moka lascia libera la creatività, ed è low cost. [post_title] => Il ritorno della moka [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => il-ritorno-della-moka [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-13 10:41:36 [post_modified_gmt] => 2013-11-13 09:41:36 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/il-ritorno-della-moka/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [1] => WP_Post Object ( [ID] => 66763 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-20 12:19:59 [post_date_gmt] => 2013-11-20 11:19:59 [post_content] =>Anche il tè ha il suo galateo. Dalla preparazione della tavola, ai dolci di accompagnamento, ecco alcuni consigli utili per un "tea time" perfetto. Senza dimenticare le regole basilari del bon ton...
Giochiamo a prendere il tè, come fossimo grandi? Quante volte da piccolina mi sono seduta con le mie amiche a sorseggiare una "finta" tazza di tè bollente, davanti ad un tavolino apparecchiato alla perfezione, chiacchierando come fossimo donne adulte di mariti, figli, lavoro...Oggi come allora nulla è cambiato, se non il fatto che ora non abbiamo più bisogno di immaginare, perché quel futuro che sognavamo è diventato realtà. Alcune amiche sono le stesse, il tè fuma sempre dalle tazze e le regole da seguire sono rimaste identiche. Sono quelle regole che ho imparato da mia nonna (spiandola di nascosto da dietro la porta), grande esperta di lunghe chiacchierate in salotto. Perché il tè delle 17 ha un suo galateo che deve essere rispettato. Dalla scelta delle tazze, ai dolcetti da accompagnare, alla tavola apparecchiata con cura ed eleganza, si crea un vero cerimoniale che rende l'ora del tè ancora più piacevole da vivere. Quando organizzo il tè del pomeriggio ritorno a quei tempi. Sento gli stessi profumi e mi rivedo piccola, dietro la porta ad imparare, a cogliere quei dettagli che ancora oggi rendono le mie domeniche con le amiche così speciali. Importante organizzare anche il tempo di mariti e fidanzati che potranno incontrarsi per guardare la partita o per fare una passeggiata: fondamentale è che escano di casa! Quando rimango sola preparo la tavola in salotto con cura: tovaglia e tovaglioli di lino (rigorosamente dai cassetti dei nonni), servizio di porcellana, anche questo ereditato dalla famiglia e piattini per ospitare biscotti e dolcetti. Sul tavolo non mancano latte, fettine di limone e zucchero. Unica nota stonata che forse a mia nonna non sarebbe piaciuta sono le bustine di tè. Tutte noi ne abbiamo uno preferito ed è impossibile farlo come una volta, con quelle foglioline aromatiche conservate in un barattolo. Quando suona il campanello è ora di mettere su l'acqua che verrà poi versata in una teiera apposita. Alle 17 in punto il tè sarà servito e cominceranno le chiacchierate. Senza dimenticare quelle regole del bon ton che non hanno tempo: attenzione a non girare troppo velocemente lo zucchero che potrebbe far schizzare il tè su tovaglia e amiche; niente soffi sulla bevanda per raffreddarla: il tè si raffredda da solo! E, infine, niente mignolo alzato: se nell'immaginario può sembrare simbolo di nobiltà, per il galateo è segno di maleducazione. Una domenica semplice, durante la quale riaffiorano i ricordi e ci si sente un po' bambine. Perché il tè, sorseggiato con le amiche, è una coccola che tutte dovrebbero concedersi. [post_title] => Quando l'ora del tè diventa un gioco da condividere con le amiche [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => ora-del-te-amiche-regole-galateo [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-20 12:19:59 [post_modified_gmt] => 2013-11-20 11:19:59 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/ora-del-te-amiche-regole-galateo/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 66760 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-20 13:51:04 [post_date_gmt] => 2013-11-20 12:51:04 [post_content] => Tutti ce l’hanno in casa, molti la usano, pochi sanno fare davvero bene la moka. Perché non è tutta questione di caffè, ma serve la mano “da barista” e qualche trucco. Pochi gesti, veloci, ripetuti frettolosamente prima di uscire di casa al mattino, e ormai diventati automatici: l’acqua nella caldaia, fredda o calda poco importa, qualche cucchiaino di caffè in polvere schiacciato nel filtro, un avvitata e via sulla fiamma, come capita. Forse ai nostri palati un po’ assonnati il primo sorso del mattino, con la vecchia moka ora più che mai tornata di moda, sembra già perfetto così, eppure si può fare di meglio. Decisamente. Perché anche fare il caffè con la moka ha delle leggi - come tutte le arti che si rispettino, da seguire scrupolosamente. La faccenda è seria tanto che all’Accademia Vergnano la moka è inserita nel programma di studio “soprattutto per gli stranieri, che non conoscono questo modo di fare il caffè così familiare in Italia” spiega Damien Burgess, Head Trainer and Master Barista per L’Accademia. Servono solo tre cose: una moka, acqua fresca e caffè di ottima qualità, preferibilmente macinato da poco, e un po’ di esperienza: Il livello dell’acqua L’acqua va versata nella caldaia, fin sotto la valvola di sicurezza. Non a livello della valvola, ne sopra. La macinatura Se si utilizza la miscela per la macchina dell’espresso, il sapore del caffè risulterà amaro e leggermente bruciato, poiché la polvere troppo fine ostacolerebbe il passaggio dell’acqua. Viceversa, una macinatura troppo grossa lascerebbe passare l’acqua molto velocemente, dando alla bevanda un sapore troppo acquoso e un colore smorto: l’acqua non riuscirebbe infatti a “catturare” tutte le sostanze, e il gusto, del caffè. Noi vi consigliamo il caffè in grani di Vergnano, macinandolo otterrete la polvere giusta per il vostro buon caffè! Come mettere il caffè Il caffè nel filtro va depositare con delicatezza , utilizzando un cucchiaino, e senza pressarlo. Il caffè deve essere messo nel filtro in modo che superi leggermente il livello bordo, specialmente nel centro, così da creare un piccolo rilievo. La chiusura della moka Avvitare la parte superiore della moka – in gergo tecnico “raccoglitore” – senza stringere eccessivamente (la moka funziona utilizzando il principio della pressione) ma facendo comunque attenzione che sia ben chiusa, altrimenti in fase di ebollizione l’acqua fuoriuscirà prima di aver oltrepassato il filtro. Il fuoco Mettere la moka sul fuoco, preferibilmente su fiamma bassa, per evitare che l’acqua giunga a ebollizione troppo in fretta e “bruci” il caffè. Per lo stesso motivo, non lasciare gorgogliare la moka troppo a lungo. Spegnere la fiamma e versare il caffè nelle tazzine. Come servire il caffè perfetto come una brava padrona di casa? è un’altra storia... 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Posso offrirti un caffè? Quanto volte abbiamo risposto con entusiasmo a questa domanda, perché ad un espresso è difficile dire di no. Al bar o a casa, l'invito a bere una "tazzullella" non si può proprio rifiutare. Ma c'è chi questa domanda la lascia in "sospeso", non la pronuncia ma la sottintende. Entra in un bar, sorseggia il suo caffè e ne paga due, lasciando la possibilità a chi passa in un secondo momento di bere una tazzina gratuitamente. Questa usanza, chiamata appunto del "Caffè Sospeso" è nata in passato a Napoli e oggi è diffusa in tutta Italia (e non solo). Niente elemosina o carità: si tratta di un gesto di generosità e di solidarietà per offrire un qualcosa di caldo a persone meno fortunate. Io l'ho provato sabato scorso. In giro per Torino dalla mattina, ho lasciato in tre bar differenti, dalla mattina alla sera, tre caffè in sospeso. Mi piace pensare che qualcuno si sia sentito un po' meglio grazie ad un mio piccolissimo gesto. Ma la cosa che mi ha sorpreso di più è il modo in cui è stata accolta la mia richiesta alla cassa. Ho trovato baristi per niente stupiti, come fossero abituati a questa bella iniziativa. Come fosse una cosa del tutto normale, che capita molto sovente. Ad accogliere questa tradizione, nata in una delle città più accoglienti e generose d'Italia, sono tanti vip, scesi in campo per promuovere questa iniziativa: pensiamo al torinese Luca Argentero che, ispirandosi proprio a questa usanza ha fondato 1caffe.org, onlus che ha l'obiettivo di favorire azioni di solidarietà. Partendo proprio da un gesto piccolo, come quello di offrire un caffè. Un solo euro per un sorriso. Anche lo scrittore Erri De Luca si è detto entusiasta: <Mi associo all’offerta di un caffè sospeso per il passante che si affaccia e chiede un benvenuto. Glielo lascio in caldo a ritirarlo quando vuole>. E poi c'è chi questa usanza l'ha cantata: come dimenticare 'Na tazzullella 'E Cafè di Pino Daniele? E chi ne ha scritto persino un libro: Luciano De Crescenzo ha intitolato proprio "Il Caffè Sospeso" una raccolta di pensieri e aneddoti. L'associazione "Rete del Caffè Sospeso" ha istituito, il 10 dicembre, in concomitanza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, la giornata del Caffè Sospeso, che si snoda lungo tutta la penisola con iniziative, eventi e spettacoli. Ma sarebbe bello che questo gesto di solidarietà diventasse un'abitudine giornaliera, proprio come bere un caffè al bar. E voi, avete già lasciato un caffè in caldo per qualcuno meno fortunato? Raccontateci la vostra esperienza! [post_title] => Passa al bar, c'è un caffè in "sospeso" per te [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => espresso-bar-caffe-in-sospeso-usanza [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-27 08:17:30 [post_modified_gmt] => 2013-11-27 07:17:30 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/espresso-bar-caffe-in-sospeso-usanza/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 66775 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-27 10:50:07 [post_date_gmt] => 2013-11-27 09:50:07 [post_content] =>I degustatori di professione esistono, non solo per il vino. Ecco una guida per imparare a riconoscere un buon espresso, guardandolo, annusandolo, bevendolo ma soprattutto, parlandone. Basta non aggiungerci lo zucchero…
Ebbene sì, esistono anche i sommelier del caffè, o comunque critici professionisti che si sono specializzati nell’assaggio e nella valutazione di questa bevanda. Esistono persino dei corsi, per professionisti e per semplici appassionati, e l’attenzione verso la scelta della miscela e del metodo di esecuzione dell’espresso è cresciuta insieme a quella per vini, birre e distillati. Il caffè si degusta, non si beve soltanto. «Berlo tutto d’un sorso è un vero peccato. Perché, come diceva Charles de Talleyrand* per i vini - si comincia col guardarlo, poi lo si odora, lo si gusta e infine se ne parla» spiega Davide Oltolini, critico enogastronomico ed esperto in analisi sensoriale. Oltolini, che su Rai Uno conduce la rubrica “Sapere i sapori” durante il programma Uno Mattina in Famiglia, ha curato rubriche sul caffè per diverse testate ed è ispettore per la guida Bar d’Italia del Gambero Rosso dal 2006. Ecco il suo vademecum per riconoscere un buon espresso. L’esame visivo Essenzialmente l’esame della crema, che può avere differenti tonalità di nocciola o anche colorazioni più scure con eventuali riflessi rossastri, influenzate anche dalla tipologia di miscela. Non deve, invece, avere una colorazione troppo chiara o slavata, segno di un caffè sottoestratto. [caption id="attachment_1066" align="alignright" width="458"] Davide Oltolini
Seguilo su Twitter: @davide_oltolini[/caption] La crema, inoltre, non deve mostrare discontinuità nella consistenza, ma essere omogenea, oltre a presentare una certa persistenza in tazza. Quindi no a caffè dove la crema è oramai presente solo ai bordi della tazzina e no a caffè in cui la crema svanisce rapidamente a vista d’occhio. Al naso, alla bocca Al naso deve avere piacevoli sentori floreali, fruttati, di cacao, di pan tostato… assolutamente nessun sentore di paglia, di bruciato, di erbaceo. In bocca un ottimo espresso ha una buona corposità e morbidezza, piacevole e non eccessiva acidità, un amaro equilibrato ed in bocca non deve risultare una sensazione allappante, come quella che lascia l’addentare un caco non perfettamente maturo. Non devono esserci retrogusti, e a livello retro-olfattivo (ossia dopo aver deglutito), deve richiamare le piacevoli sensazioni già avvertite al naso. «Molto importante la tazzina: la migliore è di porcellana perché l’effetto coibente di tale materiale mantiene al meglio la temperatura di servizio del caffè». E ci si mette lo zucchero? [domanda innocente a cura della Redazione] «Zuccherooo, NO, assolutamente NO. Per apprezzare al meglio tutte le caratteristiche del caffè, non si aggiunge zucchero». Ma la maggior parte delle persone lo usa… [proviamo a giustificarci] «Dovrebbero provare a ridurlo mano a mano, se il caffè è di qualità e ben fatto, non serve ed, anzi, tende a “coprirne” le peculiarità». [*Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord (1754 –1838) fu principe di Benevento, vescovo e politico francese più volte ministro] [post_title] => Il sommelier del caffè [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => sommelier-caffe-degustazione [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-27 10:50:07 [post_modified_gmt] => 2013-11-27 09:50:07 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/sommelier-caffe-degustazione/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 66778 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-12-04 09:19:07 [post_date_gmt] => 2013-12-04 08:19:07 [post_content] =>In cima alla lista c'è sempre lui: lo smartphone. Ma in tempo di crisi c'è chi sogna di trovare sotto l'albero lavoro e denaro. E i più romantici sperano nell'amore e nell'amicizia...
Il countdown è partito: Natale è ormai alle porte e per tutti è cominciata la caccia ai regali. I bambini hanno già spedito le loro letterine a Babbo Natale e aspettano con trepidante attesa che pacchetti e pacchettini facciano la loro magica comparsa sotto l'albero. In cima alla lista dei desideri di molti (adolescenti e non), anche quest'anno, c'è la tecnologia. Smartphone, computer, Playstation, televisori ultima generazione...accendono i sogni di tantissimi. Ma ci sono anche quei regali che non si possono scartare. O meglio, sono regali che tutti desiderano, e che vanno aperti e conquistati giorno dopo giorno. O che semplicemente vanno riconosciuti come tali. E Natale è l'occasione giusta per augurare alle persone care di riceverli e di poterli conservare. Ma quali sono questi regali tanto ambiti? Domenica, passeggiando in centro tra vetrine addobbate a festa e tanta gente alla ricerca del dono perfetto, mi sono improvvisata intervistatrice e ho chiesto alle persone quale regalo avrebbero voluto trovare sotto l'albero. Ho chiesto loro "Esprimi un desiderio" e tra le tante risposte la più gettonata è stata sicuramente la Salute. Banale, ma sicuramente un dono per il quale dire grazie tutti i giorni. Poi vengono il Lavoro e il Denaro. Per niente scontati in un momento di così grande crisi. Ma c'è anche chi sogna la libertà (di scelta, di partire, di realizzare un sogno...). I più romantici hanno risposto Amore, Amicizia e Famiglia. C'è chi vorrebbe trovare un fidanzato sotto l'albero con il quale costruire una famiglia e chi, invece, un amico con il quale condividere progetti e speranze. E io? Che cosa mi auguro di trovare sotto l'albero? La risposta l'ho trovata entrando...in un supermercato. Camminando tra gli scaffali alla ricerca del caffè ho visto le Lattine "I Desideri" di Vergnano e ho lasciato fare il caso. Ho allungato la mano...e ho pescato la Felicità. Che per me fa rima con serenità, tranquillità. Ma anche con nuovi inizi. Nuovi amori e nuovi traguardi. E voi che cosa vorreste trovare sotto l'albero? Esprimete un desiderio e rendeteci partecipi! [post_title] => È Natale, esprimi un desiderio... [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => e-natale-esprimi-un-desiderio [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-12-04 09:19:07 [post_modified_gmt] => 2013-12-04 08:19:07 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/e-natale-esprimi-un-desiderio/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 66787 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-12-11 07:30:38 [post_date_gmt] => 2013-12-11 06:30:38 [post_content] =>Oggi per immortalare istanti della vita di tutti i giorni si usano smartphone e instagram. Ma in passato a rappresentare la quotidianità ci pensavano i pittori. Armati di tavolozza "imprigionavano" le loro impressioni con colori e pennellate. E uno dei soggetti preferiti era proprio il caffè....
Oggi per immortalare istanti della vita di tutti i giorni si usano smartphone e instagram. Ma in passato a rappresentare la quotidianità ci pensavano i pittori. Armati di tavolozza "imprigionavano" le loro impressioni con colori e pennellate. E uno dei soggetti preferiti era proprio il caffè. Chi lo ha detto che il caffè lo si può solo bere? Oltre ai tantissimi modi in cui può essere impiegato in cucina per preparare sfiziose ricette, dolci o salate, o per preparare creme di bellezza, il caffè può anche essere "ammirato". In che modo? Non parlo delle tantissime foto che tutti i giorni invadono i social network, soprattutto Instagram, in cui si vedono persone che fanno colazione o che si concedono una pausa al bar. Mi riferisco all'arte e ai tantissimi pittori che, oggi come in passato, rappresentano momenti in famiglia, o nelle caffetterie a parlare di politica e degli avvenimenti più attuali, o attimi di festa in cui protagonista è appunto l'oro nero in tazzina. Da Renoir a Van Gogh, da Guttuso a Manet e Munch sono tantissimi i pittori che hanno rappresentato momenti di convivialità con tavole apparecchiate per colazioni, momenti di pausa dal lavoro, o più semplicemente attimi di vita quotidiana, passati appunto a chiacchierare e discutere davanti ad un espresso. Gli esempi sono tantissimi. Ho scelto quelli che, da profana quale sono, mi hanno colpito maggiormente. "Colazione nello studio" Manet 1867 A spiccare in questo dipinto è la confusione presente sul tavolo in contrasto con l'abbigliamento inappuntabile e serio del giovane studente che ha da poco consumato il pranzo. Su una superficie pulita si trovano gusci di ostriche, bucce di limone e una tazzina di porcellana, candida, che attende di essere riempita con un ottimo caffè fumante, per completare il piacere del pasto. "La fine della colazione" Pierre-Auguste Renoir 1879 Il pranzo è terminato e le tazzine del caffè sono ancora appoggiate sul tavolo. Le dame si contendono le attenzioni del cavaliere che, con fare sicuro e maschile, si accende l'immancabile sigaretta dopo aver gustato il caffè. "Al tavolo del caffè" Edward Munch 1883 Famoso per l' "Urlo", Edward Munch, in questo dipinto, gioca ancora con i colori creando magistralmente un effetto straordinario di luci e ombre. Protagonista in primo piano, la tazzina che spicca sul tavolo. "Caffè di notte" Vincent Van Gogh 1888 Il tratto di Van Gogh è inconfondibile: sotto un cielo stellato, a risplendere è il "Caffè", luogo di incontro di questa lunga notte, dove emerge la figura del cameriere vestito di bianco che si muove tra i tavolini ancora affollati nonostante l'ora tarda. "Amici al Caffè" Amerigo Bartoli 1930 In questo quadro viene rappresentato un "Caffè letterario e politico", luogo nel quale si riunivano pensatori e politici, che tanto era temuto in passato dai regnanti di ogni Paese. Siamo nella Roma degli anni '30 e sembra quasi di udire le chiacchiere animate degli avventori. "Caffè Greco" Renato Guttuso 1976 In passato come oggi: il Caffè è luogo di incontro e di frequentazione da parte della più varia umanità. Politici, pensatori, ricchi, poveri, da soli o in compagnia: il Caffè è il posto dove tutti possono sedere l'uno accanto all'altro. [post_title] => Quando il caffè non si beve...ma si ammira [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => caffe-caffetterie-artisti-arte [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-12-11 07:30:38 [post_modified_gmt] => 2013-12-11 06:30:38 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/caffe-caffetterie-artisti-arte/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [7] => WP_Post Object ( [ID] => 66784 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-12-11 14:36:52 [post_date_gmt] => 2013-12-11 13:36:52 [post_content] =>Si avvicina il momento di pensare ai doni di Natale… Poche idee? Noi ne abbiamo trovate tantissime, tutte per intenditori e disponibili online.
[caption id="" align="aligncenter" width="301"] Tazza Lego: per gli appassionati delle costruzioni, per tenersi allenati anche mentre[/caption] [caption id="attachment_1138" align="aligncenter" width="233"] Scrub al caffè macinato: per una pelle liscissima e profumata
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In vendita su http://www.etsy.com[/caption] [post_title] => Geek gallery per Coffeelover [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => geek-gallery-per-coffeelover [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-12-11 14:36:52 [post_modified_gmt] => 2013-12-11 13:36:52 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/geek-gallery-per-coffeelover/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [8] => WP_Post Object ( [ID] => 66799 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-12-17 04:30:11 [post_date_gmt] => 2013-12-17 03:30:11 [post_content] =>Non potrei vivere senza caffè. Lo dico a mio discapito, ammettendo una dipendenza che credo di aver passato ai miei figli ancor prima che loro abbiano l’età giusta per assaggiare il loro primo sorso di caffeina. Per me dire “ho bisogno di un caffè” non è una semplice frase, ma l’espressione di uno stile di vita che – ad un certo punto della mattina – necessita di un’accelerata. Ed è così che da noi a casa è nato il “caffè dei piccoli” una bevanda fatta di latte e cacao amaro, addolcita con un cucchiaino di zucchero – come il caffè dei grandi, perfetta per “tirarsi su ad un certo punto della mattina”.
I miei figli hanno cominciato a chiedermelo per imitazione, il caffè, il sabato mattina – quando prima di iniziare il week end solitamente prendo due caffè di fila, uno appena sveglia ed uno verso le dieci, in sostituzione di quello che durante la settimana prendo in redazione con le mie ragazze. “Prendo un caffè” è diventato sinonimo di “mi concedo un momento piacevole di pausa” e i miei figli hanno chiesto di partecipare. Edoardo soprattutto – che ha otto anni adesso – ama prendere il suo caffè dei piccoli anche prima di andare a scuola “così mi sveglio un po’”. E quando ha raccontato questo gesto ai compagni di classe, la maestra deve aver alzato un sopracciglio, chiedendomi poi in privato se fosse vero che il bambino prende un caffè tutte le mattine. Ho sorriso –spiegando che in quel caffè non c’è caffeina –quando la maestra mi ha detto che buona parte dei suoi compagni mette nel latte una polvere di cacao (quella nella scatola gialla, per intendersi) che lui ancora non conosce. Stranezze di una famiglia che fa ruotare tutto intorno al cibo sano. Così, a casa nostra, il caffè dei piccoli è diventata una dolce istituzione – un gesto che fa sentire i bambini più grandi e che dà alla giornata il calcio d’inizio (sempre per restare in un ambito caro agli italiani quanto l’espresso). Non so se i miei figli ameranno la caffeina come la loro mamma – che beve due caffè al giorno e si concede il terzo a pranzo solo nelle occasioni speciali. Sicuramente hanno ben compreso lo stile di vita, tutto italiano, che il caffè rivela e nasconde al tempo stesso: prendersi una pausa di piacere, tutta per noi, a qualsiasi età. Ecco la mia “ricetta”. Caffè dei piccoli Ingredienti per 1 tazza 1 cucchiaino di cacao amaro 100 ml di acqua bollente 50 ml di latte intero 1 cucchiaino di zucchero Biscotti da inzuppare (fatti in casa è meglio, al cioccolato ancor di più!) Metti il cacao in una tazza grande e stemperalo con l’acqua bollente, versandola sopra piano piano e mescolando bene – per evitare grumi. Aggiungi il latte freddo, mescola ancora, poi servi con lo zucchero a parte. Ai bambini piace addolcire da soli, mescolando come i grandi! Guarda la mia coffe-gallery su Pinterest per ulteriori ispirazioni! http://www.pinterest.com/csabadallazorza/my-coffee/ [post_title] => Il caffè dei piccoli [post_excerpt] => Non potrei vivere senza caffè - racconta Csaba dalla Zorza - ed è così che a casa sua è nato il “caffè dei piccoli” una bevanda fatta di latte e cacao amaro, addolcita con un cucchiaino di zucchero – come il caffè dei grandi, perfetta per “tirarsi su ad un certo punto della mattina”. [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => il-caffe-dei-piccoli [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-12-17 04:30:11 [post_modified_gmt] => 2013-12-17 03:30:11 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/il-caffe-dei-piccoli/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) ) [post_count] => 9 [current_post] => -1 [before_loop] => [in_the_loop] => [post] => WP_Post Object ( [ID] => 66754 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-13 10:41:36 [post_date_gmt] => 2013-11-13 09:41:36 [post_content] =>Avvistata in ristoranti e bar milanesi, la moka è controtendenza. Ecco dove trovarla, e perché
Tutto torna. Le mode come il karma, si ripropongono quando meno te lo aspetti. Funziona così nell'abbigliamento, nel design, della gastronomia. Vintage, lo definisce qualcuno per indicare il legame indissolubile con il passato uguale a se stesso, hipster sarebbe meglio definirlo quando qualcosa di demodé ritorna nella stessa forma ma con un nuovo significato. Al caffè sta succedendo esattamente la stessa cosa, e mentre il mercato delle capsule si espande a ritmi cinesi, nonostante la crisi, è già arrivata la controtendenza. Ritorna la moka, e questa è una moda finalmente italiana, autarchica e difficilmente colonizzatrice.
La moka in casa ce l'abbiamo tutti, e al 90% non abbiamo mai smesso di usarla, due volte al giorno, a colazione e dopo pranzo. Come fa ad essere trendy?! L’abbiamo data per scontata, derubricata alla stregua del caffelatte della nonna, abbagliati dalla comodità di una capsula che restituisce in casa un espresso come al bar. Nel bene e nel male, sempre uguale a se stesso. La moka è sinonimo di slow-coffee, di maestria nella preparazione e riporta in ogni momento la mente al profumo della mattina. Ecco perché molti ristoranti milanesi e bar di tendenza l’hanno già rispolverata, e possiamo giurarci non saranno i soli. Al Refettorio Simplicitas l’avevo trovata già un anno fa, insieme alla fontanella per l’acqua e un misuratore di decibel che impone un silenzio monacale nelle sale linde del ristorante. Lì il caffè –e la cucina tutta – è come quella di casa. Al tavolo portano un vassoio, la moka, le tazzine vuote e una zuccheriera e il cameriere serve come una brava padrona di casa. Poi un altro ristorante milanese, la Trattoria Galeria, che al posto della macchina dell’espresso ha installato delle piastre elettriche su cui finiscono una dopo l’altra decine di mini-moka da uno. Alle dieci il profumo che si diffonde nella sala è meraviglioso… Terzo indirizzo milanese, ma nella trafficata Stazione Centrale dei treni. Il Bistrot Milano Centrale occhieggia allo stile newyorkese tutto legno, acciaio e nero pece. Qui hanno deciso di puntare tutto sulla cuccuma napoletana, che affianca il classico espresso al filtred coffee americano. Perché il ritorno della moka? Le macchinette elettriche sono pratiche, ma la moka ha tutto un suo rito di preparazione che piace agli estimatori. C’è tutta una minoranza silenziosa pronta a tostarsi il caffè in casa, a diventare sommelier del caffè o a selezionare le miscela giusta per ogni momento della giornata – e la moka lascia libera la creatività, ed è low cost. [post_title] => Il ritorno della moka [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => il-ritorno-della-moka [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-13 10:41:36 [post_modified_gmt] => 2013-11-13 09:41:36 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/il-ritorno-della-moka/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [comment_count] => 0 [current_comment] => -1 [found_posts] => 564 [max_num_pages] => 63 [max_num_comment_pages] => 0 [is_single] => [is_preview] => [is_page] => [is_archive] => 1 [is_date] => [is_year] => [is_month] => [is_day] => [is_time] => [is_author] => [is_category] => 1 [is_tag] => [is_tax] => [is_search] => [is_feed] => [is_comment_feed] => [is_trackback] => [is_home] => [is_privacy_policy] => [is_404] => [is_embed] => [is_paged] => 1 [is_admin] => [is_attachment] => [is_singular] => [is_robots] => [is_favicon] => [is_posts_page] => [is_post_type_archive] => [query_vars_hash:WP_Query:private] => 931f13cb47cb33ad15e2ae3b6f18a305 [query_vars_changed:WP_Query:private] => 1 [thumbnails_cached] => 1 [allow_query_attachment_by_filename:protected] => [stopwords:WP_Query:private] => [compat_fields:WP_Query:private] => Array ( [0] => query_vars_hash [1] => query_vars_changed ) [compat_methods:WP_Query:private] => Array ( [0] => init_query_flags [1] => parse_tax_query ) )