Viaggio per il mondo tra i sapori del caffè

Paese in cui vai, usanza che trovi. Italia, Turchia, Stati Uniti: in ciascuno è possibile assaporare tanti tipi di caffè diversi. La versione italiana è la più nota, ma altri Paesi vantano tradizioni secolari e interessanti.

In Italia il caffè viene preparato nella caffettiera moka e nelle macchine per espresso nei bar. La sua storia è un pezzo importante della cultura italiana: già nel sedicesimo secolo si consumava a Venezia, dove arrivava dai paesi tropicali.

La preparazione è molto rapida e da qui deriva il nome con cui è famoso: espresso. In casa si prepara in genere con la moka, una caffettiera prima in alluminio e oggi in acciaio. La macchina per espresso è stata invece inventata tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo e oggi sono disponibili in commercio modelli versatili che permettono di gustare ovunque un buon caffè ristretto.

In America e in Nord Europa si consuma il  caffè all’americana. All’inizio del XX secolo si otteneva mettendo un foglio di carta assorbente in una pentola con fori sul fondo, ma in seguito furono ideate delle macchine che hanno permesso di eliminare del tutto i residui. Il procedimento è semplice e prevede l’inserimento nella macchina di un contenitore con acqua e della polvere nella misura di un cucchiaio per due tazze.

Il caffè lungo americano si differenzia dall’italiano per 3 caratteristiche essenziali:

la miscela utilizzata è macinata grossolanamente;

è preferibile consumare in breve tempo il caffè per non perderne l’aroma;

essenziale è l’uso di un filtro da cui prende il nome la sua preparazione (detta appunto “filtrata”).

Anche l’Oriente ha un ruolo importante nella storia del caffè: già dal sedicesimo secolo a Instanbul esisteva un locale dove si serviva una bevanda dal gusto forte, che si diffuse ben presto in tutta la città. Dopo un secolo si era talmente affermata che alla corte ottomana veniva preparata attraverso un cerimoniale complesso. Non fu però solo appannaggio dei sovrani, perché entrò a far parte della cultura popolare. Il caffè turco è sempre stato, ad esempio, un grande protagonista nei matrimoni, secondo un rituale ben preciso: per potersi sposare una donna doveva dimostrare di saper fare un buon caffè, altrimenti poteva anche venire rifiutata dal futuro marito deluso; l’uomo a  sua volta doveva essere in grado di garantire a sua moglie tutto il necessario: il cezve, un bricco di ottone, una miscela molto fine e non troppo scura di caffè, acqua e zucchero. La maestria delle donne del passato è la stessa ancora oggi e prevede pochi passaggi, tra cui il più importante è l’attesa affinché la polvere si depositi.

Girando per il mondo è possibile comunque gustare tanti tipi di caffè, magari meno noti ma non per questo meno affascinanti:

in Francia si beve un raffinato café au lait

in Spagna si può ordinare il cortado

in Irlanda, l’Irish coffee prevede l’aggiunta di whisky, panna e zucchero di canna;

in Vietnam si beve il cosiddetto Ca phe da, preparato con latte condensato;

in Africa il caffè vanta poteri curativi come il Cafe Touba che in Senegal viene preparato con l’aggiunta di pepe.

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