Un caffè con: Carolina Vergnano dialoga con Angela Frenda

Per Carolina Vergnano Angela Frenda, Food Editor del Corriere della Sera e ideatrice di Cook, è soprattutto un’amica. Un’amica speciale con cui chiacchierare di cucina, passioni, cultura e ricordi.

In questo periodo così difficile, in tantissimi si sono dedicati alla cucina: secondo te è terapeutico?

Gli italiani hanno riscoperto il piacere della cucina, quasi come fosse un rifugio. Un po’ come diceva Virginia Woolf “Cercate una stanza tutta per voi”: è un modo per consolarci e per allontanare l’ansia.

Io stessa sono ritornata a preparare cose che non faccio quasi mai, come i dolci. Per Pasqua ho cucinato la pastiera come facevano le mie nonne e mia mamma. Avevo voglia di famiglia e questo piatto, che tra l’altro è venuto benissimo, mi ha fatto sentire bene, riportandomi indietro nel tempo, vicino ai miei affetti.

Un’altra cosa che faccio spesso è il pane: un po’ come tutti ho infornato diversi tipi di pane, sperimentando ricette nuove, come quella del pane senza lievito.

Ci racconti come è nata l’idea di Cook, l’inserto mensile del Corriere della Sera?

Amo il settore, penso si capisca. Quando sei anni fa è nato il sito del Corriere della Sera ho pensato dovessimo anche parlare di cucina: piano piano il progetto ha preso forma ed è nato Cook. Da un esperimento è nata una cosa solida con un target ben preciso. Dentro Cook c’è tanta bellezza, cosa di cui soprattutto in questo periodo, abbiamo bisogno. La bellezza ci educa e ci fa respirare. Ci siamo chiesti se in questo periodo avesse senso parlare di cucina e la risposta è stata positiva: i nostri lettori hanno continuato a cercarci e questo ci ha fatto davvero piacere.

Secondo te la cucina è donna?

Purtroppo in passato la cucina è stata donna per motivi non molto piacevoli: il suo ruolo era stare dietro i fornelli mentre l’uomo andava a lavorare. Oggi fortunatamente le cose sono cambiate, la cucina è di tutti.

C’è però secondo me una cosa che differenzia la donna dall’uomo che cucina: l’emozione. La donna vive tutto il processo che c’è dietro una ricetta, dalla sua realizzazione al momento della condivisione, mentre l’uomo pensa di più al risultato.

In questo periodo dove la mobilità è ancora limitata dove sogni di andare?

Ho riscoperto il piacere delle piccole cose, non ho grandi aspettative. In questo momento sogno il giardino di mia mamma dove c’è un agrumeto con tutti i suoi profumi e colori.

La tua ricetta del cuore?

Sicuramente il timballo di ziti, di cui trovate la ricetta on line. La pasta al forno mi riporta a casa di mia nonna durante le feste di Natale. Era un periodo particolare: i miei nonni materni erano divorziati, cosa molto rara in quel periodo. Mio nonno tornava per Natale e ogni volta gustando il timballo di ziti dava grandi segni di apprezzamento; a quel punto mia nonna gli sottolineava che quello poteva essere un buon motivo per tornare. E’ una ricetta di famiglia, alla quale sono molto affezionata.

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