Coffee-trends 2014

Che cosa berremo nel 2014, o di cosa sentiremo parlare? I giorni che inaugurano un nuovo anno sono quelli delle previsioni. Ecco le nostre.

C’è chi beve e berrà lo stesso espresso, ogni giorno, per il resto della vita – e in Italia sono in tanti a pensarla così. Ma c’è un mondo di persone per cui il caffè è moda, novità, lifestyle. Ci sono Paesi in cui il caffè non è una tradizione, e sperimentano senza inibizioni, altri in cui l’epidemia del cibo di qualità, dei gourmand e della ricerca della specialità ha contagiato il mondo del caffè. E poi ci siamo noi, coffeelover curiosi e senza pregiudizi, che senza abbandonare il rito della moka o del ristretto, aprono le porte a nuove esperienze. Perché è sempre meglio un caffè in più, che uno in meno.

Passione Robusta
Sempre stata vissuta come il caffè di più scarsa qualità, da mixare all’arabica giusto per dargli un tono in più. In realtà di qualità di altissimo livello ce ne sono sempre state, ma erano poco considerate mentre oggi la Robusta sta vivendo un nuovo momento di gloria. Si cominciano a trovare espresso 100% robusta o miscele in cui gioca la parte da protagonista – da provare, ma visto l’alto tasso di caffeina, meglio non nel tardo pomeriggio.

Infusione a freddo
Come per il tè, anche il caffè può essere estratto a bassa temperatura. Negli States che da sempre usano il sistema a filtro, quella della cold-press è l’ultima moda. Peccato che serva una speciale brocca con serbatoio e che ci metta 12 ore, contro i 12 minuti necessari a fare un “caffè americano”. Il risultato è un caffè più dolce e meno acido.

Fresh-brewed
Caffè appena tostato e macinato al momento, ancora ricco di tutti gli aromi volatili: un vero piacere da intenditori praticamente scomparso insieme alle torrefazioni di quartiere. Oggi sono proprio le grandi catene di caffetterie ad aver riportato in auge la cosa. Ma cosa significa “fresh”? Molto spesso quando si ordina un “fresh-brewed” in uno dei colossi americani si riceve un caffè appena macinato, forse tostato da poco ma sicuramente altrove, cosa ben diversa dal concetto classico di torrefazione. A Eataly Roma e New York invece il caffè viene torrefatto da Vergnano la mattina, in loco, per coprire le esigenze della giornata – e macinato al momento, ma questo in Italia è piuttosto ovvio.

Sostenibilità
Ci sono prodotti che arrivano da lontano, come caffè e cioccolato, per cui l’attenzione alla sostenibilità ambientale e al rispetto dei lavoratori sta acquisendo un’importanza crescente. Nel momento di cui l’offerta di caffè, miscele, luoghi e prezzi si amplia, la sostenibilità del prodotto diventerà uno dei fattori chiave per la scelta dei consumatori, disposti a pagare di più ma non solo per cose effimere come il brand, il testimonial famoso o l’allure modaiolo.

Tea time e vita da bar
Il momento del tè delle cinque è una moda dilagante, in Europa e anche negli States. Per riprendersi momenti di convivialità fra amici, o occasioni di lavoro formali, al di fuori della solita scadenza di pranzo e cena. Il tea time come l’uso prolungato delle caffetterie come spazi di lavoro e di studio è una risposta alla necessità di orari flessibili, di una vita maggiormente vissuta fuori casa ma al tempo stesso di soluzioni low-cost. Non stupisce che le carte fedeltà e il wifi siano gli aspetti più apprezzati dei coffeshops di nuova generazione e che nei grandi store fioriscano le caffetterie come servizio aggiuntivo per trattenere i clienti nei punti vendita.

Mini-torrefazioni

Come per i birrifici è in arrivo una nuova onda di piccoli torrefattori con produzioni limitate, elevata qualità e ricerca di chicchi e tecniche non convenzionali. In tutta Europa e negli States si assiste a questo fenomeno, paragonabile in Italia solo a quello dei birrifici, che sfocia nella produzione micro per eccellenza, quella casalinga. Il ritorno all’artigianale come forma di rivincita verso prodotti industriali di pessima qualità e senza anima è arrivato anche al bar.

Monocultivar e caffè invecchiati
Arabica e/o robusta? La scelta delle varietà di caffè è decisamente più ampia, anche se non arriva sugli scaffali dei supermercati. Come per l’olio o per il vino, anche nel caffè si sta assistendo ad una piccola rivoluzione dettata dalla competenza e dalla passione di alcuni, di caffè DOC, provenienti da una specifica regione, o veri e propri DOCG, di un singolo produttore e prodotti in piccoli appezzamenti. Si comincia anche a parlare di invecchiamento dei chicchi, alla ricerca del sapore di un tempo e di quando i sacchi di caffè ci mettevano mesi per arrivare in Europa ed essere tostati. Come per il vino il panorama dell’alta gamma è destinato a cambiare.

Latti, zuccheri, spezie
Per il nuovo cliente esigente la scelta di prodotti collaterali e di servizio è diventata un punto a favore per i locali. Latte, intero, scremato, di soia, zucchero, di canna, dolcificante, cannella, noce moscata, vanillina, sciroppi di frutta, panna montata e piccole cialde o cioccolatini mignon da accompagnare alla tazzina saranno all’ordine del giorno. Quando la concorrenza si fa più tenace, l’arma vincente è il miglior servizio.

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