Caffè di qualità? Lo riconoscono in pochi

Beviamo tanto caffè, ma non riconosciamo quello di qualità: ecco la sentenza di un sondaggio condotto a TriestEspresso Expo che fotografa il mondo dei coffeelovers e le nostre abitudini.

Si chiama Tasting&Testing il sondaggio condotto anche quest’anno dai ricercatori del Centro Studi Assaggiatori e del FIPE che si sono appostati con un banchetto in fiera e in diversi bar del centro e hanno intervistato con un lungo questionario e diversi assaggi le migliaia di partecipanti a TriestEspresso Expo, manifestazione dedicata al caffè svoltasi a fine ottobre 2014 in una delle capitali della caffeina italiane.
L’obiettivo, fare un confronto tra molte miscele, individuare i caffè che piacciono di più ai clienti e avere un quadro di quali sono e come mutano le abitudini di acquisto e di consumo.

Fra gli oltre 70.000 test effettuati quasi la metà degli intervistati, il 45,7%, consuma ben 3-4 caffè al giorno e un altro 15% ne consuma 5-7: un numero di tazzine giornaliero pertanto piuttosto alto. Non solo la maggioranza , il 42,7%, lo vuole amaro (e non edulcorato con zuccheri e affini) e ben il 68,92% lo preferisce nero, invece che macchiato o corretto,  per esempio, e dovrebbe quindi poter riconoscere la qualità della miscela e della preparazione, in un prodotto in purezza.

La formazione all’assaggio è però molto bassa, basti pensare che quando realizziamo questo genere di indagine sui vini la quota di chi è già formato è di circa il 30%, mentre in questo caso siamo sul 17%. Ciò significa che il consumatore di caffè non ha competenza sull’assaggio e di conseguenza fa difficoltà a discriminare sulla qualità” chiarisce Luigi Odello presidente del Centro Studi Assaggiatori e dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè.
Dall’elaborazione dei dati  (quelli 2014 sono ancora in fase di raccolta) infatti risulta che l’80% nel scegliere la marca del caffè si orienta su diversi brand e ben il 55,68% testa diversi tipi per poi giudicare. Un dato che farebbe pensare a un consumatore accorto se non fosse che le competenze e la conoscenza del prodotto necessarie alla scelta risultano molto basse anche se l’interesse nei confronti di miscele, tostature e per la degustazione del caffè è sicuramente in aumento come testimoniano i tanti curiosi intervenuti alla manifestazione e l’interesse per corsi per principianti e appassionati.
Incoraggiante infatti il risultato secondo cui per la maggioranza bere un caffè non nasce dalla necessità di tenersi svegli o di ricevere una sferzata d’energia, ma per il 39,73% rimane soprattutto un piacere dei sensi. Che si deve però imparare a riconoscere.

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