Flora non sopportava le feste di Natale e il suo fidanzato Franco la pensava allo stesso modo. Da anni vivevano quel periodo come una grande, eterna scocciatura: i regali, le cene aziendali, gli auguri con gli amici, i pensierini da 10 euro, le code in città, le luci, le letterine dei bambini appese agli alberi delle stazioni. Tutto li infastidiva.
Il 24 sera lo trascorrevano con i parenti di lei: mangiavano carrellate di antipasti, tortellini in brodo, un cappone così ripieno che neanche nei Promessi Sposi e il pandoro con la crema di mascarpone, fiore all’occhiello della madre di Flora, che guardava compiaciuta i parenti mentre la assaggiavano. Il 25 giorno stavano con i parenti di lui: mangiavano vassoi di vitello tonnato, agnolotti al sugo d’arrosto e il coniglio al civet con il purè che a Flora faceva tanto ospedale, ma guai a dirlo a sua suocera. Il pomeriggio lo passavano a digerire giocando a Scarabeo. Flora e Franco partecipavano controvoglia e si davano coraggio a vicenda durante quella giornata eterna che vivevano come una punizione. L’unica cosa che li consolava erano i brindisi di Franciacorta: per l’occasione le due famiglie tiravano fuori le bottiglie migliori, in una forma di concorrenza a distanza.Dopo anni di noia, i due decisero di boicottare le feste. In fondo sono parenti: avrebbero capito. Lei trovò il pacchetto last minute “Hot Xmas in Dubai” con partenza proprio il 24: hotel a 4 stelle, vista mare, piscina esterna e buffet infinito che dalle foto ti faceva mettere su almeno due chili. A una settimana dal Natale comunicarono alle rispettive famiglie che preferivano stare conto loro: “per ritrovarsi”, dissero, e le consuocere li guardarono con occhi sgranati. I due non si fecero prendere dai sensi di colpa, promisero di recuperare con una cena al loro ritorno e corsero a preparare la valigia, lasciando felicemente nell’armadio piumini e cappotti.Durante il volo erano al settimo cielo. Sorridevano alle hostess come due sposini, brindavano con i loro mignon di vino Aglianico ed erano sorpresi che l’aereo fosse semi-vuoto. Solo i più furbi partono per Natale. Dubai li accolse con un sole accecante, un clima mite e una brezza primaverile. Flora e Franco non ci potevano credere di essersi lasciati alle spalle il freddo e tutta quella frenesia. Quando calò il sole, però, le lucine natalizie comparvero come per incantesimo: la tradizione occidentale era arrivata anche lì.Flora era un po’ stranita nel vedere persone in maniche corte, donne con il velo e finti babbi natale. Dopo un paio d’ore si lasciò scappare che “che in Italia il Natale era più autentico”. E quando chiese a Franco “cosa facciamo stasera?”, lui non seppe cosa rispondere.Per una volta erano liberi dai vincoli ma in fondo sapevano che in qualche modo dovevano festeggiare. Decisero di cenare in hotel, che non era poi così lussuoso – vatti a fidare di Dubai – ma aveva camere ampie e, soprattutto, sporgendo bene la testa si poteva intravedere il mare. Decisero di fare la loro prima cena di Natale “da liberi” al ristorante dell’albergo.Entrambi non avevano capito se si sarebbero dovuti scambiare i doni per cui, a turno, si imboscarono in uno dei centro commerciali da cui erano circondati. La cena era self service – nella prenotazione non c’era scritto! – e i camerieri servivano solo per togliere i piatti dal tavolo. Il pollo al curry era così speziato che Franco rimpianse il cappone ripieno di sua suocera. Ma la vera batosta arrivò al momento del brindisi: “Qui non serviamo alcolici, sorry. Se volete, dovete andare in un altro hotel dove sono autorizzati.» Flora e Franco si guardarono, ma ormai era tardi per cambiare. D’altronde era una sera come un’altra. Quando si diedero il pacchetto infiocchettato ci fu un momento di imbarazzo perché assomigliava a tutti i pensierini che avevano sempre criticato: i kit da viaggio con il docciaschiuma! Ci bevvero sopra un bicchiere di acqua gasata. La notte di fuoco che avevano prospettato si trasformò in una serata noiosa davanti ad Al Jazeera. Il giorno dopo si svegliarono presto: “Dai che oggi ce ne stiamo spaparanzati in piscina” disse Franco mentre apriva le tende: si trovò davanti un cielo ovattato e immobile. Una strana cappa avvolgeva Dubai e rendeva triste anche la loro vista sulla città: “però possiamo fare shopping” provò a dire per tirarla su. L’idea di passare il Natale dentro un centro commerciale mise loro ancora più tristezza. Dopo poco erano in aeroporto a cercare il primo volo per l’Italia. Arrivarono a casa della suocera appena in tempo per il coniglio al civet. La loro apparizione commosse tutti. Ma, incredibilmente, i più emozionati erano loro. Passarono il pomeriggio a giocare a Scarabeo divertendosi come non mai. Anche questo è Natale.