Esiste un rapporto fra passato, presente e futuro, che è basato sull'equilibrio. Un equilibrio che Caffè Vergnano ha saputo mantenere negli anni. La casa fu fondata nel 1882, anni in cui il caffè si trovava in chicchi, lo si tostava e lo si macinava in casa. E ognuno aveva i propri segreti per farlo a regola d'arte. Eduardo de Filippo, nel celebre monologo sul caffè, racconta i suoi "...perché, quella, poi, è la cosa più difficile: indovinare il punto giusto di cottura, il colore... A manto di monaco. Color manto di monaco."
La storia delle nostre case ha preservato la tradizione, e allo stesso modo Caffè Vergnano ci riporta indietro nel tempo assicurando il sapore di un buon caffè, che deve essere nero come la notte, dolce come l'amore e caldo come l'inferno, come ci insegna Bakunin. Il caffè arriva a Venezia intorno al 1600 trasportato dai commercianti che viaggiavano continuamente nell'oriente islamico col nome Vino d'Arabia, ancora lo si ritrova nei circoli letterari illuministi tanto da essere definito "bevanda intellettuale", per divenire a Napoli un gesto d'amore col celebre "caffè sospeso", ovvero quel caffè che i benestanti pagavano due volte per assicurare ai meno abbienti un momento irrinunciabile e un sorriso.
Oggi non dobbiamo più tostare i chicchi: fino a qualche anno fa la moka era sempre in cucina pronta per essere riempita, ma oggi possiamo gustare un ottimo caffè anche quando abbiamo fretta e non possiamo prepararla, ovvero con le macchine per espresso che in un attimo portano in casa il caffè del bar. Il caffè buono, comodamente, sul nostro divano. E la giornata inizia nel modo migliore.