Quali sono le attrezzature che non possono mancare in un bar?

Le attrezzature di cui dotare il tuo bar sono varie e tutti importanti allo stesso modo. Alcune obbligatorie e inamovibili, altre specifiche e indispensabili solo per il tipo di servizio che vuoi offrire.

Questione di feeling

In fase di progettazione del locale, avrai sicuramente scelto il tipo di servizio che vuoi offrire e, di conseguenza, anche la clientela che vuoi raggiungere e fidelizzare. Quello è stato, oppure è ancora, il momento cruciale, il passo decisivo per impostare un’attività proficua e duratura. In quel delicato momento, la scelta delle attrezzature delinea i tratti particolari del tuo lavoro, seleziona i tuoi ospiti e ti identifica tra gli eventuali competitor in maniera inconfondibile, facendoti preferire agli altri, anche solo per un piccolo dettaglio.

L’Accademia
Caffè Vergnano

Dietro ogni tazzina si nasconde una lunga storia, una famiglia, molte scelte. Si tratta di un saper fare, un’esperienza che si tramanda e si perfeziona da generazioni, in ogni dettaglio.

Quali sono le attrezzature che non possono mancare in un bar?

I ferri del mestiere

Si può benissimo affermare che gli strumenti che non possono mancare in un bar sono quelli che fanno arredamento. Attrezzature come banchi frigo, macchina del caffè, piastre, lavastoviglie, forni, spremiagrumi, frullatore, sono elementi fissi che prescindono l’indirizzo professionale che vuoi dare al tuo bar. I ferri del mestiere senza i quali il tuo bar non può essere gestito come si deve. Altri strumenti, non sempre scontati e alcune volte sottostimati per la loro produttività, sono un valore aggiunto che può fare la differenza in ogni tipo di locale.

Shaker. Il più conosciuto e il più indispensabile per cocktail mescolati o pestati. Ce ne sono di tre tipi. Boston: parte inferiore in acciaio inox e parte superiore in vetro o plastica. Le dimensioni consentono di lavorare fino a quattro porzioni alla volta. Cobbler: il tradizionale. Costituito da tre parti di acciaio inox: parte inferiore, coperchio con beccuccio e tappo per evitare fuoriuscite mentre si agita. Francese: sostanzialmente un cobbler con un unico foro nel beccuccio. Per versare, occorre un colino o uno strainer.
Tritaghiaccio. Va benissimo anche la versione manuale. Per i cocktail che lo richiedono o per una granita estemporanea che non è un toccasana solo per la canicola estiva.

Jigger. È un dosatore formato da due contenitori conici simmetricamente contrapposti della capacità di 30 e 60 ml. Per non sbagliare mai un single o double shot, ma anche per prendere dimestichezza con la resa dei vari bicchieri.

Zester. È un tipo particolare di spelucchino che taglia la scorza degli agrumi in strisce sottili e a forma di spirale. Prezioso per l’estetica del prodotto finale.
Pestello. Detto anche muddler, serve alla preparazione della maggior parte dei cocktail caraibici nei quali alcuni ingredienti richiedono di essere pestati per poter sprigionare tutti i loro sapori. Ottimo per il mojito, la caipirihna e la caipiroska, così come per la preparazione e la rifinitura di tisane e infusi a base di zenzero, agrumi e erbe aromatiche.
Il tuo miglior sorriso di sempre. Senza quello, puoi anche chiudere i battenti ancor prima di aprirli.

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