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Il viaggio, di tazzina in tazzina, di Carolina Vergnano nella terra dei canguri. Passando dal n°1 caffè, terribile, al n°5 vista coccodrilli, ecco cosa ordinare a Melbourne, Sidney […]

Sul galateo al ristorante, delle uscite a cena e del business lunch si è scritto già di tutto. Ma esiste anche un “galateo del caffè”? Si […]

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Ogni regione ha le sue peculiarità, e i bar pugliesi hanno un dizionario tutto loro. Sciacquetta, l’espressino, leccese… come si dice caffè in Puglia?

“Macchiata” o con la brioche è una tradizione – da provare. Ecco che cosa ordinare a Catania, Enna o Messina.

I caffè “on the road” di Csaba dalla Zorza, blogger del magazine Coffeeandnews.it. Il suo diario alla scoperta di come si prepara, si serve e si beve la nostra bevanda nazionale in giro per il mondo comincia da qui, da un caffè servito a letto, in vacanza…

Terminal Coffee.
I migliori caffè negli aeroporti internazionali più visitati di questa estate, e altri modi per “ammazzare” il tempo dell’attesa, da Bergamo a Chicago, dall’Harrods Cafè a quello delle pasticceria Ladurée o dell’originale Torta Sacher.

Lo spread espresso fra Italia e Germania.
Il caffè i tedeschi lo bevono strano, amaro e bruciato, ed arrivati in Italia sorseggiano cappuccino dopo cena. Ma anche da loro il gusto comincia a cambiare.

Come abbiamo esportato il caffè, e l’aperitivo, ai francesi.
È mattina presto sulla promenade des Anglais. Il sole già caldo batte sul ferro delle chaises blues, le tipiche sedie smaltate d’azzurro…
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Passando dal n°1 caffè, terribile, al n°5 vista coccodrilli, ecco cosa ordinare a Melbourne, Sidney e Adelaide.
Questa estate ho trascorso tre settimane in Australia, con marito e figli, alla riscoperta dei luoghi in cui ho trascorso alcuni mesi della mia adolescenza. Una vacanza come si deve, di ben tre settimane, o purtroppo di tre settimane! Tre settimane senza i miei 6 caffè al giorno! Rigorosamente ristretti e senza zucchero. Il primo caffè australiano è una delusione. Mi trovo a Melbourne, seduta in uno splendido cafè lungo le sponde dello Yarra River e chiedo un generico caffè. Mi ritrovo costretta a bere un americano in tazza grande, acido e bollente. Capisco in uno sguardo che per ritrovare il mio solito caffè dovrò aggiungere almeno due parole: espresso, ristretto.
Non sempre però è la prima impressione che conta. Il secondo caffè, lo bevo a Penoma, nella valle dei vini del South Australia in un piccolo café sobrio e spartano. Mi servono un regular black accompagnato da un delizioso scone, con burro marmellata e panna montata. Indimenticabile. Al terzo caffè trovo finalmente un espresso, quello vero. Cammino in Jetty Road, nel quartiere Glenegl di Adelaide e mi imbatto in una bella facciata nera di un'elegante caffetteria. Entro alla ricerca di un espresso, e vengo piacevolmente sorpresa da una fila ordinata di tazze nere sopra la macchina. Familiari, sono le nostre! A sorpresa ritrovo proprio lo stesso caffè che bevo tutte le mattine, un Caffè Vergnano. Ovviamente, buono. Al quarto caffè, su consiglio della mia amica Csaba, prenoto con largo anticipo una colazione da Bill's, il locale di Bill Granger nel quartire di Darlinghurst a Sydney. Lui e questo ristorante in particolare sono famosi per le colazione, un vero rito australiano che da qui è stato esportato un po’ in tutto il mondo.
Mi colpisce un grande tavolo centrale che unisce mamme con bimbi, businessmen, ragazzi giovani e turisti giapponesi. Scelgo dal menù uova soft boiled, e un avocado olio e limone. Ovviamente ordino anche un caffè in tazza grande, e così il tutto diventa una bellissima esperienza, memorabile. Assaporo il quinto e ultimo caffè in un area picnic a Cardwell, una piccola città costiera infestata dai coccodrilli marini. La scelta è obbligata, il bar è uno solo, affollatissimo. Scelgo un crab sandwich (gustosissimo tramezzino a base di polpa di granchio) e un caffè doppio in tazza grande. Lo sorseggio ripensando alla meravigliosa vacanza, alla natura qui cosi selvaggia e dominante, carica per affrontare un altro anno pieno di nuove sfide e progetti (ovviamente, a base di caffeina). [post_title] => 5 caffè on the road in Australia [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => 5-caffe-on-the-road-in-australia [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-09-02 08:03:38 [post_modified_gmt] => 2013-09-02 06:03:38 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/5-caffe-on-the-road-in-australia/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [1] => WP_Post Object ( [ID] => 66663 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-08-30 06:45:47 [post_date_gmt] => 2013-08-30 04:45:47 [post_content] =>
Sul galateo al ristorante, delle uscite a cena e del business lunch si è scritto già di tutto. Ma esiste anche un “galateo del caffè”?
Si chiama coffeetiquette, ed ecco un utile decalogo (serissimo)...Parla con il barista
Entri nel bar, magari al cellulare, con otto cose in mano e senza nemmeno un cenno di saluto ti fiondi ad un tavolino e nel tragitto con un filo di voce e senza manco un Buongiorno o Buonasera boffonchi qualcosa. Non ti stupire se dopo 5 minuti dal banco ti guardano con aria interrogativa. Non hanno sentito, o probabilmente ti hanno fatto il piacere di ignorare la tua maleducazione. Quando entri al bar, guarda in faccia chi hai davanti, saluta, e alla fine, ordina.Caffè fuori dall’ordinario
Se vuoi “un cappuccino senza schiuma con latte tiepido una spruzzata di cannella e latte di soia” questo è un tuo sacrosanto diritto. Se il barista storce il naso non ci fa una bella figura lui e non ci si deve sentire in imbarazzo ad avere delle richieste. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia – dice il detto – quindi tentar non nuoce. Dovrebbe essere sancito dal codice d’onore del barman di non deridere un cliente esigente. Come cliente però non ci spazientisca se non hanno zucchero di canna integrale nel bel mezzo della savana o se il barista non sa snocciolare a memoria le origini delle dodici miscele a disposizione. Adattarsi senza piagnistei in questo caso è bon ton.L’ordinazione non si discute
Qualunque cosa tu abbia ordinato, semplice o complessa, non si cambia idea. O almeno lo si fa in modo cortese e solo, solo, se il barista non ha già cominciato a lavorarci su. “Non puoi farmelo ghiacciato?!” o “Posso averlo alla vaniglia al posto dell’amaretto?” suonano come una mancanza di rispetto per chi si ha davanti. Se hai cambiato idea nessuno ti obbliga a bere quanto portato, ma sia chiaro che la nuova bevanda è a carico tuo e non puoi pensare che ti venga offerta. Se lo fanno, bon ton è scrivere una recensione più che positiva su Tripadvisor!
Chiedi
Desideri un caffè particolare? Ti serve il dolcificante? Vuoi un tovagliolo, una cannuccia, un cucchiaino? Non serve vagare lungo il bancone con aria smarrita e non serve spazientirsi se mentre sei seduta al tavolo nessuno ti interpella. I barman sono persone, sono lì per aiutarti e saranno felici di offrirti più di quanto ti serve. Non aspettare però che possano leggerti dei pensieri.Il bicchiere d’acqua
In molti bar viene portato agli ospiti un bicchiere d’acqua insieme all’espresso. L’acqua andrebbe bevuta prima di bere il caffè, per pulire la bocca e apprezzare al meglio l’espresso. Non dopo, in teoria, per scacciare un sapore cattivo.Sorseggia con garbo
Alzare il mignolino come gesto chic è perlomeno passato di moda. Due note di buone maniere a tavola però non guastano. Come prima cosa è la tazzina che deve essere portata alla bocca, e non viceversa. Meglio non sporgersi quindi verso il tavolo modello cane. Lo zucchero si mescola con il cucchiaino, che poi va riappoggiato sul piattino. Nel tragitto non deve finire né in bocca, né sulla tavola. Le bustine di zucchero vuote le si lascia sul piattino, o sul vassoio se ce n’è uno. Non si appoggia la pattumiera sul tavolino. E finito il caffè, si usa il tovagliolo per pulirsi la bocca per evitare aloni nerastri sulle labbra.1 caffè = 1 ora
In Italia il caffè lo si beve al banco e la durata di una visita al bar può essere anche di pochi secondi. All’estero, o nelle caffetterie con divanetti e wifi, però la pausa per un caffè può durare persino ore. Nel mentre si studia, si lavora, si chiacchiera. Nessun problema, a meno che il bar non sia affollatissimo e che si occupi posto prezioso. Vale comunque la “regola” di ordinare un caffè (o un’altra bevanda) ogni ora, al massimo ogni ora e mezza.C’è un limite al cellulare
Spegnere il telefonino mentre si è al bar è un consiglio di galateo targato Diciannovesimo secolo, ridicolo al giorno d’oggi. Ostentare le proprie connessioni però è il peggio dei parvenu del Terzo Millennio. Soprattutto se la sosta si prolunga un po’, togli la suoneria, rispondi a bassa voce e se la cosa va per le lunghe piuttosto spostati in un angolo del locale, o esci.Pulisci
Nei bar con servizio al tavolo è previsto che un cameriere ti serva in tutto e per tutto, ma se ti siedi in una caffetteria stile Starbucks, ovviamente self-service, ci si deve “sparecchiare” da soli.Ringrazia
Dopo che ti hanno servito, dopo che ti hanno portato la seconda bustina di zucchero, dopo che hanno pulito il tavolo. E saluta, prima di uscire dal negozio, quando il barista è a portata d’orecchio. [post_title] => Maleducati al bar: galateo del caffè [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => galateo-del-caffe-bar [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-08-30 06:45:47 [post_modified_gmt] => 2013-08-30 04:45:47 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/galateo-del-caffe-bar/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 66660 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-08-28 06:25:15 [post_date_gmt] => 2013-08-28 04:25:15 [post_content] =>Il dolce americano più amato del mondo, in versione “adulta”. Lasciaci gocciolare sopra del cioccolato fondente…
Ingredienti per 12 muffin130 g di farina OO 50 g di cacao amaro 3 cucchiai di caffè solubile 1 cucchiaino di caffè macinato da moka 70 g di zucchero semolato 1 pizzico di sale ½ bustina di lievito istantaneo in polvere 125 g di burro fuso 3 uova 1 espresso o una tazzina di moka Per la glassa 100 g di cioccolato fondente al 80% Preparazione In una ciotola mescola gli ingredienti solidi: aggiungi la farina, il cacao, il caffè in polvere, lo zucchero, il lievito e un pizzico di sale. Poi aggiungi le uova, il burro e il caffè liquido e mescola. Puoi usare un mixer o una frusta elettrica. Versa l’impasto nei 12 fori di uno stampo da muffin – ogni dolcetto deve avere il diametro di circa 8 cm. Inforna i dolci in forno caldo a 200 ° per circa 25-30 minuti. Prima di sfornare i muffin infilza uno stuzzicadenti nella base, deve uscire ben asciutto. Dopo qualche minuto togli i muffin dalla teglia e lasciali raffreddare. Per glassarli devono essere a temperatura ambiente. Prepara la glassa. Fai sciogliere a bagno maria il cioccolato in una padella o una pentola abbastanza larga (30 cm di diametro), e mescola bene. Togli dal fuoco e lascia riposare qualche minuto, mescolando in modo che il cioccolato non si rapprenda. Ora appoggia una griglia a metà sulla pentola piena di cioccolato fondente. Prendi i muffin uno ad uno, scuotili leggermente per togliere le briociole e appoggiali sulla griglia. Versaci sopra un cucchiaio di cioccolato, proprio nel mezzo, e lascia che coli. Poi appoggia il muffin su carta da forno, e ripeti. Lascia che il cioccolato di solidifichi e servi. [post_title] => Muffin al caffè nero [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => muffin-al-caffe-cioccolato [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-08-28 06:25:15 [post_modified_gmt] => 2013-08-28 04:25:15 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/muffin-al-caffe-cioccolato/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [3] => WP_Post Object ( [ID] => 66657 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-08-22 06:53:32 [post_date_gmt] => 2013-08-22 04:53:32 [post_content] =>
Ogni regione ha le sue peculiarità, e i bar pugliesi hanno un dizionario tutto loro. Sciacquetta, l’espressino, leccese… come si dice caffè in Puglia?
L’Italia è il Paese dei mille campanili e delle mille tazzine di caffè. Nel senso che città che vai, tradizione che trovi, da Nord a Sud. La Puglia è una delle mete preferite delle vacanze da italiani e stranieri, soprattutto verso la fine di agosto, in concomitanza con i festival di Taranta. Salento, Bari, Brindisi, Lecce: come si dice caffè in Puglia? Ebbene sì, serve proprio un traduttore. Caffè al ghiaccio. Tazzina di espresso che viene servita con un bicchierino con 2 cubetti di ghiaccio a fianco. Si zucchera il caffè, si mescola con il cucchiaino e poi si tuffa l’espresso rovente sopra i cubetti di ghiaccio e si beve. Di origine è leccese, ma orami si beve in tutta la Puglia. Espressino freddo Il corrispettivo pugliese della crema al caffè che si vede roteare dei miscelatori dei bar del resto d’Italia. Si chiama Espressino freddo sia quello, che la versione homemade fatta nei bar (caffè espresso messo a raffreddare nelle bottiglie fino a diventare una specie di granita, zuccherato e arricchito da panna). Caffè leccese Caffè espresso con latte di mandorla, un classico di Lecce che sta arrivando un po’ in tutta la Puglia. Nella versione fredda viene fatto con caffè shakerato. Espressino Il marocchino, per il resto d’Italia (il caffè macchiato con cacao). Qui è il più bevuto a colazione, più del cappuccio e dello stesso espresso. Perfetto per mischiarsi fra i locali soprattutto se accompagnato da un bel pasticciotto leccese. Cappuccino estivo Un granita di caffè fatta semplicemente mettendo nel freezer una bottiglia di caffè, su cui si aggiunge schiuma di latte, come in un cappuccino. Si beve e non si mangia con il cucchiaino però.Le particolarità locali però proseguono anche al di fuori dal banco caffetteria, come con la mitica “Sciacquetta”. Daniela Di Fiore, gerente insieme al marito di Amendola Bari aggiunge anche questa al dizionario pugliese da usare nei bar della regione. “È acqua con granita di limone, e si beve dopo pranzo o nel pomeriggio, per digerire. Farla è semplice, basta fare una limonata naturale e tenerla nel freezer in modo che sia mezza liquida e mezza ghiaccio. Si versa nel bicchiere e si serve con un’ultima spruzzata di limone. Davvero dissetante”. “Le particolarità locali non sono poi così tante, spesso è solo il nome a cambiare, alcune esistono da sempre, come il cappuccino estivo, altre come il caffè leccese sono arrivate a Bari con gli studenti. Abbiamo imparato a farlo grazie a loro. E non solo quello” continua Daniela “siamo affetti da una vera epidemia!”. Pare infatti che l’aperitivo barese non sia stato risparmiato dallo tsunami Spritz, che anche qui ha fatto piazza pulita degli altri cocktail classici. “Imperversa lo Spritz. Cose come il Bellini, il Negroni, lo Sbagliato sono spariti”. Globalizzazione da drink. [post_title] => Traduttore simultaneo per il caffè in Puglia [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => traduttore-simultaneo-per-il-caffe-in-puglia [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-08-22 06:53:32 [post_modified_gmt] => 2013-08-22 04:53:32 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/traduttore-simultaneo-per-il-caffe-in-puglia/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 66654 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-08-21 11:26:16 [post_date_gmt] => 2013-08-21 09:26:16 [post_content] =>
“Macchiata” o con la brioche è una tradizione – da provare. Ecco che cosa ordinare a Catania, Enna o Messina.
Bere e mangiare qualcosa di caldo quando il sole batte a picco e il caldo diventa sahariano è una cosa impossibile. Così da maggio a settembre in Sicilia le abitudini cambiano e nei bar il classico espresso e il cappuccino con la brioche lasciano il passo alla loro versione gelata. La granita più famosa in Sicilia è la granita al limone, ma le tradizioni variano di paese a paese. Granita, più spessa e ghiacciata, o gremolata o cremolata, a consistenza più fine ed omogenea - le due ricette si sovrappongono e confondono spesso. Nel catanese si fa la granita di gelso, nel messinese quella di mandorle, a Bronte non si può non mangiare quella di pistacchio a Bronte. E la granita la caffè? Tipica del messinese, perché più che altro è il caffè stesso che diventa gelato: “ Il caffè freddo lo serviamo a -11°, con granetti di ghiaccio, nel bicchiere di vetro”. Deve restare granuloso e poi ci si aggiunge una cucchiaiata di panna. Oppure si usa per “macchiare” la granita al latte di mandorla - spiega Fabrizio, siciliano Doc, e gestore del Caffè Vergnano di Regalbuto, in provincia di Enna.Alla mattina, appena svegli, si fa colazione con la granita – nella brioche ovviamente – e dopo pranzo il caffè lo si beve davvero gelato. La granita con la brioche si mangia ancora prima del primo espresso della giornata, ma nelle giornate più calde non è difficile che diventi un sostituto del pranzo, o persino della cena. La si serve a parte, o aperta a metà e farcita con granita o gelato. Per i più golosi con aggiunta di panna, montata al momento. “Il miglior modo per mangiare la granita è sicuramente con la brioche. È una brioche apposita per il gelato, fatta con farina Manitoba, latte, uova, zucchero, e lunga lievitazione. Rotonda, dorata e lucente è quella con la classica pallina sulla cima. Una delle migliori, anzi la migliore non se ne abbiano a male i miei concittadini, è quella catanese, ma anche a Regalbuto ne abbiamo una ottima”. LA RICETTA Fare del caffè, espresso o con la moka, versarlo in una bacinella ampia e bassa e zuccherarlo a piacere. Lasciare raffreddare il caffè a temperatura ambiente. Infilare la bacinella nel freezer e dopo un’oretta, tirarla fuori, mescolare con una forchetta e rimettere in freezer. Basta fare questa operazione ad intervalli regolari –bastano un paio d’ore per fare la granita se si parte da una moka da 3 ad esempio, serve più tempo a seconda della quantità di caffè. [post_title] => Fenomenologia della granita siciliana [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => fenomenologia-della-granita-siciliana [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-08-21 11:26:16 [post_modified_gmt] => 2013-08-21 09:26:16 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/fenomenologia-della-granita-siciliana/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 66651 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-08-06 07:03:20 [post_date_gmt] => 2013-08-06 05:03:20 [post_content] =>
I caffè "on the road" di Csaba dalla Zorza, "blogger" del magazine Coffeeandnews.it. Il suo diario alla scoperta di come si prepara, si serve e si beve la nostra bevanda nazionale in giro per il mondo comincia da qui, da un caffè servito a letto, in vacanza...
Penso di essere una delle poche italiane che ha imparato a bere il caffè all’estero, se ci penso provo un po’ di disagio, ma poi invece mi rendo conto che è stato un vantaggio, perché mi ha insegnato ad apprezzare il caffè buono, ogni volta che lo incontro.Quando mi sono trasferita in Giappone, alla fine degli anni ’80, l’espresso non era contemplato a casa e il caffè fatto con la moka sarebbe stato qualcosa di troppo esotico da reperire a Tokyo (o, dovrei dire, troppo costoso all’epoca per le mie tasche). Fatto sta che la mia “iniziazione” a questa bevanda – che oggi adoro – fu opera del caffè solubile. Lo dico per sincerità: mi piaceva e mi piace ancora, lo considero un luogo di approdo felice quando mi trovo in situazioni in cui il caffè buono è poco reperibile (in certi bar a Milano, ad esempio, farebbero meglio a servire questo surrogato senza pretese piuttosto che una tazzina preparata male). Negli anni, comunque, il mio rito del caffè si è evoluto, ampliato e raffinato. Oggi sono capace di preparare un’ottima moka (che io non bevo) e adoro fare il primo caffè della mattina a mio marito, usando i chicchi interi che vengono macinati al momento dalla nostra macchinetta per l’espresso, un piccolo lusso che mi sono concessa con la nuova cucina, due anni fa. Il profumo dei chicchi appena macinati che diventano liquido nero e cremoso nella tazzina dà alla mia giornata un’energia particolare, che mi fa stare bene. In vacanza ci si deve “accontentare” di quello che passa il convento, come si dice, e non sempre ho la fortuna di trovare un buon caffè. Ma la mia ricerca è incessante e ormai non esiste luogo che io possa frequentare, anche per un solo giorno, nel quale non provi a sentirmi a casa con una tazzina di caffè. Da quello europeo (il migliore forse che ricordo è a Londra, ma in una caffetteria italiana – nda..) a quello caraibico. Il mio peggior caffè? Sulla terrazza del golf Club all’Hyatt di Grand Cayman – ma la vista era talmente spettacolare che seduta lì potrei anche prenderne altri… Ecco, il mio caffè “on the road” potrebbe essere un diario alla scoperta di come si prepara, si serve e si beve la nostra bevanda nazionale in giro per il mondo. In realtà è frutto di una ricerca ormai automatica della tazzina perfetta, che deve accompagnare il mio risveglio per far sì che sia davvero una buona giornata. In questo momento, mentre scrivo da casa mia, al mare, il caffè della mattina è preparato con la moka e poi versato in una grande caffettiera che viene portata sulla tavola, insieme a tutto il resto. Ancora per qualche giorno sono in Sardegna, nella cornice che ha ospitato il set del mio libro “Summer Holidays” dal quale ho preso la fotografia che vedete qui (il letto della mia camera con il vassoio della prima colazione). Fare colazione a letto – come ormai è noto – è una delle cose che più mi piace, e come ogni lusso, va assaporato solo ogni tanto, per mantenerlo tale. E a voi, come piace prendere il caffè in vacanza? Raccontatelo su queste pagine di blog, mi piacerà sapere come state passando le vostre vacanze. A presto! Csaba [post_title] => Il mio caffè in vacanza [post_excerpt] => I caffè "on the road" di Csaba dalla Zorza, blogger del magazine Coffeeandnews.it. Il suo diario alla scoperta di come si prepara, si serve e si beve la nostra bevanda nazionale in giro per il mondo comincia da qui, da un caffè servito a letto, in vacanza... [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => caffe-csaba [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-08-06 07:03:20 [post_modified_gmt] => 2013-08-06 05:03:20 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/caffe-csaba/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 66648 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-07-31 08:10:31 [post_date_gmt] => 2013-07-31 06:10:31 [post_content] =>
I migliori caffè negli aeroporti più visitati di questa estate, e altri modi per “ammazzare” il tempo dell’attesa, da Bergamo a Chicago, dall’Harrods Cafè a quello delle pasticceria Ladurée o dell’originale Torta Sacher.
Gli aeroporti sono un luogo di attraversamento forzato per molte mete vacanziere. Ma non sono tutti uguali. In certi alle 6 del mattino non trovi nemmeno un caffè, in altri puoi fare shopping per ore, nella maggior parte il massimo a livello di ristorazione sono i fast-food. Ma anche gli aeroporti nascondono piccole sorprese. Soprattutto se si tratta di cercare un vero espresso a migliaia di chilometri da casa. Ormai l’aeroporto lo si sceglie, e non solo in base alla distanza da casa, ma anche per i suoi servizi. Ci sono alcuni come Orio al Serio (Bergamo) che costituiscono una meta in sé grazie al gigantesco shoopping mall, altri per l’architettura come l’opera di Calatrava a Bilbao, a Chicago per l’orto urbano e l’esperimento green unico al mondo. Ci sono aeroporti che si vorrebbero evitare, come Heatrow – al primo posto nelle classifiche per bagagli persi, o Linate alle prime ore dell’alba dove diventa difficile, se non impossibile, trovare un caffè – e senza fare troppo i selettivi sulla qualità. Cade a pennello l’apertura - all’aeroporto di Milano Linate, del Caffè Milano: un angolo che oltre a servire generose e indispensabili dosi di caffeina, offre un’esperienza incentrata sulla città meneghina, puntando a valorizzare il suo patrimonio storico-artistico e culturale. Se la formula funziona, il corner Caffè Milano verrà aperto anche nell’altro polo di Malpensa, ad oggi colonizzato solo da catene americane e autostradali. Fra le cose da non perdere nei vari scali del mondo, non si può non citare Ladurée all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, una caffetteria-pasticceria che incarna l’innata raffinatezza francese, con le piccole scatolette color pastello ripiene dei meravigliosi macaron colorati adorati da Maria Antonietta.A Vienna la pasticceria Sacher che offre l’originale torta in un cafè-shop anche dopo il check-in. Inutile quindi comprare la leggendaria torta in centro e scarrozzarsela insieme alle valigie, basta comprarla già lì e accompagnarla con un caffè viennese (lungo e ricco di panna). Stessa cosa per le Palle di Mozart (originale in tedesco Mozartkugeln) ovunque e allo stesso prezzo che in città. C’è persino una pasticceria/panetteria della catena Ströck dove comprare dolci più rustici, biscotti e kranz. Se si parte da Roma da un anno a questa parte meglio prendere il treno verso Fiumicino dalla stazione Ostiense, dove ha aperto un nuovissimo Eataly: 4 piani interamente dedicati all’eccellenze dell’enogastronomia italiana, garantite SlowFood. Si fa shopping e si mangia in uno dei ristoranti, dedicati alle diverse specialità locali, dalla pasta alla pizza al pesce. Da Eataly Roma è anche presente un Coffee Shop 1882 Caffè Vergnano. A Copenhagen il junk food è stato soppiantato da catene di fast-healthy-food come Foodmarket (Terminal 1) che offre insalate, frullati, piatti espressi anche per vegetariani e vegani a prezzi assolutamente ragionevoli. A fianco dell’area imbarchi e vista aerei. A Monaco, nell’area centrale del Franz Josef Strauss International Airport, Caffè Vergnano offre tutta l’esperienza italiana del rito del caffè, terza caffetteria Vergnano nella città capoluogo della Baviera, oltre alle altre due presenti al Karlstadt Mall e Dachauer Straße 25. Se invece siete atterrati a Francoforte, è obbligatorio concedersi una tazzina al Beyond, un’oasi di relax con una strabiliante vista sulla pista aerea. Avete la fortuna di viaggiare a Kuala Lumpur? Fermatevi all’Old Town White Coffee, o al KopiTime o all’Harrods Café. A Heathrow, tantissime le caffetterie dove prendere un caffè, tra le più famose, Costa e ATM Coffee, prima catena inglese a puntare su commercio equo e solidale: nel menù, oltre a zuppe e alimenti bio, una enciclopedica selezione di caffè. Se si ha la fortuna di volare a Istanbul, in aeroporto ci si può fermare a scoprire il sapore del caffè turco, magari accompagnandolo da un tipico dolce locale a base di miele e frutta secca. Un momento passato in aeroporto porta sempre con sé qualcosa di emozionante. Che sia la partenza per una vacanza, per un viaggio di lavoro, oppure per accompagnare una persona cara o rivedere il volto di un amico, l’aeroporto è luogo, -o non luogo, secondo la teoria del sociologo Augè, di passaggio, di transizione.
Un luogo quasi sospeso, che percepiamo come premonitore di promesse e cambiamento, di connessioni e collegamenti. Si può assaporare un momento così senza l’accompagnamento di una bella tazzina di caffè? No, o meglio, avrebbe tutto meno gusto, meno intensità. E per camminare con la valigia tra le mani e verso una nuova meta, ottimo sottofondo un brano di Music for Airports di Brian Eno. [post_title] => Terminal-Coffee [post_excerpt] => Terminal Coffee. I migliori caffè negli aeroporti internazionali più visitati di questa estate, e altri modi per “ammazzare” il tempo dell’attesa, da Bergamo a Chicago, dall’Harrods Cafè a quello delle pasticceria Ladurée o dell’originale Torta Sacher. [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => terminal-coffee [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-07-31 08:10:31 [post_modified_gmt] => 2013-07-31 06:10:31 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/terminal-coffee/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [7] => WP_Post Object ( [ID] => 66645 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-07-31 07:35:16 [post_date_gmt] => 2013-07-31 05:35:16 [post_content] =>
Il caffè i tedeschi lo bevono strano, amaro e bruciato, ed arrivati in Italia sorseggiano cappuccino dopo cena. Ma anche da loro il gusto comincia a cambiare.
Saremo vittime dei luoghi comuni, e non si offendano gli interessati, ma i tedeschi bevono il caffè peggiore del globo e sono quelli che a fine pasto, approdati in Italia, chiedono cappuccino o latte macchiato. Lo sorseggiano con tutta tranquillità come se fosse del tutto normale bere un cappuccio caldo dopo piatti di cozze marinate, lasagne o pizza quattro stagioni. Sarà normale in Germania, ma in Italia finiscono per ritrovarsi tra le facce più o meno stupite dei tavoli vicini – cameriere rassegnato incluso. La faccia della rassegnazione però viene ancora più spesso agli italiani, che oltrepassato il confine sanno che trovare un buon caffè diventa cosa rara, perché quello tedesco si è decisamente aggiudicato il podio della classifica dei caffè peggiori: lungo, molto annacquato, dal sapore forte, intenso e secco, quasi bruciato. Luoghi comuni. Perché negli ultimi anni, l’incrollabile fede del popolo teutonico nei confronti di cappuccini pieni di schiuma e caffè nerissimi, sembra vacillare, sostituita da un nuova dottrina: la cultura del caffè espresso. Eresia? No, una tendenza. Ma facciamo un passo indietro. Perché parlare proprio di caffè e Germania? Perché pochi sanno che qui, nella patria della birra e a dispetto di tutti i pronostici, la bevanda più consumata è proprio il caffè, con un buon 7,4 kg pro capite all’anno. Noi a stento arriviamo ai 6. Il caffè in Germania è bevuto a litri, in tazze capienti che contengono la bevanda ottenuta con la kaffeekanne, una macchinetta all’americana onnipresente nelle case: si mette a bollire l’acqua in un bollitore, un filtro di carta viene riempito con il caffè e posizionato su una specie di imbuto collegato ad una brocca. Si versa l’acqua bollente nel filtro, sul caffè, e si ottiene così un caffè lungo, anche se ricco di caffeina, e dal sapore meno rotondo e vellutato rispetto ad un espresso. Per chi viene dal’Italia, il loro caffè sembra cattivo, ma è solo questione di gusto. Le miscele in Germania sono di prima qualità e l’attenzione molto alta sull’argomento. Il sapore è “merito” di una tostatura diversa, più forte, che gli conferisce un retrogusto molto poco piacevole ai nostri palati. E che comincia ad essere poco piacevole anche al loro.Sarà per questo che negli ultimi sei o sette anni i tedeschi stanno scoprendo il piacere di bere un caffè all’italiana, e lo fanno in grande stile. Le statistiche mostrano infatti una crescita costante di caffè solubile, di cialde e capsule e non ultimo di caffè espresso, all’italiana e da bere al bar. “Vogliono conoscere le varietà, le differenze di gusto – ci svela Aurelio Sucquet, in Germania dal 1977 e gestore del Coffe Shop 1882 Caffè Vergnano del centro di Monaco, aperto due anni fa nella capitale della Baviera. “C’è questa moda e questo interesse per capire e appropriarsi della cultura dell’espresso è di tendenza e i tedeschi si stanno appassionando. Lo conferma il fatto che nel centro di Monaco c’è un’altissima densità di bar che servono espresso al banco, forse addirittura di più che a Milano. Ma il migliore della città dicono sia il mio. Ed è una bella soddisfazione”.
Sul banco bar troneggia la macchina da caffè Belle Époque e ci si può accomodare in comode poltrone: il luogo ideale per il rito locale, quello della merenda a base di dolcetti e caffeina servita nei bar e nelle pasticcerie alle quattro del pomeriggio, rito che può protrarsi anche per qualche ora davanti ad una sostanziosa fetta di torta.
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È mattina presto sulla promenade des Anglais. Il sole già caldo batte sul ferro delle chaises blues, le tipiche sedie smaltate d’azzurro che costeggiano le spiagge di questa striscia di Mediterraneo... Nell’aria il tintinnio delle prime tazzine della giornata e l’inconfondibile profumo burroso di croissant invita a fermarsi in un cafè, e guardare: davanti, la distesa infinita del mare e le barche che si svegliano in un’alba d’estate; dietro, la terra e le facciate maestose di palazzi dall’antico splendore. Nizza. Ad un passo dai riflettori e dalla frenetica vita di Cannes, Nizza sembra uscita da una tela di Yves Kein, perfetta espressione del blu, o meglio ancora trasporta inevitabilmente fra le scene di un film di Truffault. Nizza, con le sue piazze, i prestigiosi hotel, i viali fiancheggiati da palme, è emblema e sintesi di uno dei luoghi più chic della Francia, patria del turismo d’elite e di miti cinematografici senza tempo. Terra orgogliosamente francese ma talmente vicina alla frontiera italiana da averne assimilato i sapori, la Costa Azzurra subisce l’influsso di due culture, per un risultato che è un sorprendente mix enogastronomico. Bistrò, ristorantini di pesce e café in riva al mare si susseguono sulla costa dove oramai il rito del croissant e del thè delle cinque è stato contaminato da colazione all'italiana e aperitivo a base di spritz. Proprio qui 12 anni fa è arrivato il primo bar dall'insegna italiana, un Coffe Shop 1882 Caffè Vergnano, e poco alla volta ha diffuso l'uso dell'espresso, della cioccolata e dell'happy hour. Ormai imitatissimi su tutto il lungomare. Seduti ai tavolini osservando il viavai della gente, il rito francese prevede che si ordini un grand tasse, cioè un caffè servito in tazza grande e allungato, un americano a cui aggiungere anche una generosa dose di latte. Servito con un bicchierino d’acqua e un quadretto di chocolat noir, nelle ore pomeridiane. Nella patria di Marie Antoinette non si mangiano indistintamente pane, croissant e brioche! Dall’alba al tramonto, a colazione o per un pausa pomeridiana, si beve quasi sempre café au lait, che corrisponde al nostro latte macchiato, da non confondere con il noisette, il caffè macchiato. Solo dopo pranzo i francesi indulgono in una tazzina di concentrato e intenso caffè nero all’italiana, ma amano farlo comunque a modo loro, chiedendo a gran voce: “Garçonne, un espressò!”. “Dopo anni, i nostri clienti storici, francesi, hanno imparato a bere l'espresso. Lo prendono ancora un po' lungo ma poco alla volta ci sono arrivati. Non nella pronuncia però!” Susanna, piemontese di Ivrea, ha passato il confine ormai più di dieci anni fa e continua la sua missione di esportatrice del gusto del caffè italiano in Francia. Solo ultimamente i suoi clienti francesi stanno cominciando ad apprezzare un caffè più ridotto, più vicino al nostro espresso insomma, ma “siamo ancora a mezza tazza”: preferiscono di gran lunga un espresso lungo, mentre molti altri turisti, specialmente russi, americani e inglesi continuano a farsi allungare il caffè con acqua calda a parte, come fosse un caffè americano. E nessuno, tranne qualche turista italiano, si affaccia al bancone per un caffè al volo. [caption id="attachment_447" align="alignright" width="399"]Interno del Coffe Shop 1882 Caffè Vergnano di Nizza[/caption] La sfida verso un espresso autentico è ancora dura da vincere, mentre quella della cioccolata è stata subito un successo. “Abbiamo introdotto una cioccolata all’italiana, caldissima e densa, diversa da quella più liquida e allungata tipica francese – dice Susanna – ma la nostra è veramente apprezzatissima e richiesta, soprattutto d’inverno, al punto che vengono persino da Cannes per bere la nostra chocholat à l’italienne”. A colazione siamo noi italiani ad aver importato ormai da tempo il cappuccio e brioche, ma lo abbiamo fatto in modo lessicalmente improprio – guai a chiamare così un croissant fatto a regola d'arte qui nella sua patria! Il croissant, o cornetto, è la classica mezzaluna di friabile pasta sfoglia arrotolata, servito vuoto o con un ripieno di crema o di marmellata. La brioche è un panino ricco al latte, leggermente dolce e soffice, da aprire a metà e farcire con marmellata e una noce di burro. Per gli amanti, il pain au chocolat è un fagottino di pasta sfoglia che racchiude un cuore di cioccolato morbido. “Abbiamo dovuto imparare dai francesi, per lo loro il petit déjeuner è una cosa sacra. Abbiamo introdotto, unico strappo alla nostra ferrea regola italica, la baguette con burro e marmellata”. A pranzo spopolano i panini tipicamente italiani, con crudo e mozzarella, o toast prosciutto e formaggio, e non si preparano croque monsieur o sandwich ricchi di mayonnaise. “Ma la vera innovazione è stata l'aperitivo, qui letteralmente non esisteva, e ora ce lo copiano tutti!” In Francia prima di cena non si stuzzicano patatine e noccioline, che al Coffe Shop 1882 Caffè Vergnano sono emigrate insieme a tartine, olive, e cocktails a base del classico bitter, tipo lo spritz o pestati come mojito con Campari o Martini bianco. “Gli stranieri che entrano da noi chiedono un espresso o uno spritz, vogliono ritrovare i sapori italiani e amano sentirci parlare in italiano. I nostri baristi fanno tendenza, su tutta la riviera”. [post_title] => Espressò e baguette: un petit déjeuner a Nizza [post_excerpt] => Come abbiamo esportato il caffè, e l’aperitivo, ai francesi. È mattina presto sulla promenade des Anglais. 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Il viaggio, di tazzina in tazzina, di Carolina Vergnano nella terra dei canguri. Passando dal n°1 caffè, terribile, al n°5 vista coccodrilli, ecco cosa ordinare a Melbourne, Sidney e Adelaide.
Questa estate ho trascorso tre settimane in Australia, con marito e figli, alla riscoperta dei luoghi in cui ho trascorso alcuni mesi della mia adolescenza. Una vacanza come si deve, di ben tre settimane, o purtroppo di tre settimane! Tre settimane senza i miei 6 caffè al giorno! Rigorosamente ristretti e senza zucchero. Il primo caffè australiano è una delusione. Mi trovo a Melbourne, seduta in uno splendido cafè lungo le sponde dello Yarra River e chiedo un generico caffè. Mi ritrovo costretta a bere un americano in tazza grande, acido e bollente. Capisco in uno sguardo che per ritrovare il mio solito caffè dovrò aggiungere almeno due parole: espresso, ristretto.
Non sempre però è la prima impressione che conta. Il secondo caffè, lo bevo a Penoma, nella valle dei vini del South Australia in un piccolo café sobrio e spartano. Mi servono un regular black accompagnato da un delizioso scone, con burro marmellata e panna montata. Indimenticabile. Al terzo caffè trovo finalmente un espresso, quello vero. Cammino in Jetty Road, nel quartiere Glenegl di Adelaide e mi imbatto in una bella facciata nera di un'elegante caffetteria. Entro alla ricerca di un espresso, e vengo piacevolmente sorpresa da una fila ordinata di tazze nere sopra la macchina. Familiari, sono le nostre! A sorpresa ritrovo proprio lo stesso caffè che bevo tutte le mattine, un Caffè Vergnano. Ovviamente, buono. Al quarto caffè, su consiglio della mia amica Csaba, prenoto con largo anticipo una colazione da Bill's, il locale di Bill Granger nel quartire di Darlinghurst a Sydney. Lui e questo ristorante in particolare sono famosi per le colazione, un vero rito australiano che da qui è stato esportato un po’ in tutto il mondo.
Mi colpisce un grande tavolo centrale che unisce mamme con bimbi, businessmen, ragazzi giovani e turisti giapponesi. Scelgo dal menù uova soft boiled, e un avocado olio e limone. Ovviamente ordino anche un caffè in tazza grande, e così il tutto diventa una bellissima esperienza, memorabile. Assaporo il quinto e ultimo caffè in un area picnic a Cardwell, una piccola città costiera infestata dai coccodrilli marini. La scelta è obbligata, il bar è uno solo, affollatissimo. Scelgo un crab sandwich (gustosissimo tramezzino a base di polpa di granchio) e un caffè doppio in tazza grande. Lo sorseggio ripensando alla meravigliosa vacanza, alla natura qui cosi selvaggia e dominante, carica per affrontare un altro anno pieno di nuove sfide e progetti (ovviamente, a base di caffeina). [post_title] => 5 caffè on the road in Australia [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => 5-caffe-on-the-road-in-australia [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-09-02 08:03:38 [post_modified_gmt] => 2013-09-02 06:03:38 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/5-caffe-on-the-road-in-australia/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [comment_count] => 0 [current_comment] => -1 [found_posts] => 1112 [max_num_pages] => 124 [max_num_comment_pages] => 0 [is_single] => [is_preview] => [is_page] => [is_archive] => 1 [is_date] => [is_year] => [is_month] => [is_day] => [is_time] => [is_author] => [is_category] => [is_tag] => [is_tax] => [is_search] => [is_feed] => [is_comment_feed] => [is_trackback] => [is_home] => [is_privacy_policy] => [is_404] => [is_embed] => [is_paged] => 1 [is_admin] => [is_attachment] => [is_singular] => [is_robots] => [is_favicon] => [is_posts_page] => [is_post_type_archive] => 1 [query_vars_hash:WP_Query:private] => 8b470a9a93128e65912872a48d7cb9e1 [query_vars_changed:WP_Query:private] => 1 [thumbnails_cached] => 1 [allow_query_attachment_by_filename:protected] => [stopwords:WP_Query:private] => [compat_fields:WP_Query:private] => Array ( [0] => query_vars_hash [1] => query_vars_changed ) [compat_methods:WP_Query:private] => Array ( [0] => init_query_flags [1] => parse_tax_query ) )