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Caffè con prezzi da outlet ma direttamente dalla torrefazione: nessun pezzo delle scorse edizioni, fuori catalogo o invenduto. L’outlet del caffè Vergnano, ad Alba, è sicuramente […]
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Questa ricetta è di Linda Collister, foodwriter consacrata “Regina del cioccolato”. Assolutamente da provare!
Ingredienti per 8 ciambelle 60 g di burro, ammorbidito 60 g di zucchero semolato 1 uovo di grandi dimensioni, leggermente sbattuto 90 ml di siero di latte 225 g di farina 00 1 cucchiaino di lievito in polvere 1⁄2 cucchiaino di bicarbonato di sodio 20 g di cacao in polvere 1⁄4 di cucchiaino di sale 1 cucchiaino di cannella in polvere 1 pizzico di noce moscata grattata fresca olio di semi d’arachidi o di girasole, per friggere Per la glassa al cioccolato 75 g di cioccolato fondente 75 g di zucchero a velo, setacciato Per la preparazione due stampini per biscotti del diametro rispettivamente di 2,5 e 8 cm Metti il burro, lo zucchero, l’uovo e il siero di latte in una ciotola. Setacciaci dentro la farina, il lievito in polvere, il bicarbonato, il cacao, il sale e le spezie e, con un cucchiaio di legno o un frullino (a velocità minima) mescola fino a quando gli ingredienti saranno ben amalgamati. Sposta l’impasto su un piano infarinato e lavoralo delicatamente per renderlo cremoso – leggermente soffice ma non appiccicoso. Se necessario aggiungi un pochino di farina. Con le mani infarinate, appiattisci l’impasto fino a farlo diventare di circa 2,5 cm di spessore. Taglia dei dischi con lo stampino per biscotti del diametro di 8 cm, poi con il tagliabiscotti più piccolo fai i buchi al centro. Impasta di nuovo gli scarti avanzati dopo il taglio delle prime ciambelle per ottenerne delle altre. Riempi d’olio fino a un terzo una padella per friggere (oppure la friggitrice elettrica, seguendo le istruzioni del produttore). Scalda l’olio a 180°C o ad una temperatura tale per cui immergendo un pezzettino di pane si abbrustolisce in 40 secondi. Friggi le ciambelle 2-3 alla volta, girandole spesso finché saranno scure e ben cotte, questo richiederà circa 4 minuti. Utilizzando una schiumarola, toglile dall’olio e lasciale scolare sulla carta assorbente. Mentre le ciambelle scolano, prepara la glassa. Metti il cioccolato fondente in una ciotola resistente al calore sopra a un pentolino a bagnomaria e fallo sciogliere lentamente (fai attenzione che l’acqua non bolla e non tocchi il fondo della ciotola). Togli la ciotola dal fuoco e aggiungi lo zucchero e 4 cucchiai di acqua bollente, per ottenere una glassa cremosa ma liquida. Immergi la parte superiore delle ciambelle e lasciale scolare su una griglia fino a quando saranno solidificate. Consumale preferibilmente il giorno stesso della cottura. [Questa ricetta è tratta da Cioccolato - Ed. Luxury Books] [post_title] => Donuts al cioccolato [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => donuts-al-cioccolato [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-27 08:41:54 [post_modified_gmt] => 2013-11-27 07:41:54 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/donuts-al-cioccolato/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [1] => WP_Post Object ( [ID] => 66769 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-27 08:17:30 [post_date_gmt] => 2013-11-27 07:17:30 [post_content] =>Da Luca Argentero a Pino Daniele, da Erri De Luca a Luciano De Crescenzo. Tanti i "vip" che hanno sposato l'iniziativa del "caffè sospeso". Perché la solidarietà deve essere un gesto quotidiano, come bere un espresso al bar.
Posso offrirti un caffè? Quanto volte abbiamo risposto con entusiasmo a questa domanda, perché ad un espresso è difficile dire di no. Al bar o a casa, l'invito a bere una "tazzullella" non si può proprio rifiutare. Ma c'è chi questa domanda la lascia in "sospeso", non la pronuncia ma la sottintende. Entra in un bar, sorseggia il suo caffè e ne paga due, lasciando la possibilità a chi passa in un secondo momento di bere una tazzina gratuitamente. Questa usanza, chiamata appunto del "Caffè Sospeso" è nata in passato a Napoli e oggi è diffusa in tutta Italia (e non solo). Niente elemosina o carità: si tratta di un gesto di generosità e di solidarietà per offrire un qualcosa di caldo a persone meno fortunate. Io l'ho provato sabato scorso. In giro per Torino dalla mattina, ho lasciato in tre bar differenti, dalla mattina alla sera, tre caffè in sospeso. Mi piace pensare che qualcuno si sia sentito un po' meglio grazie ad un mio piccolissimo gesto. Ma la cosa che mi ha sorpreso di più è il modo in cui è stata accolta la mia richiesta alla cassa. Ho trovato baristi per niente stupiti, come fossero abituati a questa bella iniziativa. Come fosse una cosa del tutto normale, che capita molto sovente. Ad accogliere questa tradizione, nata in una delle città più accoglienti e generose d'Italia, sono tanti vip, scesi in campo per promuovere questa iniziativa: pensiamo al torinese Luca Argentero che, ispirandosi proprio a questa usanza ha fondato 1caffe.org, onlus che ha l'obiettivo di favorire azioni di solidarietà. Partendo proprio da un gesto piccolo, come quello di offrire un caffè. Un solo euro per un sorriso. Anche lo scrittore Erri De Luca si è detto entusiasta: <Mi associo all’offerta di un caffè sospeso per il passante che si affaccia e chiede un benvenuto. Glielo lascio in caldo a ritirarlo quando vuole>. E poi c'è chi questa usanza l'ha cantata: come dimenticare 'Na tazzullella 'E Cafè di Pino Daniele? E chi ne ha scritto persino un libro: Luciano De Crescenzo ha intitolato proprio "Il Caffè Sospeso" una raccolta di pensieri e aneddoti. L'associazione "Rete del Caffè Sospeso" ha istituito, il 10 dicembre, in concomitanza con la Giornata Internazionale dei Diritti Umani, la giornata del Caffè Sospeso, che si snoda lungo tutta la penisola con iniziative, eventi e spettacoli. Ma sarebbe bello che questo gesto di solidarietà diventasse un'abitudine giornaliera, proprio come bere un caffè al bar. E voi, avete già lasciato un caffè in caldo per qualcuno meno fortunato? Raccontateci la vostra esperienza! [post_title] => Passa al bar, c'è un caffè in "sospeso" per te [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => espresso-bar-caffe-in-sospeso-usanza [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-27 08:17:30 [post_modified_gmt] => 2013-11-27 07:17:30 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/espresso-bar-caffe-in-sospeso-usanza/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 66760 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-20 13:51:04 [post_date_gmt] => 2013-11-20 12:51:04 [post_content] => Tutti ce l’hanno in casa, molti la usano, pochi sanno fare davvero bene la moka. Perché non è tutta questione di caffè, ma serve la mano “da barista” e qualche trucco. Pochi gesti, veloci, ripetuti frettolosamente prima di uscire di casa al mattino, e ormai diventati automatici: l’acqua nella caldaia, fredda o calda poco importa, qualche cucchiaino di caffè in polvere schiacciato nel filtro, un avvitata e via sulla fiamma, come capita. Forse ai nostri palati un po’ assonnati il primo sorso del mattino, con la vecchia moka ora più che mai tornata di moda, sembra già perfetto così, eppure si può fare di meglio. Decisamente. Perché anche fare il caffè con la moka ha delle leggi - come tutte le arti che si rispettino, da seguire scrupolosamente. La faccenda è seria tanto che all’Accademia Vergnano la moka è inserita nel programma di studio “soprattutto per gli stranieri, che non conoscono questo modo di fare il caffè così familiare in Italia” spiega Damien Burgess, Head Trainer and Master Barista per L’Accademia. Servono solo tre cose: una moka, acqua fresca e caffè di ottima qualità, preferibilmente macinato da poco, e un po’ di esperienza: Il livello dell’acqua L’acqua va versata nella caldaia, fin sotto la valvola di sicurezza. Non a livello della valvola, ne sopra. La macinatura Se si utilizza la miscela per la macchina dell’espresso, il sapore del caffè risulterà amaro e leggermente bruciato, poiché la polvere troppo fine ostacolerebbe il passaggio dell’acqua. Viceversa, una macinatura troppo grossa lascerebbe passare l’acqua molto velocemente, dando alla bevanda un sapore troppo acquoso e un colore smorto: l’acqua non riuscirebbe infatti a “catturare” tutte le sostanze, e il gusto, del caffè. Noi vi consigliamo il caffè in grani di Vergnano, macinandolo otterrete la polvere giusta per il vostro buon caffè! Come mettere il caffè Il caffè nel filtro va depositare con delicatezza , utilizzando un cucchiaino, e senza pressarlo. Il caffè deve essere messo nel filtro in modo che superi leggermente il livello bordo, specialmente nel centro, così da creare un piccolo rilievo. La chiusura della moka Avvitare la parte superiore della moka – in gergo tecnico “raccoglitore” – senza stringere eccessivamente (la moka funziona utilizzando il principio della pressione) ma facendo comunque attenzione che sia ben chiusa, altrimenti in fase di ebollizione l’acqua fuoriuscirà prima di aver oltrepassato il filtro. Il fuoco Mettere la moka sul fuoco, preferibilmente su fiamma bassa, per evitare che l’acqua giunga a ebollizione troppo in fretta e “bruci” il caffè. Per lo stesso motivo, non lasciare gorgogliare la moka troppo a lungo. Spegnere la fiamma e versare il caffè nelle tazzine. Come servire il caffè perfetto come una brava padrona di casa? è un’altra storia... 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Per la marmellata al profumo di rosa (in alternativa puoi usare della marmellata ai lamponi già pronta): 225 g di zucchero semolato 2 cucchiaini da caffè di gelificante fruttapec 375 g di lamponi 1/2 limone 1 cucchiaio di sciroppo di rose Per il biscotto macaron 275 g di mandorle polverizzate 250 g di zucchero a velo 6 albumi + 1/2 210 g di zucchero semolato Alcune gocce di colorante alimentare rosa Inizia a preparare la marmellata aromatizzata alla rosa: in una grossa ciotola mescola lo zucchero e il fruttapec. Metti i lamponi freschi in una casseruola e frullali servendoti di un mixer ad immersione. Fai intiepidire la polpa ottenuta poi aggiungi la miscela di zucchero-fruttapec, il succo del mezzo limone e lo sciroppo alla rosa. A fuoco medio, porta ad ebollizione e lascia cuocere per 2 minuti. Versa la marmellata in un grosso recipiente che ricoprirai con una pellicola per alimenti. Lascia raffreddare poi conserva in frigorifero. Per il biscotto macaron mescola le mandorle polverizzate e lo zucchero a velo in modo da ottenere una polvere fine. Setacciala. Nel frattempo, monta i 6 albumi a neve. Quando saranno ben spumosi, aggiungi un terzo dello zucchero semolato, continuando a sbattere per sciogliere lo zucchero; aggiungi di nuovo un terzo dello zucchero, sbatti ancora per 1 minuto; aggiungi infine lo zucchero rimasto e sbatti nuovamente per 1 minuto. Con una spatola morbida, incorpora delicatamente ai bianchi a neve la miscela setacciata di mandorle polverizzate-zucchero a velo. Colora a piacere con qualche goccia di colorante alimentare rosa e aggiungi quindi il mezzo albume precedentemente sbattuto in una ciotola. Mescola in modo da far smontare leggermente l’impasto cosicché si ammorbidisca appena. Su una teglia rivestita di carta da forno, forma dei piccoli macarons da 3 a 4 centimetri di diametro servendoti della tasca da pasticciere con la sua bocchetta. Picchietta leggermente la teglia in modo che i macarons finiscano di assestarsi. Preriscalda il forno a 150°C. Lascia riposare i macarons per 10 minuti all’aria poi infornali. Falli cuocere per circa 15 minuti in modo che si formi una leggera crosticina. Estrai la teglia dal forno. Usando un bicchiere, fai colare un po’ di acqua tra la teglia e la carta (solleva leggermente la carta angolo per angolo). L’umidità ed il vapore prodotti dall’acqua sulla teglia calda permetteranno di staccare più facilmente i macarons quando saranno freddi. Lascia raffreddare. Stacca la metà dei biscottini e disponili capovolti su un piatto. Utilizzando una tasca da pasticciere con la bocchetta tonda, guarnisci con una noce di marmellata i biscottini già staccati, poi sovrapponi su questi l’altra metà dei biscottini. Conserva i macarons per 12 ore in frigorifero prima di consumarli. [post_title] => Macarons alla rosa [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => macaron-alla-rosa-ricetta [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-20 13:28:37 [post_modified_gmt] => 2013-11-20 12:28:37 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/macaron-alla-rosa-ricetta/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 66763 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-20 12:19:59 [post_date_gmt] => 2013-11-20 11:19:59 [post_content] =>
Ingredienti per circa 50 macaroons
Anche il tè ha il suo galateo. Dalla preparazione della tavola, ai dolci di accompagnamento, ecco alcuni consigli utili per un "tea time" perfetto. Senza dimenticare le regole basilari del bon ton...
Giochiamo a prendere il tè, come fossimo grandi? Quante volte da piccolina mi sono seduta con le mie amiche a sorseggiare una "finta" tazza di tè bollente, davanti ad un tavolino apparecchiato alla perfezione, chiacchierando come fossimo donne adulte di mariti, figli, lavoro...Oggi come allora nulla è cambiato, se non il fatto che ora non abbiamo più bisogno di immaginare, perché quel futuro che sognavamo è diventato realtà. Alcune amiche sono le stesse, il tè fuma sempre dalle tazze e le regole da seguire sono rimaste identiche. Sono quelle regole che ho imparato da mia nonna (spiandola di nascosto da dietro la porta), grande esperta di lunghe chiacchierate in salotto. Perché il tè delle 17 ha un suo galateo che deve essere rispettato. Dalla scelta delle tazze, ai dolcetti da accompagnare, alla tavola apparecchiata con cura ed eleganza, si crea un vero cerimoniale che rende l'ora del tè ancora più piacevole da vivere. Quando organizzo il tè del pomeriggio ritorno a quei tempi. Sento gli stessi profumi e mi rivedo piccola, dietro la porta ad imparare, a cogliere quei dettagli che ancora oggi rendono le mie domeniche con le amiche così speciali. Importante organizzare anche il tempo di mariti e fidanzati che potranno incontrarsi per guardare la partita o per fare una passeggiata: fondamentale è che escano di casa! Quando rimango sola preparo la tavola in salotto con cura: tovaglia e tovaglioli di lino (rigorosamente dai cassetti dei nonni), servizio di porcellana, anche questo ereditato dalla famiglia e piattini per ospitare biscotti e dolcetti. Sul tavolo non mancano latte, fettine di limone e zucchero. Unica nota stonata che forse a mia nonna non sarebbe piaciuta sono le bustine di tè. Tutte noi ne abbiamo uno preferito ed è impossibile farlo come una volta, con quelle foglioline aromatiche conservate in un barattolo. Quando suona il campanello è ora di mettere su l'acqua che verrà poi versata in una teiera apposita. Alle 17 in punto il tè sarà servito e cominceranno le chiacchierate. Senza dimenticare quelle regole del bon ton che non hanno tempo: attenzione a non girare troppo velocemente lo zucchero che potrebbe far schizzare il tè su tovaglia e amiche; niente soffi sulla bevanda per raffreddarla: il tè si raffredda da solo! E, infine, niente mignolo alzato: se nell'immaginario può sembrare simbolo di nobiltà, per il galateo è segno di maleducazione. Una domenica semplice, durante la quale riaffiorano i ricordi e ci si sente un po' bambine. Perché il tè, sorseggiato con le amiche, è una coccola che tutte dovrebbero concedersi. [post_title] => Quando l'ora del tè diventa un gioco da condividere con le amiche [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => ora-del-te-amiche-regole-galateo [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-20 12:19:59 [post_modified_gmt] => 2013-11-20 11:19:59 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/ora-del-te-amiche-regole-galateo/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 66757 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-13 14:48:23 [post_date_gmt] => 2013-11-13 13:48:23 [post_content] =>Non solo da bere, il caffè è anche un ingrediente per ricette dolci, e salate. In polvere o espresso, ecco le regole per usarlo nel modo giusto, e raggiungere il risultato sperato...
Utilizzare il caffè in cucina può sembrare facile, ma non è proprio così. E non stiamo certo parlando di servire un buon caffè alla fine di un pasto, ma di usare il caffè come un ingrediente, nella preparazione di ricette, dolci o salate. In polvere, in grani macinati grossolanamente, espresso, della moka oppure ottenuto con i grani solubili istantanei, molte sono le ricette che trovano spazio, tra i loro ingredienti, per il caffè. I risultati? molto interessanti. Se anche tu vuoi provare a cimentarti con l’arte del caffè in cucina senza far parte dell’Olimpo degli chef stellati, ci sono alcuni lati del caffè da considerare che probabilmente nemmeno i più accaniti coffee addicted conoscono, ma che sono funzionali e determinanti per la buona riuscita di una ricetta. La tostatura Se più leggera, quindi eseguita a temperature più basse, il caffè sarà più chiaro ma avrà un gusto più acido, quindi indicato per sgrassare il palato e per questo perfetto se abbinato a preparazioni ricche di grasso e condimento, come piatti a base di maiale. Una tostatura più forte invece fornisce un caffè scuro, dal sapore più amaro, ed è genericamente più indicata con la selvaggina e i volatili. Arabica o robusta Fondamentale anche la miscela: quelle più speziate accompagnano quasi sempre splendidamente piatti di pesce, quelle monocultivar sono più indicate per piatti molto particolari, perché quasi “personalizzabili”… una miscela con prevalenza Arabica, più dolce e delicata, si addice alla preparazione di primi piatti, mousse dolci e salate, dessert; la Robusta invece, più legnosa e astringente, esalta il sapore delle carni. Una spolverata di… Per quanto dia buoni risultati utilizzato come spezia, quindi spolverizzato sopra determinati cibi, il caffè in polvere è comunque molto amaro, e in bocca il suo sapore e la consistenza quasi vischiosa non devono assolutamente prevaricare sul gusto della pietanza. La miscela macinata che si acquista per la moka inoltre potrebbe risultare troppo grossa e andrebbe frullata per renderla più fine, ed evitare il rischio di eccessiva granulosità sotto ai denti. Caramello, frutta secca e altri abbinamenti Essendo tostato, il caffè si sposa perfettamente con gli altri gusti tostati come quello del caramello, o della frutta secca. Molti piatti possono riassumere al meglio questi sapori, come la torta al caffè con noci pecan e caramello, oppure un più sofisticato vitello in crosta di frutta secca con guarnizione di caffè. Sempre uniti dal comune denominatore delle note abbrustolite, un buon accostamento è caffè e bacon, da cui può nascere un primo piatto di tagliatelle al caffè con pancetta abbrustolita...Un altro abbinamento notevole è caffè e rum, e non solo per correggere l'espresso: ottimo uno stufato di manzo al caffè e rum, aromatizzato con la cannella... Per usarlo al meglio Per non sprecare il caffè avanzato, si può surgelare nei contenitori del ghiaccio, e utilizzarlo per preparare caffè freddo, stufati o salse. Per contrastarne un’eccessiva acidità, basterà invece aggiungere un pizzico di sale. Infine, il caffè macinato tende a perdere piuttosto rapidamente l’aroma, quindi sarebbe preferibile acquistare i grani, e macinare al momento solo la quantità di cui se ne ha bisogno. [post_title] => Caffè salato. Quando in cucina il caffè non si beve, ma si aggiunge in pentola [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => caffe-salato-ricette-caffe-piatti [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-13 14:48:23 [post_modified_gmt] => 2013-11-13 13:48:23 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/caffe-salato-ricette-caffe-piatti/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 66754 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-13 10:41:36 [post_date_gmt] => 2013-11-13 09:41:36 [post_content] =>
Avvistata in ristoranti e bar milanesi, la moka è controtendenza. Ecco dove trovarla, e perché
Tutto torna. Le mode come il karma, si ripropongono quando meno te lo aspetti. Funziona così nell'abbigliamento, nel design, della gastronomia. Vintage, lo definisce qualcuno per indicare il legame indissolubile con il passato uguale a se stesso, hipster sarebbe meglio definirlo quando qualcosa di demodé ritorna nella stessa forma ma con un nuovo significato. Al caffè sta succedendo esattamente la stessa cosa, e mentre il mercato delle capsule si espande a ritmi cinesi, nonostante la crisi, è già arrivata la controtendenza. Ritorna la moka, e questa è una moda finalmente italiana, autarchica e difficilmente colonizzatrice.
La moka in casa ce l'abbiamo tutti, e al 90% non abbiamo mai smesso di usarla, due volte al giorno, a colazione e dopo pranzo. Come fa ad essere trendy?! L’abbiamo data per scontata, derubricata alla stregua del caffelatte della nonna, abbagliati dalla comodità di una capsula che restituisce in casa un espresso come al bar. Nel bene e nel male, sempre uguale a se stesso. La moka è sinonimo di slow-coffee, di maestria nella preparazione e riporta in ogni momento la mente al profumo della mattina. Ecco perché molti ristoranti milanesi e bar di tendenza l’hanno già rispolverata, e possiamo giurarci non saranno i soli. Al Refettorio Simplicitas l’avevo trovata già un anno fa, insieme alla fontanella per l’acqua e un misuratore di decibel che impone un silenzio monacale nelle sale linde del ristorante.Lì il caffè –e la cucina tutta – è come quella di casa. Al tavolo portano un vassoio, la moka, le tazzine vuote e una zuccheriera e il cameriere serve come una brava padrona di casa. Poi un altro ristorante milanese, la Trattoria Galeria, che al posto della macchina dell’espresso ha installato delle piastre elettriche su cui finiscono una dopo l’altra decine di mini-moka da uno. Alle dieci il profumo che si diffonde nella sala è meraviglioso… Terzo indirizzo milanese, ma nella trafficata Stazione Centrale dei treni. Il Bistrot Milano Centrale occhieggia allo stile newyorkese tutto legno, acciaio e nero pece.
Qui hanno deciso di puntare tutto sulla cuccuma napoletana, che affianca il classico espresso al filtred coffee americano. Perché il ritorno della moka? Le macchinette elettriche sono pratiche, ma la moka ha tutto un suo rito di preparazione che piace agli estimatori. C’è tutta una minoranza silenziosa pronta a tostarsi il caffè in casa, a diventare sommelier del caffè o a selezionare le miscela giusta per ogni momento della giornata – e la moka lascia libera la creatività, ed è low cost. [post_title] => Il ritorno della moka [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => il-ritorno-della-moka [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-13 10:41:36 [post_modified_gmt] => 2013-11-13 09:41:36 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/il-ritorno-della-moka/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [7] => WP_Post Object ( [ID] => 66751 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-13 10:17:10 [post_date_gmt] => 2013-11-13 09:17:10 [post_content] =>
Una tazzina di caffè che può rivelare qualcosa sul futuro. L'importante è crederci e scatenare la fantasia. Perché leggere i fondi del caffè con gli amici è più divertente che farlo in solitudine con un App per iPhone. Che tra l'altro non ti fa godere del suo aroma e del suo profumo.
Scrivere per un blog sul caffè fa bene all'amicizia. Soprattutto quando l'idea è quella di coinvolgere gli amici in una domenica pomeriggio per leggere insieme i fondi del caffè. Niente di professionale: solo un gioco casalingo per stuzzicare la fantasia e coinvolgere superstiziosi e non. Alla faccia delle app sugli smartphone che promettono di predire il futuro bevendo un caffè virtuale. In casa di irreale non c'è niente. Ci sono io, c'è mio marito e ci sono gli amici che dopo aver sorseggiato un caffè, tra chiacchiere e risate, sperano di ricevere qualche buona notizia dal fondo della tazzina. Salute, denaro, lavoro sono i desideri più ambiti. Non mancano i più romantici che sperano che un espresso porti loro l'amore, quello vero. Tradizione vuole che venga usato il caffè turco. Ma se si è in casa e soprattutto non si hanno grosse pretese se non quella della curiosità, può andare bene anche quello della moka: l'importante è gustarlo lentamente, pensando intensamente a quanto si desidera. Assaporato l'aroma si gira la tazzina nel piattino e la si lascia così per qualche istante. Quando si è raffreddata la si ribalta...e il gioco è fatto. Quello che compare a prima vista può dire qualcosa sul futuro. E via libera alla fantasia, ognuno dice la sua. E soprattutto tutti pronti a scattare le foto con i telefonini. I simboli portatori di verità sono tantissimi. Ecco quelli che abbiamo letto noi: un cerchio, un teschio, una mezza luna, un'onda, un cuore, una bocca e una foglia. Un po' siamo rimasti stupiti: tutti abbiamo trovato un'immagine nitida che la nostra mente ha interpretato liberando l'immaginazione. Ma quale verità hanno svelato? E voi, una volta sorseggiato il caffè, buttate un occhio sul fondo della tazzina? Siete superstiziosi o nel caffè cercate solo il piacere della pausa? [caption id="attachment_981" align="alignnone" width="245"]La bocca è indicatrice di chiacchiere, chiarimenti ma anche di verità scomode[/caption] [caption id="attachment_982" align="alignright" width="245"]
Il cerchio indica completamento, unione e realizzazione[/caption] [caption id="attachment_983" align="alignleft" width="245"]
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Il teschio predice rivelazioni e cambiamenti vicini[/caption] [caption id="attachment_985" align="alignleft" width="245"]
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Caffè con prezzi da outlet ma direttamente dalla torrefazione: nessun pezzo delle scorse edizioni, fuori catalogo o invenduto. L’outlet del caffè Vergnano, ad Alba, è sicuramente un luogo che merita una visita: coffeelovers e coffeeshoppers pronti a fare acquisti?
Siamo abituati a pensare agli outlet come ai regni di vestiti, borse e accessori a metà prezzo, dove i pezzi di una o più marche, delle collezioni precedenti, invenduti o difettosi vengono messi in vendita al dettaglio e dove i fashion addicted possono trovare capi scontatissimi, e, nelle migliori spedizioni, anche qualche occasione da non lasciarsi scappare. Outlet e caffè però è un’accoppiata meno nota, ma altrettanto affascinante. A tal punto che Vergnano ha deciso di aprire il primo “outlet del caffè”. Ad Alba, in provincia di Cuneo, il caffè si trova a prezzi da discount, ma direttamente dalla fabbrica. Nessun pezzo delle vecchie collezioni, delle scorse stagioni, o fuori moda: caffè in grani, capsule, cialde, macchine per l’espresso a prezzi convenienti ma senza rinunciare alla qualità. I prodotti arrivano direttamente dalla fabbrica, ma vengono venduti a prezzi decisamente inferiori: un’idea di shopping che punta ad avvicinare il consumatore al produttore, per un acquisto consapevole e che, in tempi di spending review, possa alleggerire le spese che gravano sul bilancio famigliare.L’outlet, aperto nel 2011, offre oltre ai prodotti Vergnano, alcuni prodotti Kusmi Tea e alcuni vini distribuiti da Eataly, come Fontanafredda o Mirafiori… la formula sembra funzionare, stando a quanto dichiarano le responsabili dell’outlet di via Cavour 11: “Offriamo le ultime novità, le macchine espresso, le nuovissime macchine trè, poi caffè sfuso, in grani, oppure cialde, capsule, thè…i clienti tornano soddisfatti, i prezzi sono davvero vantaggiosi, riusciamo a offrire gli stessi prodotti che si trovano nei supermercati o nei negozi autorizzati con un risparmio che si aggira sul 30%”...A chi è interessato offriamo una degustazione di caffè, e all’interno dell’outlet è presente anche il servizio caffetteria: serviamo la miscela 1882 e la pregiatissima Jamaica Blue Mountain, una della più preziose -e delle più costose- al mondo”. Il Jamaica Blue Mountain, per chi non lo sapesse, è una miscela che si ottiene da caffè coltivato a 3000m di altitudine, le cui piante quasi non vedono la luce del sole: un caffè che conserva tutte le sue qualità, dal sapore dolce, delicato e poco amaro, ma intenso e persistente. Caffè in grani di sette tipi, da macinare al momento secondo il proprio gusto, un ambiente raffinato e nell’aria il profumo di una tradizione che dura dal 1882. In tutto questo, riuscire anche a risparmiare sembra quasi impossibile, eppure è così. Se una domenica possiamo fare a meno di uno shopping tour per arricchire il guardaroba, c’è sicuramente un nuovo indirizzo che merita una visita. [post_title] => Alba: il primo outlet del caffè [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => alba-il-primo-outlet-del-caffe [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-06 15:59:17 [post_modified_gmt] => 2013-11-06 14:59:17 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/alba-il-primo-outlet-del-caffe/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) ) [post_count] => 9 [current_post] => -1 [before_loop] => [in_the_loop] => [post] => WP_Post Object ( [ID] => 66772 [post_author] => 5 [post_date] => 2013-11-27 08:41:54 [post_date_gmt] => 2013-11-27 07:41:54 [post_content] =>
I donuts, le ciambelline fritte e glassate originarie degli States, sono famosissime anche da noi grazie a film e serie tv - Homer Simpson ne è particolarmente ghiotto… Morbide e golose, sono perfette da inzuppare nel caffè per la prima colazione. Questa ricetta è di Linda Collister, foodwriter consacrata “Regina del cioccolato”. Assolutamente da provare!
Ingredienti per 8 ciambelle 60 g di burro, ammorbidito 60 g di zucchero semolato 1 uovo di grandi dimensioni, leggermente sbattuto 90 ml di siero di latte 225 g di farina 00 1 cucchiaino di lievito in polvere 1⁄2 cucchiaino di bicarbonato di sodio 20 g di cacao in polvere 1⁄4 di cucchiaino di sale 1 cucchiaino di cannella in polvere 1 pizzico di noce moscata grattata fresca olio di semi d’arachidi o di girasole, per friggere Per la glassa al cioccolato 75 g di cioccolato fondente 75 g di zucchero a velo, setacciato Per la preparazione due stampini per biscotti del diametro rispettivamente di 2,5 e 8 cm Metti il burro, lo zucchero, l’uovo e il siero di latte in una ciotola. Setacciaci dentro la farina, il lievito in polvere, il bicarbonato, il cacao, il sale e le spezie e, con un cucchiaio di legno o un frullino (a velocità minima) mescola fino a quando gli ingredienti saranno ben amalgamati. Sposta l’impasto su un piano infarinato e lavoralo delicatamente per renderlo cremoso – leggermente soffice ma non appiccicoso. Se necessario aggiungi un pochino di farina. Con le mani infarinate, appiattisci l’impasto fino a farlo diventare di circa 2,5 cm di spessore. Taglia dei dischi con lo stampino per biscotti del diametro di 8 cm, poi con il tagliabiscotti più piccolo fai i buchi al centro. Impasta di nuovo gli scarti avanzati dopo il taglio delle prime ciambelle per ottenerne delle altre. Riempi d’olio fino a un terzo una padella per friggere (oppure la friggitrice elettrica, seguendo le istruzioni del produttore). Scalda l’olio a 180°C o ad una temperatura tale per cui immergendo un pezzettino di pane si abbrustolisce in 40 secondi. Friggi le ciambelle 2-3 alla volta, girandole spesso finché saranno scure e ben cotte, questo richiederà circa 4 minuti. Utilizzando una schiumarola, toglile dall’olio e lasciale scolare sulla carta assorbente. Mentre le ciambelle scolano, prepara la glassa. Metti il cioccolato fondente in una ciotola resistente al calore sopra a un pentolino a bagnomaria e fallo sciogliere lentamente (fai attenzione che l’acqua non bolla e non tocchi il fondo della ciotola). Togli la ciotola dal fuoco e aggiungi lo zucchero e 4 cucchiai di acqua bollente, per ottenere una glassa cremosa ma liquida. Immergi la parte superiore delle ciambelle e lasciale scolare su una griglia fino a quando saranno solidificate. Consumale preferibilmente il giorno stesso della cottura. [Questa ricetta è tratta da Cioccolato - Ed. Luxury Books] [post_title] => Donuts al cioccolato [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => open [ping_status] => open [post_password] => [post_name] => donuts-al-cioccolato [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2013-11-27 08:41:54 [post_modified_gmt] => 2013-11-27 07:41:54 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/donuts-al-cioccolato/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [comment_count] => 0 [current_comment] => -1 [found_posts] => 1112 [max_num_pages] => 124 [max_num_comment_pages] => 0 [is_single] => [is_preview] => [is_page] => [is_archive] => 1 [is_date] => [is_year] => [is_month] => [is_day] => [is_time] => [is_author] => [is_category] => [is_tag] => [is_tax] => [is_search] => [is_feed] => [is_comment_feed] => [is_trackback] => [is_home] => [is_privacy_policy] => [is_404] => [is_embed] => [is_paged] => 1 [is_admin] => [is_attachment] => [is_singular] => [is_robots] => [is_favicon] => [is_posts_page] => [is_post_type_archive] => 1 [query_vars_hash:WP_Query:private] => cebedacdd38bc17db579d53ae46a35f2 [query_vars_changed:WP_Query:private] => 1 [thumbnails_cached] => 1 [allow_query_attachment_by_filename:protected] => [stopwords:WP_Query:private] => [compat_fields:WP_Query:private] => Array ( [0] => query_vars_hash [1] => query_vars_changed ) [compat_methods:WP_Query:private] => Array ( [0] => init_query_flags [1] => parse_tax_query ) )