Vino e caffè: le tre fasi della degustazione

Vino e caffè hanno in comune molto più di quanto si tenderebbe a pensare. Ci accompagnano nei momenti conviviali e rilassanti della nostra giornata, portano in sé i sapori della terra da cui provengono e si degustano in modo molto simile.

Il caffè e il vino hanno milioni di estimatori in tutto il mondo: si tratta, infatti, di due bevande che hanno conquistato e appassionato persone di tutte le età e culture, grazie alla loro bontà e alla loro capacità di confortare e scaldare. Vino e caffè, inoltre, hanno un grande potere evocativo: la loro degustazione, infatti, svela agli intenditori la loro provenienza e suggerisce emozioni e paesaggi. Entrambe le bevande, inoltre, derivano da un frutto e sono il risultato del magico incontro di natura e savoire faire.
La degustazione del vino e del caffè si sviluppa in modo molto simile.

Le 3 fasi della degustazione sono le stesse:

l’esame visivo
l’esame olfattivo
l’esame gustativo.

Vediamo più nel dettaglio questi passaggi.

L’esame visivo: il primo passo della degustazione del vino è l’esame visivo. In questa fase si valutano la limpidezza, il colore, la fluidità e l’effervescenza del vino: agitando il bicchiere in modo circolare, si ossigena la bevanda e la si fa risalire sulle pareti di vetro per poter apprezzare gli archetti che ne raccontano alcune caratteristiche, tra cui il tenore alcolico.
Nella degustazione del caffè, l’esame visivo consente di valutare lo spessore della crema, il suo colore, la sua persistenza, consistenza e trama. Solitamente, una crema spessa e scura con trama larga è sinonimo di un’alta percentuale di varietà  robusta nella miscela; una crema più sottile, più chiara e con trama sottile, invece, indica un’alta percentuale di varietà arabica.

L’esame olfattivo: il secondo passo è quello fondamentale dell’esame olfattivo, che consente di definire il bouquet del vino, in tutte le sue sfaccettature. I profumi, espressione per eccellenza del terroir in cui il vigneto ha fruttificato, si individuano per analogia e possono essere floreali, vegetali, fruttati, speziati, balsamici, legnosi, eterei o di frutta secca: la loro manifestazione viene sollecitata agitando il vino nel bicchiere.
Anche nel caso del caffè, per far emergere le note profumate bisogna agitare il prodotto, mescolandolo affinché la schiuma non impedisca al bouquet di manifestarsi. Le note che si possono percepire sono note del tostato, gelsomino, mandorla, vegetali, frutta, cacao, vaniglia e fiori.

L’esame gustativo: fase fondamentale di ogni degustazione è quella che coinvolge finalmente il gusto. Al palato, il vino può rivelare dolcezza, morbidezza, pastosità, acidità, sapidità o salinità. L’amarezza nel vino costituisce un difetto, ma la presenza di tannini dà una sensazione simile detta “astringenza”. In questa fase si percepisce la struttura del vino, l’armonia dei suoi componenti, l’intensità delle sensazioni retrolfattive e la persistenza in bocca.
Nella degustazione del caffè si potranno percepire, a seconda della tostatura, sensazioni di acidità e dolcezza e, in tutti i casi, una nota amara dovuta proprio alla tostatura. A seconda della miscela e della provenienza dei chicchi, però, saranno percepibili anche note floreali, speziate, fruttate, di caramello o di cacao.
Una curiosità? Sia i degustatori di vino sia i degustatori di caffè terminano la degustazione del prodotto sputandolo in un recipiente apposito: sembra un’abitudine decisamente poco elegante ma è l’unico sistema per chi fa questa attività di mestiere per non tornare a casa brillo o “troppo sveglio”!

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