Quali sono le vere origini del caffè?

Ti sarà capitato molte volte, sorseggiando una tazzina di caffè in un bar alla moda del centro oppure a casa, al mattino, con gli occhi ancora assonnati e l’aroma sparso per tutta la casa, di chiederti quali sono le reali origini del caffè. Da dove viene questa bevanda amata e desiderata, assimilata in maniera del tutto naturale al modo vivere “all’italiana”, alla cultura e alle abitudini del nostro Paese? Quando è stato scoperto il caffè, e a cosa è dovuta la sua massiccia diffusione un po’ in tutto il mondo, per quanto gli italiani restino sempre tra i principali consumatori in assoluto? Alla maggior parte di queste domande non c’è una risposta certa, ma più che altro un mix di ipotesi, leggende alquanto suggestive e date storiche più o meno attendibili, tutti elementi che contribuiscono ad accrescere di questa bevanda esotica ed energizzante.

Le origini del caffè si perdono nella notte dei tempi

Le origini del caffè sono incerte, ma senza alcun dubbio assai remote e lontane nel tempo. Alcuni storici, infatti, esaminando scritti risalenti al 900 d.C. hanno decodificato accenni a una bevanda che sembra essere proprio il caffè. Nei documenti in questione si parla soprattutto dei suoi usi come medicinale. Secondo una leggenda altrettanto antica, poi, la scoperta del caffè sarebbe merito di un pastore etiope di nome Kaldi, il quale portando a spasso il suo gregge aveva notato una certa iperattività a seguito dell’ingestione di particolari bacche rosse, ovvero quelle della pianta dl caffè. Kaldi le assaggiò e sperimentò su di lui lo stesso effetto energizzante. Da questo momento in poi (in qualsiasi tempo esso si collochi) il caffè ha cominciato a essere utilizzato sempre più spesso come rinvigorente di origine 100% naturale. All’inizio si utilizzavano le bacche, che venivano masticate e poi inghiottite, successivamente si mise a punto un sistema sempre più sofisticato di tostatura e di cottura da cui si ricavava la celebre bevanda.

La progressiva diffusione del caffè

La diffusione del caffè come bevanda fu progressiva, ma inarrestabile. Inizialmente si diffuse in Etiopia e nelle zone limitrofe, poi la bevanda dalle proprietà considerate quasi miracolose approdò anche negli altri continenti. La prima piantagione di caffè, invece, sorse nello Yemen; di lì a poco anche Arabia ed Egitto videro nascere le proprie piantagioni e man mano che ne sorgevano sempre di nuove il caffè si affermava a tutti gli effetti come un’abitudine e una tradizione paragonabile in un certo senso a quella tutta inglese del tè.

La diffusione del caffè

Per quanto riguarda il continente europeo, le notizie che abbiamo sono decisamente più precise. Qui il caffè si diffuse a partire dal Seicento: nel 1617, infatti, giunse a bordo delle navi dei commercianti veneziani che percorrevano le rotte marittime che collegavano Napoli e Venezia con l’esotico e misterioso Oriente dove nel frattempo la bevanda era ormai entrata a far parte delle abitudini comuni. Secondo una leggenda, invece, la “porta” europea del caffè non sarebbe Venezia ma Vienna, dove il caffè approdò in alcuni sacchi dimenticati. Sta di fatto che questa bevanda è sempre entrata a far parte della ritualità di qualsiasi posto l’abbia conosciuta, e non solo nella sua forma abituale, quella di liquidi caldo e scuro, dall’effetto fortificante tanto per il corpo quanto per la mente. Del caffè, infatti, i popoli antichi apprezzavano anche le riconosciute proprietà medicinali, e proprio per questo motivo era alquanto costoso, un privilegio riservato alle classi più agiate.

Il caffè come strumento del diavolo

Nella storia del caffè figura anche una una vicenda tanto bizzarra quanto curiosa. Sì, perché questa bevanda finì addirittura col creare un vero e proprio caso religioso. La sua provenienza esotica e l’effetto eccitante non venivano visti di buon occhio dalla Chiesa Cattolica e dai suoi rappresentanti, che infatti esercitarono pressioni su Clemente VIII affinché ne sancisse la scomunica, mettendo di fatto al bando il caffè per tutti i cattolici. Prima di decidere il da farsi, tuttavia, il Papa volle provare di persona il caffè e ne rimase piacevolmente stupito. Egli trovò che nel suo effetto non c’era nulla di diabolico, e anzi fece in modo che la bevanda rientrasse di diritto tra quelle definite “cristiane”.

La nascita di Botteghe del caffè e caffetterie

Anche in questo caso l’Italia fu la prima nazione europea a introdurre una particolare consuetudine, quella della Bottega del caffè. Fu a Venezia che nacquero i primi posti pubblici dove le persone si riunivano per sorseggiare insieme questa bevanda. Questi luoghi evidenziarono in maniera lampante la dimensione sociale e socializzante del caffè, in grado di unire e riunire le persone, favorendone gli incontri, la comunicazione e la nascita di idee. Une delle più antiche caffetterie è il Caffè Florian, che dal 1720 in poi non ha mai chiuso i battenti e ancora oggi prosegue la sua attività sotto i portici di Piazza San Marco, a Venezia. Dopo Venezia anche in molte altre città italiane sorsero caffetterie, che ancora oggi sono aperte e rappresentano un vero e proprio vanto per chi le gestisce e per chi le frequenta: le più note sono il Caffè San Carlo a Torino, il Caffè Greco a Roma e il Caffè Pedrocchi a Padova. Nell’Ottocento il caffè conquistò anche l’Europa, ma non ebbe lo stesso successo che in Italia, dove agli inizi del Novecento nacque il caffè espresso, vero e proprio “marchio di fabbrica” del nostro Paese all’estero.

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