Pepino: il gelato brevettato al caffè

Dopo oltre 75 anni di storia il Pinguino, il primo gelato ricoperto su stecco, incontra il caffè, e va alla conquista del mondo.

Il gelato più imitato del mondo? Il Pinguino della gelateria Pepino, il primo ricoperto al cioccolato su stecco, brevettato nel 1939 a Torino. Ebbene sì, il gelato confezionato che esiste in mille forme, marche e gusti non è altro che una copia dell’idea avuta oramai 76 anni fa ad un gelataio torinese, Giuseppe Cavagnino.

Prodotto già all’epoca in diversi gusti (Crema, Gianduja, Menta, Nocciola e Violetta) oggi incontra un’altra eccellenza torinese, il caffè e si arricchisce del gusto Caffè Vergnano, prodotto con caffè pregiato 100% Arabica.

La storia del Pinguino comincia nel 1884 a Napoli, da dove Domenico Pepino, proprietario di una piccola gelateria, emigra a Torino per esportare un prodotto che all’epoca, in Piemonte, era quasi sconosciuto ma che convince in pochi anni i nuovi concittadini, Real Casa inclusa (non a caso l’azienda è stata insignita di quattro “stemmi reali” dei fornitori ufficiali della monarchia sabauda). Pepino tentò un’impresa impossibile a quei tempi: produrre un dolce gelato, considerato una stramberia, che però l’aristocrazia torinese apprezzò proprio in quanto novità, offrendola nei loro ricevimenti.

Solo nel 1939 dopo una lunga fase di esperimenti e studi viene finalmente brevettato (brevetto N. 58033) e commercializzato il primo gelato ricoperto su stecco al mondo: il Pinguino®, prodotto in 5 gusti e inizialmente in 4 varianti, normale o grande, ricoperto o liscio. Da allora il gelato non è cambiato poi molto, esiste solo nella versione grande ricoperta, la più apprezzata ma mantiene ancora il suo fascino vintage nella confezione e nell’uso di materie prime genuine, come una volta.

Andare a prendere un gelato, anche solo pochi decenni fa, era un rito atteso e ricco di fascino, certo più di oggi e non c’è torinese che non ricordi le domeniche a passeggio in compagnia del Pinguino o le vetrine scintillanti della pasticceria di Piazza Carignano, Soldani e Ceronetti lo hanno nominato fra i propri scritti e Mussolini, pare, lo amasse a tal punto d farselo spedire a Roma. L’Avvocato invece preferiva il Pezzo Duro, un dessert di gelato purissimo e “duro” perché quasi privo di aria – altro simbolo della gelateria.

Oggi dopo anni di supremazia del gelato artigianale, l’eccellenza della ricetta genuina e degli ingredienti da sempre utilizzati da Pepino hanno reso possibili questi ricordi anche in altre città italiane, come Milano e Londra, e grazie al rilancio del brand storico torinese.

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