L’apericena scalza l’aperitivo

L’aperitivo va in pensione e al suo posto arriva l’apericena. Se un tempo, infatti, questo momento lo si viveva come stacco dopo il lavoro prima di tornare a casa, oggi l’offerta è talmente ampia che chiamarli semplici “stuzzichini spezzafame” è davvero riduttivo.

Ottimi sapori, buona compagnia, costo ridotto sono gli ingredienti principe del cosiddetto “happy our”. Ma non sempre basta: vista la grande concorrenza a rendere appetibile un locale diventano sicuramente l’inventiva e l’unicità. Quindi servono fantasia, passione e tante nuove idee. Cibo di qualità e una cantina ben fornita faranno il resto. Secondo le ultime tendenze l’offerta gastronomica più apprezzata è quella a km zero: salumi, formaggi, miele, confetture, pane, focacce e specialità del territorio. E se il buffet è di fondamentale importanza per la scelta di un bar, altrettanto lo è l’offerta dei drink. Oltre alle classiche bottigliette, il barman di successo deve essere in grado di preparare un buon cocktail e avere una cantina ben fornita, proponendo magari a rotazione piccoli assaggi di nuovi vini e birre. I due cocktail più richiesti rimangono il Mojito e lo Spritz: niente liste lunghissime in cui perdersi, meglio pochi drink, magari proposti in diverse varianti. Ma il vero protagonista dell’apericena sembra essere il vino, soprattutto se fresco e frizzantino. Le bollicine non conoscono crisi, prosecco e spumante rimangono tra i preferiti, anche se a dare loro battaglia ci stanno pensando ultimamente le birre, in particolar modo quelle artigianali, prodotte da micro birrifici, spesso locali. L’aperitivo non è più dunque questione di pochi minuti. Dimenticate i salatini gustati velocemente al bancone. Il cliente cerca un’offerta enogastronomica di qualità, puntando tutto sulla territorialità, la varietà e la fantasia del gestore.

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