Come bevono il caffè gli italiani? Ecco le differenze tra Nord e Sud

Gli italiani sono tra i maggiori consumatori di caffè e amano definirsi veri intenditori di questa bevanda. Ma quanti modi di prendere il caffè esistono solo in Italia?

Per la maggior parte degli abitanti del Belpaese, la giornata non può avere inizio senza un buon caffè, servito rigorosamente in tazze o bicchieri di piccole dimensioni.

Il 97% degli italiani beve caffè più volte nel corso della giornata: espresso normale, ristretto, preparato con la moka, cappuccino, macchiato caldo o freddo, shakerato, marocchino, mocaccino e chi più ne ha più ne metta. Il caffè rimane sempre un rituale della nostra cultura: tanto che, se si potesse annusare l’intera penisola di prima mattina, di sicuro profumerebbe di caffè. In media gli italiani bevono quattro caffè al giorno, in genere due a casa e due fuori – in ufficio o al bar – distribuiti in tre momenti: a colazione, a metà mattina e dopo i pasti. Secondo le statistiche, inoltre, la maggioranza delle donne sospende il consumo nella seconda metà del pomeriggio, mentre gli uomini continuano fino a tarda sera.

La cosa curiosa è che ci sono differenze significative per quanto riguarda il gusto e i modi di consumo nelle varie zone d’Italia, soprattutto tra Nord e Sud: esse, però non dipendono dall’abilità di preparazione – come spesso erroneamente si ritiene – ma da fattori culturali legati al rituale giornaliero del caffè, da abitudini che cambiano da regione a regione, influenzando le caratteristiche della miscela, le modalità di preparazione, la corposità, l’aroma e il sapore del caffè.

Al Nord Italia si prediligono miscele fine e delicate, fruttate, leggermente acide e dal retrogusto dolce, con una tostatura media e una prevalenza di caffè di qualità Arabica, provenienti prevalentemente da Centro America.
Per quanto riguarda la preparazione, invece, qui si consuma soprattutto l’espresso zuccherato. Chi ordina il macchiato lo predilige quasi sempre con il latte caldo oppure con il latte e cacao, servito in vetro: il cosiddetto marocchino. D’estate è molto in voga l’espresso shakerato preparato con zucchero e liquore alla vaniglia.

D’altra parte, al Sud si ama il caffè forte, cremoso, rotondo, dal retrogusto deciso, con una punta spiccata di amaro. Per questo motivo, le miscele contengono a prevalenza caffè di qualità Robusta e hanno un colore particolarmente scuro.
Il più richiesto è l’espresso ristretto, servito in tazzine riscaldate, di solito zuccherato e preceduto da un bicchiere d’acqua molto fredda per sopportarne meglio l’elevata temperatura e amplificarne il gusto e la persistenza.

A Napoli, città dove la cultura del caffè è fortemente radicata, è nata la “cuccumella”, un particolare tipo di caffettiera utilizzata per preparare la tradizionale “tazzulella”: un caffè nero, intenso, dall’aroma molto persistente. La sua particolarità è la lentezza della percolazione, che trasforma la preparazione del caffè in un vero e proprio rituale celebrato anche nell’arte, nella canzone e nella letteratura.

Altrettanto speciale è il caffè salentino, tipico appunto del sud della Puglia. Si può realizzare in due modi: immergendo un cubetto di ghiaccio nella tazzina di caffè già zuccherato oppure, all’inverso, versando il caffè zuccherato in un bicchiere con ghiaccio.

Il caffè, insomma, è legato a filo doppio alla cultura, alle tradizioni e alle abitudini delle persone che lo consumano. Per dirla con un proverbio: “Regione che vai, caffè che trovi”.

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