La tradizione del caffè sospeso rivive in Belgio

La tradizione napoletana del “caffè sospeso” negli ultimi anni ha varcato i confini dell’Italia e sta conquistando sempre più europei. In Belgio quello del “café suspendu” si è trasformato in un vero e proprio movimento solidale.

Per De Crescenzo la tradizione partenopea del caffè sospeso si spiega con il desiderio dei napoletani di condividere la propria gioia con gli altri. Lasciando un caffè pagato a chi verrà dopo, è come se si volesse “offrire un caffè al resto del mondo”.

Quella del caffè sospeso è un’abitudine radicata nei vicoli della città di Napoli. Di origine incerta, ha permesso a tanti, soprattutto ai meno abbienti, di concedersi di tanto in tanto un espresso al bar, offerto da chissà chi.

A Napoli tutti hanno diritto a ‘na tazzuelella ‘e cafè. E per chi non può permettersela, ci pensa l’altruismo partenopeo. Il meccanismo che regola l’usanza del caffè sospeso è tanto semplice quanto geniale: gli avventori del bar possono prendersi con tutta calma il proprio caffè e, una volta alla cassa, possono pagare la propria consumazione e lasciare pagato un caffè sospeso. Chi non ha abbastanza denaro per potersi pagare un caffè può chiedere al barista se c’è un caffè in attesa e, in caso di risposta affermativa, godersi la sua tazzina fumante.

L’abitudine del caffè sospeso è rimasta a lungo un’esclusiva partenopea, fino a quando negli ultimi anni è stata adottata con grande entusiasmo da diverse realtà in tutta Europa. Così si è diffusa l’usanza anche in Spagna, in Francia, in Olanda, in Belgio e in tanti altri Paesi. In Belgio l’usanza è talmente piaciuta che è nato un vero e proprio movimento di solidarietà sociale, che ha preso il nome di “café suspendu”. Il movimento del café suspendu va al di là del solo caffè e permette di offrire a chi ne ha bisogno anche altri generi di conforto, come il pane, un panino o un pasto caldo. Mese dopo mese, si sono moltiplicati i bar, i panifici e i ristoranti che pubblicizzano l’iniziativa del caffè sospeso o del pane sospeso.

Le tecnologia ha aiutato non poco la diffusione di quest’usanza e ha favorito la localizzazione degli esercizi commerciali che aderiscono a questi progetti solidali: chi vuole conoscere i bar e i locali che partecipano al movimento del café suspendu può consultare, ad esempio, la mappa interattiva messa a disposizione da CoffeeFunders. L’aggiornamento in tempo reale permette non solo di visualizzare i punti vendita aderenti nei diversi Paesi, ma anche il numero di caffè sospesi che sono in attesa di essere consumati.

Una tradizione locale e antica come quella nata tra le strade di Napoli vive oggi una seconda vita. Sono cambiati i luoghi e i modi in cui si manifesta, ma come in passato al centro di quest’usanza altruistica c’è la condivisione di un piccolo piacere quotidiano: una tazzina di caffè.

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