Giuliana aveva settantant’anni e viveva in un piccolo paese della Toscana, su uno di quei cucuzzoli in mezzo alle crete senesi, tra campi arati e poderi, tigli e cipressi.
Non si era mai sposata perché non era mai stata brava a salire sul treno dell’amore e alla fine, passati i trent’anni, nessuno l’aveva più voluta. Veniva da una famiglia piuttosto modesta per cui non era neppure una buona “partita”, se così si può dire, e non essendo una bellezza era rimasta sola in tutti i sensi. In paese la chiamavano “la signorina”: “Buongiorno signorina”, “buonasera signorina” con quella sottile cattiveria mascherata da buona educazione. L’unico che invece la chiamava “signora” era Sergio il giardiniere, che abitava di fronte a lei, forse perché anche lui era solo, almeno in apparenza. Aveva da anni una relazione clandestina con Arnaldo, il fornaio del paese, che era sposato da secoli con una delle donne più cattive dell’intera Toscana, che lo umiliava sempre rinfacciandogli che, se non ci fosse stata lei, lui sarebbe rimasto a zappare la terra. Arnaldo stava zitto e impastava, povero, anche perché era terrorizzato che lei lo buttasse fuori di casa. Un giorno che Sergio era andato nel loro podere a sistemare le aiuole, la signora lo aveva trattato così male, che Arnaldo si era sentito in dovere di scusarsi. Gli era scappato però “Maledetto il giorno che l’ho sposata!” che il giardiniere aveva preso come una specie d’invito: “Nella vita non è mai troppo tardi per ripensarci…”, gli aveva detto. “Se ti va una volta ne parliamo davanti a un bicchiere del mio vino.” Galeotto fu il vino. Secondo Sergio il suo merlot aveva un potere ammaliatore che faceva cedere chiunque, e lui quel fornaio l’aveva puntato da subito. Solo che vivere in un piccolo paese rende tutto più complicato, soprattutto se si chiama ancora “signorina” una donna di settant’anni non sposata. La “signorina” Giuliana, però, non avendo molto da fare, stava la maggior parte del tempo davanti alle sue persiane socchiuse e aveva capito che non era normale che un fornaio facesse così tanto spesso visita al giardiniere, soprattutto in piena notte. Per non dare nell’occhio alla moglie arcigna, lui usciva di casa ogni giorno mezz’ora prima per andare a impastare il pane ma, anziché mettere le mani nella farina, le metteva da qualche altra parte a casa di Sergio. Il giardiniere era al settimo cielo, perché non ci poteva credere di ricevere ogni mattina una sorpresa simile. Prima di lasciare andare Arnaldo al suo pane, gli faceva un caffè con la moka che la moglie strega non gli aveva mai preparato. Peccato che una notte il giardiniere avesse lasciato la finestra aperta e Giuliana avesse assistito a una scena che non si sarebbe dimenticata: un bacio appassionato tra due uomini. Non si era scandalizzata più di tanto, perché aveva visto una puntata della “Vita in Diretta” in cui si parlava dell’argomento. Fu prima Sergio a incrociare il suo sguardo, e Arnaldo subito dopo. «Buongiorno ragazzi» disse la signorina come se nulla fosse. «Buongiorno a lei» risposero terrorizzati entrambi. Il più spaventato era il fornaio, che aveva una moglie cattiva e una buona reputazione e se si fosse sparsa la voce sarebbe stato rovinato. Così, disse a Sergio che sarebbe stato meglio non vedersi più per un po’, e gli suggerì di andare a parlare subito alla signorina, magari con una mazzetta di soldi in mano, per evitare che spettegolasse. Sergio, invece, si presentò da Giuliana con un mazzo di rose. Lei non aveva mai ricevuto fiori in vita sua e lo fece entrare come se fosse il presidente della Repubblica. Aveva capito da un pezzo della vita segreta del giardiniere ma era così sola che non aveva nemmeno qualcuno a cui confidarlo. Lo tranquillizzò dicendo che essendo lei una donna sola, non poteva che essere felice di sapere che qualcuno avesse trovato un amore: «A me neanche le donne mi hanno voluto!» Il giardiniere scoppiò a ridere e si chiese come mai non avesse mai preso confidenza con lei: «Quindi posso essere sicuro che lei manterrà questo segreto?» «Ovviamente. E se avete bisogno di una copertura… contate pure su di me. La moglie di quel fornaio è così odiosa che sono solo contenta che il marito abbia cambiato sponda…» Giuliana parlava ancora come le donne di un tempo ma al giardiniere andava bene così. Prima di andare via, Sergio le chiese se aveva un desiderio ancora da realizzare. «Tanti. Ma me ne basterebbe uno… Io non ho mai visto il mare.» Così, una domenica in cui la moglie arcigna aveva deciso di trascorrere la giornata all’Outlet, Arnaldo aveva pensato di andare a pescare sul fiume Ombrone con il Sergio. Con loro, con un cappello bianco in testa, la signorina. Non si fermarono all’Ombrone ma proseguirono fino al parco dell’Uccellina, affacciato sul Tirreno. Sergio e Arnaldo le fecero prima togliere le scarpe, poi la presero per mano e le chiesero di chiudere gli occhi. La prima cosa che sentì fu il profumo. Poi lo sciabordio dell’acqua. Infine, quando aprì le palpebre, vide il mare. Giuliana strinse ancora più forte le mani dei suoi nuovi fidanzati e disse: «Non mi sono mai sentita così amata come in questo momento.»