Sono cresciuta in Australia da una mamma Giapponese e padre Australiano, abbiamo vissuto per otto anni a Pechino, in Cina, quindi non ho avuto il classico Natale “tradizionale”. Spesso eravamo in viaggio per le vacanze natalizie, cercando di evitare il freddo invernale di Pechino, verso le acque calde della Thailandia, Indonesia o della Malesia. Le mie memorie dei pasti di Natale sono per lo più fatte da succosi mango, gamberi scottati e serviti sul ghiaccio, pavlova e barbecue, o spiedini satay con una salsa alle arachidi, riso e buffet avventanti di frutta.
Natale per noi non è mai stata una festa religiosa, ma semplicemente una scusa per passare del tempo con la famiglia. Ovunque fossimo, in un resort tropicale su una spiaggia, in una stanza di hotel, a casa in una Pechino coperta di neve, o nell’estate Australiana, la magia del Natale era sempre presente. L’eccitamento e sorpresa nell’anticipazione di scoprire cosa ci aveva portato Babbo Natale, la felicità di essere insieme, ed ancora oggi è quello che cerco di trasmettere ai miei figli, ogni anno.
Le mie più care memorie di Natale sono tutte incentrate sull’albero di Natale, svegliarsi presto la mattina per scoprire i regali che c’erano sotto. Una volta abbiamo allestito una pianta da appartamento, in una stanza di albergo, con le decorazioni natalizie, come sostituta dell’albero. Ci doveva essere qualche sorta di albero cosi babbo natale aveva un posto dove mettere i regali.
Mia mamma avrebbe preparato una colazione speciale per noi, per poi aprire i regali sotto l’albero, sempre in pigiama, a turno uno alla volta.
Anche adesso quando siamo a Natale a casa dei miei genitori la tradizione è sempre la stessa, caffè e colazione mentre apriamo i regali insieme, come prima cosa della mattina, prima di cominciare a cucinare per pranzo e gustarlo tutti insieme. È il mio rituale Natalizio preferito e quello che voglio ricreare esattamente con le mie bambine.