È un boom di vendite, ma se le proprietà dimagranti non sono confermate, l’influsso benefico sulla pressione arteriosa invece sì. Lo dice uno studio.
La moda è esplosa in Italia circa un anno fa, basta guardare le statistiche dei motori di ricerca che in pochi mesi hanno visto impennare chiavi come “caffè verde per dimagrire” e la presenza di nuovi integratori sugli scaffali delle farmacie. Lo avevamo già
segnalato ad inizio anno, e la tendenza si è ancor di più confermata. La speranza, scientificamente non confermata, che con l’aiuto dei chicchi di caffè crudi (non tostati) e dei suoi preziosi elementi come l’acido clarogenico, responsabile degli effetti dimagranti, l’acido quinico, le vitamine minerali e i polifenoli, si potesse influire sul peso corporeo e sul metabolismo dei grassi. Lo studio condotto dal Dott. Vinson, chimico presso l’Università di Scranton in Pennsylvania, su una ventina di pazienti indiani e presentato in Tv allo Show del popolare Dr. Oz aveva dato il via al fermento generale e alle relative polemiche sull’attendibilità di un così basso campione e per la presenza di un’industria farmaceutica fra i committenti. I dubbi sull’effettivo effetto miracoloso restano quindi molti. L’
Institute for Scientific information on Coffee ha ora però segnalato la ricerca scientifica
“Il consumo di caffè verde riduce la pressione sanguigna e la composizione del sangue”, pubblicata sulla rivista
BioMed Research International. Si tratta di uno studio pilota condotto su un campione di individui sani, ai quali è stato richiesto di consumare, per due settimane, caffè verde e caffè nero, per esaminare i
diversi effetti sui marker cardiovascolari. Dopo ogni consumo, sono stati analizzati una serie di parametri antropometrici tra cui la pressione del sangue, l’elasticità delle arterie e i valori delle urine. Le evidenze hanno mostrato che la
pressione sistolica del sangue e l’elasticità arteriale si erano ridotte sensibilmente, senza alcun cambiamento nel consumo energetico. Inoltre, il livello di cortisolo/cortisone, indicato dall’enzima β-HSDI è risultato ridotto dopo l’assunzione di caffè verde. Questi risultati suggeriscono che il caffè verde possa giocare un
ruolo benefico nel ridurre i fattori di rischio cardiovascolare. Le evidenze di questo studio aggiungono un ulteriore tassello al quadro della letteratura scientifica sui benefici associati al consumo moderato di caffè, confermando come questa bevanda si addica a una dieta sana e bilanciata e a uno stile di vita attivo.