Honesty Day 2016: in preda alla febbre della verità

Il 30 aprile di ogni anno, negli Stati Uniti, si celebra l’Honesty Day, festa non ufficiale inventata da M.Hirsh Goldberg. Un invito alla verità e trasparenza, rivolto soprattutto ai politici affinché non cadano in false promesse.

Proviamo a immaginare se la verità, tutta la verità, fosse sempre sulla bocca di tutti: impresa non facile, vista la naturale tendenza dell’uomo a mentire. Eccezion fatta per le cosiddette “bugie bianche” (quelle dette a fin di bene), l’abitudine ad essere limpidi e onesti è una pratica difficile e ormai sempre più ricercata.

Ma una giornata per dire sempre e solo la verità esiste, e si chiama appunto Honesty Day: si tratta di una festa sentita a livello nazionale negli Stati Uniti, anche se in maniera non ufficiale, e cade tutti gli anni il 30 di aprile.

L’idea venne alla fine degli anni ’90 a M.Hirsh Goldberg, ex addetto stampa del governatore del Maryland, che scelse questo giorno come controcanto alle burle e assurdità del Primo di aprile. In memoria dell’onestà di Abraham Lincoln e George Washington, Goldberg pensava soprattutto ai politici, che vi avrebbero letto un monito ad essere onesti negli affari nazionali e trasparenti con i contribuenti.

Di fatto, in questa giornata tutti gli Americani usano interrogare amici o parenti su questioni a cui tengono particolarmente; chi viene scelto è obbligato a rispondere con assoluta trasparenza e spontaneità. Proprio come accade a Jim Carrey nel film “Bugiardo Bugiardo” (1997). Qui l’attore è il brillante avvocato Fletcher Reede, che fa delle bugie raccontate in tribunale la carta vincente per difendere i suoi clienti. Questa sua “abilità” rischia di minare l’unico rapporto sincero nella sua vita privata, quello che lo lega al figlio Max. Il piccolo infatti, deluso dall’ennesima promessa mancata del padre, esprime il desiderio che questi, per ventiquattro ore, dica solo ed esclusivamente la verità. Il desiderio si avvera e per il povero Fletcher inizia una lunga serie di guai, perché improvvisamente non riesce più a dire bugie, nemmeno le più elementari.

All’esilarante comicità dell’attore si potrà anche perdonare qualche imbarazzante figura. Ma per capire lo spirito dell’Honesty Day non dobbiamo certo calarci nei suoi panni. Possiamo invece ispirarci a questa festa per ritrovare il gusto della sincerità, dono unico e indispensabile per chiunque, in qualunque posto si viva.

Quale consolazione dà a una madre la confessione di un figlio, che le dice di aver litigato col fratellino e di essersi pentito. O quale gioia, le parole schiette dei veri amici, se sposano la verità piuttosto che cedere ai pettegolezzi della massa. Quanti legami più saldi se si fosse fedeli sempre, anche nelle difficoltà.

Quest’anno la festa cade di sabato. Come in un noto e indimenticabile film, abbiamo tutto il weekend per far sì che la “febbre” ci contagi e che l’onestà non resti solo una tanto adorabile parola, ma si trasformi in danza quotidiana.

Condividi l'articolo

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *