Frigo e conservazione degli alimenti: le 3 regole per ridurre gli sprechi

Organizzare il frigorifero in modo razionale permette di ridurre gli sprechi e mantenerci in salute. Ma come fare nello specifico? Scopriamo tre semplici regole per ottimizzare la conservazione.

Ridurre gli sprechi alimentari è una priorità per tutti, sia per il valore etico che un comportamento responsabile riveste, sia perché dal punto di vista economico si risparmia denaro. Il comportamento poco virtuoso inizia all’arrivo a casa quando, trafelati e con mille cose da fare, apriamo il frigorifero, preoccupati solo di sistemare gli alimenti acquistati nello spazio a disposizione. Ogni volta che agiamo così sprechiamo risorse e attentiamo alla nostra salute, perché non mettiamo in atto la migliore conservazione possibile per il cibo acquistato. Ecco le tre maniere per ridurre gli sprechi e mangiare cibi sani:

Scegliere la temperatura adeguata all’alimento

Controllare i tempi di conservazione: ogni alimento ha il suo

Fare attenzione alla cross-contaminazione.

Ma vediamo queste regole nel dettaglio.

Per non sprecare il cibo dobbiamo conoscere il funzionamento del frigorifero e agire di conseguenza. Le prima regola per la corretta conservazione riguarda le temperature differenziate nelle varie zone, studiate per accogliere specifici alimenti. Il cassetto per la verdura ha una temperatura intorno ai 5 gradi: è importante non lavarla prima di riporla in frigo per non aumentare l’umidità che favorisce la proliferazione dei microbi. Un’altra attenzione è conservare le verdure in sacchetti di carta o in quelli con micro fori, che permettano una buona circolazione dell’aria.

Sistemato il cassetto delle verdure passiamo alla zona immediatamente superiore, che presenta una temperatura tra i 2 e i 5 gradi: qui andremo a riporre gli alimenti che si deteriorano più facilmente. Questi sono la carne e il pesce crudi i quali, come tutti i prodotti freschi, possono andare incontro alla proliferazione batterica. Proseguendo nell’analisi del frigorifero tipo, vediamo che nella zona centrale la temperatura è fra i 4 e gli 8 gradi: perfetta quindi per riporre cibi cotti. L’ultima zona in alto è tra i 5 e gli 8 gradi: per cosa possiamo utilizzarla? Formaggi, conserve, yogurt e dolci ripagheranno questa attenzione mantenendo inalterate le proprietà organolettiche.

Chiarita la differenza di temperatura tra le varie zone, sorge spontanea una domanda: per quanto tempo conservare i cibi crudi e cotti? Ed ecco la regola numero 2: le verdure, se ben conservate, possono essere ancora fresche dopo otto giorni e la carne può essere utilizzata anche dopo tre giorni, ma per il pesce e la carne macinata la  permanenza è di 24 ore. Il  frigorifero, però, accoglie anche gli alimenti cucinati avanzati: a questo proposito un ottimo consiglio anti-spreco è quello di comprare e cucinare solo la quantità di alimenti che saranno consumati. Se invece, nonostante le attenzioni, avanza del cibo, bisogna ricordare che la pasta e il pesce cotto possono rimanere in frigo per due giorni, mentre il sugo di pomodoro per 3-4 al massimo.

La regola numero 3 ci permette di evitare facilmente una pericolosa cross-contaminazione. Pensare che una tossinfezione possa accadere solo fuori dal frigo è un errore. Infatti, all’interno del frigorifero, gli alimenti devono essere accuratamente separati, soprattutto quelli crudi da quelli cotti: questi ultimi potrebbero essere contaminati dai primi e non avrebbero un ulteriore trattamento termico per eliminare i microrganismi patogeni. Appositi contenitori chiusi saranno perfetti per evitare il problema.

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