Se fossi un caffè, sarei freddo

Credo che il caffè freddo sia sottovalutato e poco conosciuto in alcune regioni. Però è proprio questo il mio caffè ideale.

Prima di tutto, il caffè freddo fatto “come si deve” è una tradizione del sud e al di sopra di una certa latitudine c’è proprio un vuoto nella cultura del caffè freddo.

Ci sono molti succedanei trendy del caffè freddo, come il caffè shakerato, ma in realtà non hanno nulla in comune con il vero caffè freddo.

E’ una bevanda che andrebbe prodotta sempre, anche d’inverno, perché il caffè freddo non è  un caffè servito freddo, è una bevanda a parte, una cosa diversa. Prima di tutto ha una quantità diversa dalla tazzina di caffè: è di più.

Ora, se il caffè è una pausa piacevole, perché non dovrebbe essere un po’ più lunga questa pausa? Cos’è quell’espresso che in due sorsi è finito?

Il caffè freddo, poi, non è quello del barista furbetto che lo fa con i fondi dell’espresso, troppo lungo e con il retrogusto bruciato. E’ un signor caffè e va servito rigorosamente dalla bottiglia di vetro nel bicchiere con il fondo spesso. Ci si deve mettere il caffè buono e deve essere già zuccherato un pochino (altrimenti lo zucchero aggiunto poi non si mescola).

Per me il caffè freddo è come le rondini a primavera, solo che annuncia l’estate. Entri al bar e chiedi: lo avete già il caffè freddo? E da lì capisci se il barista è un’ottimista e ha già voglia di sole. A maggio lo ha già preparato. Se, al contrario, ti rispondono “no, è presto”, capisci che in quel bar sono cupi, non sono proiettati in avanti.

Il primo caffè freddo di stagione, mi mette sempre allegria. Torno alle estati siciliane dei mie vent’anni, con il gruppetto delle amiche dell’università in vacanza sulla costa ragusana, quando, verso le 22, si andava al bar in piazza a prendere il caffè freddo buonissimo prima di decidere quale discoteca raggiungere, con comodo e dopo un giro sul lungomare. Quello era il caffè freddo perfetto: denso, zuccherato al punto giusto e con il cucchiaio di granita di caffè aggiunto nel bicchiere. Sarà che poi era perfetto tutto il contesto, soprattutto i vent’anni e il fatto che alle 22 si stesse ancora prendendo il caffè con un tempo indefinito e pieno di promesse davanti.

Certo è, che se io d’estate mi voglio proprio premiare con una colazione speciale, vado in un bar ottimista (ora sapete come si riconosce!) e prendo un caffè freddo e un cornetto godurioso. A una signora quarantacinquenne, madre di famiglia e seria professionista, sarà consentito ogni tanto tornare con la memoria alle serate estive di parecchi anni fa?

Volete un caffè freddo (quasi) perfetto a casa?

Preparate una moka almeno da 6 tazze con un’ottima miscela arabica 100%, come quella di Vergnano per intenderci. Occhio! Deve essere buona davvero, perché il caffè, una volta freddato tira fuori tutti i retrogusti e quindi non deve averne di sgradevoli.

Zuccheratelo ancora caldo con 3 cucchiaini di zucchero e poi aggiungere un pochina d’acqua. La quantità d’acqua deve essere minima: il caffè non deve diventare neanche un po’ trasparente.

Mettete in frigo e bevete dopo almeno mezza giornata.

Poi se lo volete perfetto del tutto, cercate di avere vent’anni e bevetelo su un lungomare con gli amici prima di andare a ballare.

Scritto da genitoricrescono.com

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