Dal Medio Oriente a Venezia: la cultura del caffè conquista l’Europa

Il caffè è una bevanda amata in tutto il mondo: il segreto del suo fascino non si cela solo nel suo potere energizzante e nell’aroma intenso, ma anche in una storia che affonda le radici nell’antico Oriente. Scopriamola insieme.

Sulle origini del caffè esistono varie teorie: secondo le più accreditate, il suo nome deriverebbe da Caffa, una regione nel sud-ovest dell’Etiopia. Di certo, già a metà del ‘400 il caffè si sorseggiava abitualmente in Yemen, dove era apprezzato per le sue qualità eccitanti. Dallo Yemen, il caffè si diffuse sulle coste del Mar Rosso. Ecco i quattro Paesi nei quali il caffè incontrò maggiore successo:

-Siria

-Egitto

-Arabia

-Turchia

Quando Selim I, sultano dell’impero Ottomano, conquistò l’Egitto nel 1517  il caffè si diffuse anche in Turchia e a Costantinopoli, in parte a causa del divieto religioso di consumare bevande alcoliche. Dall’Impero Ottomano all’Europa il salto fu breve: grazie all’alleanza commerciale stipulata da Selim I con il governo veneziano, il caffè attraversò il Mediterraneo sulla rotta delle navi che trasportavano a Venezia spezie e stoffe preziose.

Ma chi portò il caffè a Venezia? Si racconta che le prime piccole quantità furono ordinate, nella seconda metà del ‘500, da alcuni studenti dell’Università di Padova, allievi di Prospero Alpini, medico del console veneziano in Nord Africa e autore del “De Plantis Aegypty”, un famoso trattato sulle piante di origine nordafricana. Secondo un’altra accreditata teoria, fu invece il bailo Francesco Morosini di stanza a Costantinopoli a far conoscere il caffè ai Veneziani nel 1585. La “bevanda nigra”, già apprezzata dai Turchi per il suo potere stimolante, cominciò ben presto a essere amata anche a Venezia dove nacque nel 1683 la più antica Bottega del Caffè d’Europa in Piazza San Marco. Il suo successo fu tale che nell’arco di 70 anni sorsero in città ben 206 botteghe, rendendo necessario un intervento del Senato per limitarne la proliferazione.

Per la gaudente società settecentesca, il Caffè divenne il centro della vita mondana e intellettuale: con una spesa piuttosto ridotta vi si poteva godere di un’ospitalità premurosa fatta di rosolio, biscotti, tabacco e confetti, in uno sfoggio di eleganza e prestigio. Proprio per appoggiare il desiderio di esclusività degli avventori, anche le porcellane, le tovaglie e le posate si fecero a mano a mano più ricercate: le tazzine divennero sempre più piccole, pregiate e leggere e cominciarono a portare la firma del veneziano Vezzi.

Il primo, leggendario Caffè nacque nel 1720 sotto le Procuratie Nuove di Piazza San Marco: il Caffè Florian, destinato a un lunghissimo e sfolgorante successo. Originariamente “Alla Venezia Trionfante”, i veneziani cominciarono presto a chiamarlo “Florian” dal nome del suo fondatore Floreano Francescani. Ai tavolini di questo locale si sarebbero seduti negli anni a venire i più grandi personaggi della storia veneziana e non: Guardi, Gozzi, Foscolo, Stendhal, Byron, Balzac e Hemingway, solo per citarne alcuni. Il successo del Florian portò ben presto alla nascita di molti altri locali, tra cui non si può non ricordare il Caffè Quadri, fondato a fine ‘700 da Giorgio Quadri, di origine corfiota, il primo a introdurre in città la specialità del caffè alla turca.

Da Venezia i Caffè si diffusero in tutta Italia, da Roma a Padova, da Torino a Milano e, grazie ai contatti con l’Impero Ottomano, fino a Francia, Regno Unito, Germania e Austria. All’inizio del ‘700 si contavano in Inghilterra ben 3000 coffeehouse: in quel periodo, si può ben dire, ogni città europea aveva il proprio Caffè. Le basi del successo della nera bevanda in tutta Europa erano ormai state poste: il caffè, poesia profumata del buon vivere, sarebbe diventato un appuntamento immancabile nella giornata di ognuno di noi.

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