Couchsurfing: il giro del mondo…di divano in divano

Si dice che chi trova un amico, trova un tesoro, ma oggi chi trova un divano, trova tanti amici e gira il mondo: è il couchsurfing, un nuovo modo di viaggiare economico e decisamente social.

Se c’è un settore che è stato davvero rivoluzionato dall’avvento di internet è quello dei viaggi: grazie alla semplificazione dei contatti e alla creazione di tante piattaforme di servizi a prova di giramondo, stanno prendendo piede nuovi modi di concepire viaggi e soggiorni lontano da casa, all’insegna di un confronto autentico con la vita del paese di destinazione, della socialità multiculturale e dell’attenzione al contenimento dei costi. In questo senso, tra le novità figlie del XXI secolo si segnala il couchsurfing: ma di che cosa si tratta esattamente?

Couchsurfing, tradotto letteralmente, significa ‘fare surf sui divani’ ed è il nome di un sito attivo dal 2004 che oggi rappresenta la community di viaggiatori più numerosa del web. Le ragioni del successo sono presto dette: creato per mettere in contatto i viaggiatori con persone del posto desiderose di ospitarli, mettendo a loro disposizione il divano, una stanza o persino un intero appartamento privato, Couchsurfing è completamente gratuito per tutti gli utenti, ospiti e ospitati; anche il soggiorno è gratuito e spesso chi usufruisce del divano (e non solo, come abbiamo visto) ricambia tanta generosità eseguendo piccoli lavoretti, offrendosi di cucinare, portando un regalo dal proprio paese o limitandosi a compensare soltanto le spese che lo vedono direttamente coinvolto.

Se si chiede ad un couchsurfer (come si definiscono gli utenti attivi sul sito) perché scegliere questa formula per viaggiare, le motivazioni più ricorrenti sono:

perché è economico: in tempi di crisi, i risparmi per viaggiare non sono mai troppi e il couchsurfing è spesso l’unica soluzione per non dovere rinunciare a scoprire nuove parti del mondo;

perché è social: il couchsurfing permette di entrare in contatto con gente del posto ed è facile instaurare un rapporto di conoscenza e fiducia, se non proprio di amicizia, con il proprio ospite. Il risultato è che basta viaggiare qualche anno “di divano in divano” per tessere una tela di contatti da vero cosmopolita;

perché è verace: rispetto a soggiornare in alberghi asettici e fatti in serie, che non dicono niente sullo stile di vita locale, fare couchsurfing permette di abbandonare i panni del turista per vestire quelli dell’abitante del posto, tanto più che molti ospiti si offrono di accompagnare in giro il viaggiatore, facendogli scoprire luoghi che non si trovano sulle guide.

Insomma, se c’è da scegliere tra una giornata che comincia davanti al buffet continentale della sede di una grande catena alberghiera e un risveglio all’aroma del caffè preparato da un ospite in vena di chiacchiere, beh, il vero couchsurfer non ha dubbi e non cambierebbe il “suo” divano per nessuna suite al mondo!!

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