Si chiama Third Wave Coffee, nasce negli Stati Uniti e ha preso piede già da tempo in Europa. Questo movimento desidera cambiare la percezione e l'attenzione rispetto al caffè come bevanda. Vediamo perché.
Le sue origini sono incerte, ma la nuova Coffee Wave - ovvero la filosofia condivisa da un gruppo di persone relativamente alla produzione e degustazione del caffè - è iniziata negli anni Novanta, quando la bevanda ha iniziato ad essere oggetto di discussione. Già nei primi del Novecento si parlava di rivoluzione: dal
caffè turco si era passati ad una formula mélange, arricchita di latte che ne smorzava il gusto. Con l'
espresso, il caffè ha iniziato una nuova vita, attribuita alla capacità italiana di produrre sapori decisi e gradevoli. Il termine
Third Wave Coffee viene coniato dal tostatore norvegese Trish Rothgeb e diffuso negli Stati Uniti, consolidandosi in un movimento che rientrava in questo andamento "ad ondate". La prima era stata quella che vedeva la bevanda come puro
ausilio di sopravvivenza: nessun romanticismo, solo semplice necessità. Il caffè era un modo per reintegrare energie e concentrazione perdute, non gli si attribuiva alcun ulteriore valore. Questa idea fu superata dalla seconda ondata, ispirata dal pensiero moderno. Si inizia a vedere il caffè come
agente socializzatore: nascevano le caffetterie come luoghi di aggregazione, dove le persone trovavano un'occasione per incontrarsi, locali confortevoli dove chiacchierare. Nascono Starbucks e altri marchi più o meno noti, accomunati tutti dallo stesso spirito: dare al momento del caffè la possibilità di far trasformarsi in occasione per fraternizzare. Tuttavia, è con la terza ondata che il caffè diventa "nobile": si impone come
prodotto di pregio, acquisisce un significato preciso e si autopromuove. Nascono torrefazioni piccole che fanno della qualità il pilastro principale e assumono una ricercatezza speciale. Così come il vino prima e la birra poi, il caffè viene riconosciuto come prodotto artigianale. Si crea un movimento di consumatori interessati al carattere stesso del caffè, spesso in reazione ad anni di consumo di bevande di pessima qualità. Una volta che questo prodotto è diventato di massa e ha assunto un ruolo sociale, è arrivato il momento di occuparsi meno degli aspetti di marketing e più della sua produzione e di chi si impegna nella stessa. I consumatori ora vogliono e possono rintracciare il percorso del loro caffè preferito, dal terreno alla confezione. E, ugualmente, fanno attenzione a che si rispettino i diritti dei contadini e dei lavoratori coinvolti nella lavorazione del caffè. Sempre più oggi a gran voce si chiede trasparenza e informazione per quanto riguarda la nostra alimentazione e questo vale anche per il caffè: grazie a questa nuova attenzione, gli standard di produzione e lavorazione si mantengono elevati e le aziende si impegnano ad offrire un prodotto di qualità. Dunque, gli ultimi cento anni sono stati dunque cruciali per questa bevanda, passata da semplice ristoro a esperienza culinaria. Dove ci porterà il futuro non si sa, ma è certo che la Third Wave Coffee sta regalando il piacere di gustarsi consapevolmente una tazzina dall'aroma pregiato.