Cosa differenzia l’espresso italiano dal resto del Mondo?

Il caffè espresso è nato in Italia all’inizio del Novecento ed è una delle bevande più amate dagli italiani, ma non è certo l’unica tipologia di caffè bevuto nel mondo. Quali sono le sue principali caratteristiche e cosa lo differenzia dal caffè bevuto in altri Paesi?

Innanzitutto, il caffè si ottiene sempre dagli stessi chicchi, che possono essere di qualità arabica o robusta: le miscele differiscono per composizione, tostatura, lavorazione, ma non cambia la sostanza. Le differenze significative da Paese a Paese riguardano soprattutto le modalità di preparazione.

L’espresso si prepara per percolazione ad alta pressione utilizzando macchine apposite. La percolazione permette di ottenere il caffè molto rapidamente: per questo motivo si chiama espresso ed è nato proprio per assecondare l’esigenza dei bar italiani di far coincidere il momento della preparazione con quello del consumo. L’espresso da bar, inoltre, prevede una procedura di preparazione ben precisa, nel rispetto di alcune regole fondamentali:

-la temperatura dell’acqua deve essere tra 85 e 95 °C
-la pressione della pompa centrifuga di 9 atmosfere
-la dose di caffè nel filtro di 7 grammi
-il tempo di infusione di circa 25-35 secondi.

La principale differenza tra l’espresso e gli altri tipi di caffè, consumati nel resto del mondo, risiede nel fatto che questi ultimi non sono ottenuti per percolazione ad alta pressione, bensì mediante semplice infusione in acqua bollente, in modo da avere una bevanda meno concentrata e più lunga. Nonostante questo, ogni cultura ha le proprie tecniche di preparazione da cui derivano diverse tipologie di caffè. Tra le più note, si annoverano:

Il caffè turco, definizione sotto cui ricadono diverse varianti molto diffuse in Africa e in Medio Oriente, dove i chicchi tostati e frantumati vengono fatti bollire in acqua, a volte insieme ad altre spezie, e poi lasciati depositare sul fondo del bricco.
Il caffè americano, di norma preparato con la French Press, una caffettiera cilindrica con uno stantuffo che permette di separare la miscela dalla bevanda. Viene consumato in tazze di grandi dimensioni, le cosiddette mug, un vero e proprio simbolo dell’American Lifestyle.
Il caffè filtro, molto diffuso in Nord Europa, ottenuto anch’esso con un procedimento di percolazione; a differenza dell’espresso, l’acqua bollente viene semplicemente versata sul filtro di carta contenente la miscela, senza utilizzare vapore o sovrapressione.

E sotto l’aspetto gustativo? Cosa differenzia l’espresso dagli altri caffè?
Innanzitutto l’espresso è molto più concentrato, si beve ristretto e, secondo gli intenditori, deve essere servito in tazzine di porcellana a una temperatura di circa 65°.
Inoltre, si distingue dalle altre tipologie per quattro aspetti caratteristici:

lo strato di crema color nocciola spesso 3-4 millimetri che si forma sulla superficie della bevanda;
il colore: marrone scuro tendente al rossiccio, con striature testa di moro, se preparato con miscela arabica; marrone scuro con leggeri toni grigi, se realizzato con caffè di qualità robusta;
la corposità, ovvero la buona consistenza al palato;
l’armonia e il bilanciamento: nessun sapore o aroma deve prevalere sugli altri. L’espresso perfetto si riconosce dal giusto equilibrio tra dolce e amaro, ha una leggera acidità e un aroma particolarmente intenso.

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