Coffee beer: eccellenza piemontese

Malto, orzo, luppolo… e caffè. La birra al caffè esiste, ed è oggi di vera tendenza. Ecco cos’è, come si fa e qualche etichetta da provare (di micro birrifici piemontesi!)

Esistono birre, come la Guinness che sembrano quasi sapere di caffè tanto sono scure e amare, quasi tostate. Ma esistono birre che sono fatte con il caffè, e che ne ricordano l’aroma e la struttura – e vanno di gran moda.

Le Stout o birre Porter sono quelle birre molto scure, dall’aroma intenso, per cui vengono utilizzati malto o luppolo talmente tostati da avere quasi il gusto del caffè. La Guinness, la Murphy’s o altre birre irlandesi fra queste sono forse le più famose. Negli ultimi anni alcuni mastri birrai alla ricerca di un sapore più intenso e aromatico hanno letteralmente però aggiunto caffè nella birra finita, proprio per enfatizzarne l’aroma tostato. Il risultato sono birre asciutte, amare, con alcool compreso fra i 4° e gli 8°. Hanno normalmente poca schiuma, non come indice di poca qualità ma a causa della presenza di acidi grassi dovuti al caffè, che ne inibiscono la formazione.

In Italia i birrifici hanno trovato nel caffè non solo un ingrediente secondario, ma un vero protagonista, e hanno unito la passione per l’espresso a quella per la birra. La crescita esponenziale dei microbirrifici e l’aumento della qualità e dei prodotti di nicchia nel mercato della birra hanno portato con sé anche numerose novità in fatto di birra al caffè – assolutamente da provare se si è dei veri coffeelovers. Fra i birrifici più famosi per questa preparazione, quelli piemontesi, che uniscono alla passione per la birra quella tutta regionale per la tazzina di caffè.

Arabicaporter è la birra frutto della collaborazione tra il Birrificio Grado Plato e Caffè Vergnano, entrambi della città di Chieri. Una porter ad alta fermentazione, realizzata con avena e orzo, aromatizzata con miscele di Caff Vergnano. Perfetta da abbinare ai dolci, con i secondi di carne rossa o con formaggi stagionati.

La Masca del Birrificio Torino ha malti tostati in modo leggero, quindi il risultato è delicato, quasi di liquerizia e vede la presenza di una miscela di 80% arabica e 20% robusta. È perfetta con dolci a cioccolato, alla nocciola, o con formaggi. La consigliano anche per “correggere” il caffè freddo.

Chicca di Pausa Café, è invece la birra della torrefazione dei detenuti della Casa Circondariale di Saluzzo. Usano il pregiato Huehuetenango, presidio Slow food da mercato equo solidale, il risultato è una bevanda leggera ma dal sapore intenso di caffè, consigliata con la panna cotta o con dessert di grande grassezza.

A base di “caffè di Anterivo”, un antico caffè di lupini dell’Alto Adige, è invece la Lupinius del Birrificio di Fiemme. La birra è una birra ad alta fermentazione rifermentata in bottiglia, e il suo gusto ricorda la nocciola, il cacao ed ovviamente il caffè tostato.

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