barista barman bartender: le differenze

Barista, barman e bartender: quali sono le differenze?

Barista, barman e bartender sono tre figure professionali con specifiche competenze ma con qualche carattere in comune. Perchè stare dietro il banco di un bar non è un mestiere e, tanto meno, un lavoro. È una missione. Non sono in tanti quelli che sanno portarla a termine. In effetti è una professione per molti, ma non per tutti.

Una “mission” vera e propria

Chi sta dietro un bancone è l’incarnazione della mission aziendale. È la gestione personificata che si interfaccia con la clientela e, per tanto, deve rappresentarla in ogni sua caratteristica. Come noto, serve una sorta di vocazione, quella predisposizione innata che, se alimentata dai giusti input e dalle necessarie esperienze, è garanzia di successo. In questo caso si tratta di investimenti di sicuro ritorno. Un carattere affabile, una discreta presenza, una buona educazione e istruzione, verranno perfezionati con la formazione tecnica necessaria, con i preziosi affiancamenti di colleghi più esperti e con prove sul campo più intense e impegnative possibile. Questo è ciò che accomuna il barista, il barman e il bartender, in ogni bar della città, in ogni regione d’Italia, in ogni paese del mondo. L’anima comune di tre figure professionali che, per scelta, prenderanno strade diverse nell’universo del retro-banco senza mai snaturare la loro essenza, senza svilire il lato umano o alterare le competenze tecniche.

L’Accademia
Caffè Vergnano

Dietro ogni tazzina si nasconde una lunga storia, una famiglia, molte scelte. Si tratta di un saper fare, un’esperienza che si tramanda e si perfeziona da generazioni, in ogni dettaglio.

Barista, barman e bartender: quali sono le differenze?

Sfumature che fanno la differenza

Sono le loro specifiche competenze che fanno sì che barista, barman e bartender non siano sinonimi. È bene puntualizzarne i tratti distintivi per evitare equivoci e dare a ognuno il nome che merita.

Barista. Prepara i caffè e somministra ai clienti bibite e cibi. Storicamente, è la prima parola con cui si fa riferimento a questa professione. Con essa si identificava colui, o colei, che, operando dietro il bancone, serviva gli avventori. Senza attribuirgli specifiche competenze professionali, con questo termine, ci siamo riferiti per lunghi anni a chi elargiva caffè e cappucci e poche altre bevande di facile preparazione come succhi di frutta, bibite già confezionate e prodotti tipicamente diurni.

Barman. È la figura specializzata nella preparazione di drink e cocktail. Indica chi, questa volta solo al maschile, opera in orari più prettamente notturni e la cui professionalità è predisposta alla preparazione di bevande molto più elaborate come long drink e cocktail. Dall’orario dell’aperitivo in poi, un professionista della miscelazione a tutti gli effetti. Tra le sue prerogative una formazione specifica e attestata. I corrispettivi femminili sarebbero, il condizionale è d’obbligo dato l’uso limitato che ne facciamo, barwoman, barmaid e barlady.

Bartender. Come suggerisce l’inglesismo, è il “tenutario” del locale. A differenza del barman, quando prepara le bevande alcooliche, non si limita all’utilizzo degli strumenti tradizionali, ma con uno stile più moderno e delle tecniche che ne velocizzano la preparazione. La spiccata rapidità di esecuzione rende questa figura particolarmente idonea per locali affollati come pub e discoteche. La formazione del bartender può permettere anche evoluzioni acrobatiche con shaker, bottiglie o ghiaccio durante la preparazione dei vari cocktail.

La didattica
di Caffè Vergnano

Corsi specializzanti di livello accademico e programmi di formazione studiati per trasmettere tutta la cultura, i segreti e la professionalità necessari per continuare a portare nel mondo l’arte del caffè.

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