Angolo del barista
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Ingredienti per 1 porzione
Tempo di preparazione: 10 minuti
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Una "mission" vera e propria
Chi sta dietro un bancone è l'incarnazione della mission aziendale. È la gestione personificata che si interfaccia con la clientela e, per tanto, deve rappresentarla in ogni sua caratteristica. Come noto, serve una sorta di vocazione, quella predisposizione innata che, se alimentata dai giusti input e dalle necessarie esperienze, è garanzia di successo. In questo caso si tratta di investimenti di sicuro ritorno. Un carattere affabile, una discreta presenza, una buona educazione e istruzione, verranno perfezionati con la formazione tecnica necessaria, con i preziosi affiancamenti di colleghi più esperti e con prove sul campo più intense e impegnative possibile. Questo è ciò che accomuna il barista, il barman e il bartender, in ogni bar della città, in ogni regione d'Italia, in ogni paese del mondo. L'anima comune di tre figure professionali che, per scelta, prenderanno strade diverse nell'universo del retro-banco senza mai snaturare la loro essenza, senza svilire il lato umano o alterare le competenze tecniche.
Sfumature che fanno la differenza
Sono le loro specifiche competenze che fanno sì che barista, barman e bartender non siano sinonimi. È bene puntualizzarne i tratti distintivi per evitare equivoci e dare a ognuno il nome che merita.
Barista. Prepara i caffè e somministra ai clienti bibite e cibi. Storicamente, è la prima parola con cui si fa riferimento a questa professione. Con essa si identificava colui, o colei, che, operando dietro il bancone, serviva gli avventori. Senza attribuirgli specifiche competenze professionali, con questo termine, ci siamo riferiti per lunghi anni a chi elargiva caffè e cappucci e poche altre bevande di facile preparazione come succhi di frutta, bibite già confezionate e prodotti tipicamente diurni.
Barman. È la figura specializzata nella preparazione di drink e cocktail. Indica chi, questa volta solo al maschile, opera in orari più prettamente notturni e la cui professionalità è predisposta alla preparazione di bevande molto più elaborate come long drink e cocktail. Dall'orario dell'aperitivo in poi, un professionista della miscelazione a tutti gli effetti. Tra le sue prerogative una formazione specifica e attestata. I corrispettivi femminili sarebbero, il condizionale è d'obbligo dato l'uso limitato che ne facciamo, barwoman, barmaid e barlady.
Bartender. Come suggerisce l'inglesismo, è il "tenutario" del locale. A differenza del barman, quando prepara le bevande alcooliche, non si limita all'utilizzo degli strumenti tradizionali, ma con uno stile più moderno e delle tecniche che ne velocizzano la preparazione. La spiccata rapidità di esecuzione rende questa figura particolarmente idonea per locali affollati come pub e discoteche. La formazione del bartender può permettere anche evoluzioni acrobatiche con shaker, bottiglie o ghiaccio durante la preparazione dei vari cocktail.
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La potenza richiesta
Generalmente, un bar di circa 100 metri quadrati corredato dalle dotazioni standard richiede un contratto di fornitura di corrente elettrica della potenza di 15Kw. Nel calcolo di stipula del contratto sono compresi i macchinari per servizi tradizionali come la macchina del caffè, il forno o la piastra, la lavabicchieri, l'armadio e il banco frigo, i condizionatori e l'illuminazione. Si tratta di una stima media in cui il consumo energetico della macchina del caffè è una voce importante.
Le variabili in gioco
Il consumo di energia elettrica del macchinario è proporzionale alle sue prestazioni, vale a dire alla grandezza e alla potenza dell'impianto termico che ne garantisce il funzionamento, al livello di tecnologia supportato e alla presenza o meno di accessori come macinadosatori, cappuccinatori e erogatori di varia natura. Una concomitanza di fattori che incide in maniera considerevole sulle frazione di kw/h consumate o meno, ma anche, e questo non è di minor conto, sulla qualità del prodotto. Un'altra variabile da tenere nella dovuta considerazione è la quantità di caffè lavorato nell'unità di tempo. Un'attività regolare e continuativa assicura un consumo medio di gran lunga inferiore a una frammentata da sensibili intervalli di non esercizio. Questo perché l'impianto termico, una volta assorbito il massimo picco di energia per entrare a regime verrà mantenuto come tale da una potenza costantemente inferiore. E tutto ciò vale per macchine tradizionali, semi-automatiche o super-automatiche: la centesima tazzina avrà un costo energetico infinitesimale rispetto alle prime cinque con cui abbiamo iniziato la nostra giornata. Più energia consumiamo, meno ci verrà a costare la singola tazza.
Il momento migliore
Ultima variabile, ma non certo per importanza, è la fascia oraria. Di primo mattino e nel dopo pranzo, ad esempio, si verificano le contingenze più favorevoli per un consumo contenuto. In condizioni ottimali, quando il lavoro è regolare, i fattori ambientali sono favorevoli e le utenze non debbono essere usate tutte nello stesso breve arco di tempo, una semi-automatica a quattro gruppi può consumare anche meno di 2 kw/h. D'altro canto, per alimentare una trifase a due gruppi tradizionali, che però non riesce a mantenere temperatura e pressione per un'attività oltremodo scaglionata, il consumo può toccare anche punte di 4 e 4,5 kw/h.
Cosa è lecito aspettarsi da una macchina di tipo tradizionale?
Partendo dall'assunto che ogni bar è un microcosmo tutto da scoprire, è giusto prepararsi agli scenari che potrebbero presentarsi con macchine tradizionali.
2 gruppi: da 1,5 a 2,2 kw/h
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4 gruppi: da 2,5 a 2,8 kw/h
6 gruppi: da 3,2 a 4,2 kw/hLe attrezzature di cui dotare il tuo bar sono varie e tutti importanti allo stesso modo. Alcune obbligatorie e inamovibili, altre specifiche e indispensabili solo per il tipo di servizio che vuoi offrire.
Questione di feeling
In fase di progettazione del locale, avrai sicuramente scelto il tipo di servizio che vuoi offrire e, di conseguenza, anche la clientela che vuoi raggiungere e fidelizzare. Quello è stato, oppure è ancora, il momento cruciale, il passo decisivo per impostare un'attività proficua e duratura. In quel delicato momento, la scelta delle attrezzature delinea i tratti particolari del tuo lavoro, seleziona i tuoi ospiti e ti identifica tra gli eventuali competitor in maniera inconfondibile, facendoti preferire agli altri, anche solo per un piccolo dettaglio.
[shortcode-banner-accademia]I ferri del mestiere
Si può benissimo affermare che gli strumenti che non possono mancare in un bar sono quelli che fanno arredamento. Attrezzature come banchi frigo, macchina del caffè, piastre, lavastoviglie, forni, spremiagrumi, frullatore, sono elementi fissi che prescindono l'indirizzo professionale che vuoi dare al tuo bar. I ferri del mestiere senza i quali il tuo bar non può essere gestito come si deve. Altri strumenti, non sempre scontati e alcune volte sottostimati per la loro produttività, sono un valore aggiunto che può fare la differenza in ogni tipo di locale.
Shaker. Il più conosciuto e il più indispensabile per cocktail mescolati o pestati. Ce ne sono di tre tipi. Boston: parte inferiore in acciaio inox e parte superiore in vetro o plastica. Le dimensioni consentono di lavorare fino a quattro porzioni alla volta. Cobbler: il tradizionale. Costituito da tre parti di acciaio inox: parte inferiore, coperchio con beccuccio e tappo per evitare fuoriuscite mentre si agita. Francese: sostanzialmente un cobbler con un unico foro nel beccuccio. Per versare, occorre un colino o uno strainer.
Tritaghiaccio. Va benissimo anche la versione manuale. Per i cocktail che lo richiedono o per una granita estemporanea che non è un toccasana solo per la canicola estiva.Jigger. È un dosatore formato da due contenitori conici simmetricamente contrapposti della capacità di 30 e 60 ml. Per non sbagliare mai un single o double shot, ma anche per prendere dimestichezza con la resa dei vari bicchieri.
Zester. È un tipo particolare di spelucchino che taglia la scorza degli agrumi in strisce sottili e a forma di spirale. Prezioso per l'estetica del prodotto finale.
[post_title] => Quali sono le attrezzature che non possono mancare in un bar? [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => quali-attrezzature-non-possono-mancare-un-bar [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-07-26 17:20:58 [post_modified_gmt] => 2024-07-26 15:20:58 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/quali-attrezzature-non-possono-mancare-un-bar/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [3] => WP_Post Object ( [ID] => 68616 [post_author] => 5 [post_date] => 2017-09-12 10:47:24 [post_date_gmt] => 2017-09-12 08:47:24 [post_content] =>
Pestello. Detto anche muddler, serve alla preparazione della maggior parte dei cocktail caraibici nei quali alcuni ingredienti richiedono di essere pestati per poter sprigionare tutti i loro sapori. Ottimo per il mojito, la caipirihna e la caipiroska, così come per la preparazione e la rifinitura di tisane e infusi a base di zenzero, agrumi e erbe aromatiche.
Il tuo miglior sorriso di sempre. Senza quello, puoi anche chiudere i battenti ancor prima di aprirli.Il bar in estate si trasforma in un luogo mitico dove trovare refrigerio all'ombra di ombrelloni o negli ambienti climatizzati. I tempi di permanenza si allungano e il cliente non chiede di meglio che rilassarsi e ritrovare il sorriso!
Cosa offrire a chi chiede ristoro e una buona dose di sano divertimento vacanziero?
Ecco qualche spunto per intrattenere al bar d'estate i ragazzi, le famiglie con bambini e le comitive di amici che restano a casa:
- invitare band di appassionati di musica di tutte le età, non professionisti
- organizzare il Karaoke per grandi e piccoli fornendo loro i testi delle canzoni
- pomeriggi e serate a tema con menu creativi, originali e insoliti
- inventare un simpatico quiz con domande di geografia, sport e argomenti vari che richiamino l'estate. La fonte di ispirazione? Internet!
Entriamo nel dettaglio
In tutte le città del mondo esistono band di ragazzi o adulti che per hobby e non per lavoro si trovano per suonare insieme. Come invitarli a esibirsi al locale? Con spiritose locandine collocate in vetrina, con annunci sulle radio locali e con il classico passaparola tra frequentatori del bar.
E il Karaoke? Due le possibilità: iscrizione dei debuttanti almeno un giorno prima, per scegliere la canzone da interpretare, o affidarsi all'improvvisazione. Nel secondo caso, se nessuno si presenta o i clienti sono poco numerosi o timidi, si può rimandare lo spettacolo a un'altra occasione e lasciare spazio alla musica di sottofondo.
I gustosi menù a tema possono riguardare le tradizioni regionali italiane o internazionali oppure giocare sulle cromie: sarebbe simpatico servire succhi di frutta, cocktail, bibite e preparazioni dolci e salate contraddistinte da una particolare sfumatura di colore prettamente estivo.
Se la struttura non possiede uno spazio all'aperto, è possibile, ricollocando i tavolini, creare un angolino per un quiz per famiglie: i premi sono consumazioni fresche e dissetanti.
Intrattenere i clienti in estate è un investimento che favorisce l'aumento delle presenze e la fidelizzazione delle "new entry": indispensabile è valutare l'impatto economico sul budget a disposizione e le probabilità di successo. Se si preferisce non incidere troppo sul bilancio, è sufficiente collocare due schermi TV, uno all'interno e uno nel dehors, e puntare sulle ricette e un'ampia scelta di spremute e frullati. Non dimentichiamoci dei celiaci e di chiunque soffra di intolleranze alimentari, dei vegetariani e dei vegani che desiderano prodotti alternativi.
Come rendere l'arredamento al bar più gradevole d'estate?
Spazio a divanetti e poltroncine di vimini o plastica intrecciata, tavolini con tovaglie tessuto non tessuto coloratissime, amache ornamentali, fiori e piante artificiali un po' dappertutto che potranno essere riutilizzati l'anno successivo. In alternativa, personalizzare il locale con atmosfere che ricordino il mare, la montagna o luoghi esotici.
[post_title] => Idee per intrattenere i clienti al bar in estate [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => idee-intrattenere-clienti-al-bar-estate [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-07-29 10:15:49 [post_modified_gmt] => 2024-07-29 08:15:49 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/idee-intrattenere-clienti-al-bar-estate/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 68597 [post_author] => 5 [post_date] => 2017-09-15 11:52:08 [post_date_gmt] => 2017-09-15 09:52:08 [post_content] =>Per essere pronto, efficiente e sempre padrone della situazione, il barista perfetto deve poter disporre di un'area di lavoro ben allestita. L'organizzazione del bancone, infatti, la dice lunga professionalità dell'operatore, dando un fondamentale contributo a velocità e precisione del servizio.
Per organizzare al meglio il bancone del bar i fattori da considerare sono tre:
- l'ergonomicità
- la praticità e la funzionalità
- il ruolo focale della macchina del caffè
Per ben incominciare, attenzione alle misure
Nell'organizzazione del bancone bar, gli spazi circostanti hanno grande importanza: devono essere comodi e permettere agli addetti di muoversi agevolmente, non intralciandosi a vicenda. Le apparecchiature dovrebbero essere posizionate in modo da consentire al barista la visuale continuativa del banco, evitando di dare le spalle al cliente. Benché molto diffusa, è da valutare l'uso della pedana posteriore. Questa permette di lavorare da una posizione sopraelevata rispetto alla clientela, ma necessita di ulteriore e accurata manutenzione. Infine, il piano di lavoro deve avere l'altezza giusta per permettere di lavorare senza il bisogno di chinarsi o di tenere le braccia sollevate. Il piano di servizio deve essere in posizione più elevata rispetto al precedente e, naturalmente, lindo e libero da ingombri.
Ogni cosa dove serve
Un servizio bar che si rispetti non può prescindere dalla disposizione ottimale di macchinari, attrezzi e ingredienti e, benché sia l'esperienza la miglior consigliera su come meglio organizzarsi, è meglio attenersi ad alcune regole. Tutto deve essere immediatamente accessibile, possibilmente raggiungibile con un solo gesto e facilmente manovrabile. Nel sottobanco hanno collocazione la lavabicchieri, la macchina per il ghiaccio e i frigoriferi in acciaio inox. Frigoriferi con ante vetro possono servire, invece, per creare una cocktail station dove poter inserire la vasca per il ghiaccio, pronto per l'uso, e dove il cliente possa riconoscere e richiedere le bevande preferite. Nella bottigliera retrobanco, alle spalle del barista, si collocano i liquori in posizione strategica: i più richiesti, in prima fila. Nel piano di servizio, oltre a tutti gli utensili e gli accessori, trovano posto lavello e rubinetto di acqua corrente. La vetrina refrigerata della pasticceria e dei panini, accanto alla cassa, ha anche la funzione di far cedere gli avventori ad un ultimo peccato di gola.
Zona caffetteria
La macchina del caffè è l'elemento principale e il punto focale di ogni bar: è importante che si trovi in posizione tale da garantire la massima efficienza e velocità di servizio, specialmente al mattino quando tutti vogliono gustarsi il loro espresso rapidamente e correre via. Si deve perciò trovare ad altezza del piano di lavoro, comoda per il barista che può operare con le braccia nella posizione ergonomica ad angolo di 90 gradi, in modo da stancarsi di meno. Può essere posizionata anche sul piano di lavoro del bancone, oppure lateralmente ad esso. Accanto vanno collocati il macinacaffè e la tramoggia per i fondi e, sempre a portata di mano, devono trovarsi anche i contenitori per il caffè da asporto.
[post_title] => Bancone del bar: una breve guida per organizzarlo al meglio [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => bancone-del-bar-breve-guida-organizzarlo-al-meglio [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-07-29 10:18:29 [post_modified_gmt] => 2024-07-29 08:18:29 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/bancone-del-bar-breve-guida-organizzarlo-al-meglio/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 68598 [post_author] => 5 [post_date] => 2017-09-19 11:59:07 [post_date_gmt] => 2017-09-19 09:59:07 [post_content] =>Se cerchi delle soluzioni per incantare davvero i tuoi clienti, eccoti 5 spunti per offrire un servizio al bar che, oltre a non avere eguali, lascerà tutti a bocca aperta.
Sai qual è il segreto di un bar di successo? Viziare la clientela con quelle piccole attenzioni che diventano subito coccole preziose e irrinunciabili. E, magari, sbalordirla non solo con le buone maniere, ma anche con metodi e abilità fuori dal comune. Quali? Scoprilo subito con la nostra lista delle meraviglie. Ma non dimenticare che, dietro ad ogni preparazione, esistono formazione e impegno e che barista, barman e bartender sono professioni diverse!
Latte art: se vuoi vedere lo stupore negli occhi dei clienti, prendi esempio da Umpaul Um, il coreano campione mondiale di latte art che, quando prepara un cappuccino, coniuga la passione per il lavoro di barista con quella per la pittura. Disegnare i capolavori di Van Gogh sulla schiuma ti sembra impossibile? Nessun problema: anche una semplice decorazione a forma di cuore ti assicurerà un servizio a regolad'arte, che farà innamorare habitué e non.
Flair Mix: hai presente il film Cocktail che, già negli anni Ottanta, decretava il fascino irresistibile della professione di barman? Chissà, forse anche tu, come tanti tuoi colleghi, hai iniziato, dopo essere stato ammaliato dalle acrobazie del giovane Cruise. A ogni modo, copiare il suo stile di servizio è una garanzia per ogni tipo di bar. Allora, diverti gli avventori con spettacolari evoluzioni che sembrano sfidare le leggi della fisica e, davanti al bancone, avrai sempre la fila!
Cocktail fashion: se parlare di eleganza del cocktail ti sembra troppo, forse non hai mai sentito parlare di Max Morandi, il bartender che, in un'intervista pubblicata sulla rivista Mixer, ha dichiarato che "il bicchiere sta all'abito come le guarnizioni stanno agli accessori". Allora, prova a imitarlo, confezionando creazioni sartoriali che incornicino drink sempre più esclusivi. Un esempio? L'Oh my gold di un noto lounge bar di Dubai, guarnito con petali di rosa bagnati nella vernice gastronomica dorata. Scommettiamo che con queste invenzioni piene di glamour catturerai anche i clienti più difficili?
L'abito fa il barman. Anche nella ristorazione, il must è sempre lo stesso: differenziarsi dai concorrenti! Così, se anche tu pensi che immagine e presentazione facciano parte del pacchetto, pensa a cosa indosserai, o a cosa indosseranno i dipendenti, dietro al bancone. Tutto dipende, ovviamente, dal tipo di locale ma, a volte, la stravaganza paga. Per un ambiente alternativo e giovanile, dunque, via libera a barbe lunghe e anelli, indispensabili per rendere cool il servizio: parola dei bartender hipster di Abano Terme!
Bicchieri sorpresa: vuoi che il tuo bar diventi la mecca dei golosi? Allora prepara bevande gourmet, come quella messa a punto dal manager Fabio Camboni. Il suo Tiki Cocktail deve la notorietà, non tanto agli ingredienti freschi e tropicali, ma a ciò che li contiene. Dopo aver finito di bere, il cliente si trova infatti a gustare uno sfiziosissimo uovo di cioccolato che, anche se non contiene un regalino come quelli pasquali, è già di per sé una bellissima sorpresa!
[post_title] => Tecniche e stili di servizio al bar: stupisci davvero i tuoi clienti [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => tecniche-stili-servizio-al-bar-stupisci-davvero-tuoi-clienti [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-07-29 10:25:35 [post_modified_gmt] => 2024-07-29 08:25:35 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => https://www.caffevergnano.com/blog/tecniche-stili-servizio-al-bar-stupisci-davvero-tuoi-clienti/ [menu_order] => 0 [post_type] => blog [post_mime_type] => [comment_count] => 0 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 68602 [post_author] => 5 [post_date] => 2017-09-26 12:19:00 [post_date_gmt] => 2017-09-26 10:19:00 [post_content] =>Una corretta e costante manutenzione è indispensabile per mantenere nelle migliori condizioni operative le attrezzature e offrire un espresso che non deluda le aspettative: come pulire al meglio la macchina del caffè è il primo passo.
Ogni giorno, durante la normale attività della caffetteria, grassi e residui di polvere di caffè tendono a depositarsi e ad accumularsi nella macchina. Se non rimossi, mettono a rischio la buona riuscita dell'espresso, trasmettendogli un gusto sgradevole e persistente di bruciato e rancido, dovuto ai processi di ossidazione e di combustione delle alte temperature. Ecco le semplici operazioni da eseguire regolarmente per una pulizia che mantiene alti gli standard qualitativi e assicura una lunga vita all'apparecchiatura del bar.
Dopo ogni utilizzo
È essenziale togliere lo sporco man mano che si deposita per prevenire incrostazioni e non rischiare di trasmettere un'immagine sbagliata alla clientela. Pertanto, subito dopo l'erogazione dell'estratto far fuoriuscire un pochino di acqua che trascini via particelle di miscela esausta che rilascerebbero un cattivo sapore nell'uso successivo. Prima e dopo la montatura del latte, è bene pulire la lancia vapore della macchina del caffè e passare un panno umido per togliere la patina del latte. Anche le griglie del poggiatazza vanno pulite con il panno umido per evitare di sporcare il fondo della tazza seguente.
Pulizia giornaliera
Tutti gli elementi che vengono a contatto con la miscela, l'estratto liquido e il latte necessitano di una pulizia profonda una volta al giorno o due, se si fanno molti espressi. Per pulire efficacemente occorre dotarsi di un detergente specifico, ad alto potere emulsionante per togliere le incrostazioni, ed ecco come procedere:
- immergere filtri e portafiltri in una soluzione di acqua calda e detergente per circa quindici minuti
- passare uno spazzolino su guarnizioni e doccette per rimuovere residui essiccati di polvere di caffè
- sciacquare abbondantemente i portafiltri con acqua calda proveniente dalla macchina. Per i filtri, che non temono shock termico essendo in acciaio, si può usare l'acqua fredda
- fare un ciclo con filtro cieco per pulire doccette, circuito e valvole, cioè montare nei portafiltri l'apposito filtro cieco, della stessa forma ma senza fori, inserendo all'interno una piccola dose di detergente;
- a questo punto per cinque volte attivare e disattivare alternativamente l'erogazione di acqua per dieci secondi alla volta. Risciacquare ripetendo la stessa operazione, ma senza detergente
- la pulizia della lancia vapore è importantissima perché le incrostazioni interne di latte diminuiscono l'erogazione del vapore e diventano ricettacolo di batteri. Eseguire tale pulizia immergendo l'estremità in acqua e detergente e azionandola una decina di volte. Ad ogni sospensione del getto una piccola parte di soluzione viene aspirata. Ripetendo successivamente l'operazione con la sola acqua si risciacquano sporco e tracce di detergente.
A questo punto basta ripassare a fondo griglie e poggiatazze e la macchina per il caffè è pronta per affrontare una nuova giornata e offrire ai clienti del tuo bar l'espresso profumato e gradevole che si aspettano.
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Dove, come e quando. Requisiti gestionali
Tipologia. Primo requisito, sapere che tipo di attività vuoi intraprendere. Cosa sei in grado di fare oggi? Che cosa sarai in grado di fare nel breve o medio periodo? La risposta a queste domande te la daranno la tua esperienza, la tua formazione e la tua ambizione. Analizzando con attenzione il tuo background e la tua voglia di imparare, ti orienterai, ad esempio, su un pub o su locale da colazioni, su un punto ristoro o su un chiosco sulla spiaggia, su un punto snack o su una gelateria. In valore assoluto, non ce n'è uno migliore dell'altro. Sono i punti che seguono che potranno renderlo tale.
Location. Una volta definito nel dettaglio ciò in cui ti vuoi cimentare, è necessario procurarti un locale ubicato in luogo strategico per le sue caratteristiche commerciali. Visibilità, raggiungibilità e grado di frequentazione sono i primi requisiti da valutare per la scelta di una zona piuttosto che un'altra. Se sono adeguati alle tue aspettative, assicurati che gli spazi siano idonei al tuo business plan.
Business plan. Ogni progetto imprenditoriale ha bisogno di questo documento che attesta la pianificazione dell'attività, la gestione aziendale, la comunicazione. È fondamentale per tracciare le linee guida del tuo futuro, ma anche per un eventuale finanziamento.
Per norma e regola. Requisiti "burocratici"
Licenze. Un nuovo locale deve essere messo a norma secondo tutte le leggi che regolano il settore. Per i requisiti urbanistici e strutturali occorre presentare allo Sportello unico attività produttive, meglio tramite un ufficio tecnico, una SCIA (Segnalazione certificata inizio attività). Per le licenze per la somministrazione di alimenti e bevande, il punto di riferimento è la regione.
Formazione professionale. I corsi professionali obbligatori per aprire un bar sono: SAB (ex REC), HACCP (prassi igieniche) e Sicurezza. Inoltre, per valorizzare la tua passione ed acquisire il know-how di base, puoi frequentare un corso di gestione bar, un corso di barman o di caffetteria e tutto ciò che è strettamente collegato al tipo di servizio che intendi svolgere.
Contabilità. La legislatura fiscale è un universo in cui è facile andare alla deriva. Dato che dovrai dedicare la maggior parte del tuo tempo alla gestione del tuo locale, dovrai beneficiare del supporto di un commercialista. La sua presenza non potrà aiutarti nel lavoro del retro-banco, nell'organizzazione dei magazzini o nella supervisione del personale. D'altro canto, però, farà tutto il possibile affinché la tua contabilità sia inappuntabile sempre e comunque. Un dettaglio che solo in apparenza è di poco conto. Ti servirà una figura tanto qualificata e professionale almeno quanto te.
Barista, barman e bartender sono tre figure professionali con specifiche competenze ma con qualche carattere in comune. Perchè stare dietro il banco di un bar non è un mestiere e, tanto meno, un lavoro. È una missione. Non sono in tanti quelli che sanno portarla a termine. In effetti è una professione per molti, ma non per tutti.
Una "mission" vera e propria
Chi sta dietro un bancone è l'incarnazione della mission aziendale. È la gestione personificata che si interfaccia con la clientela e, per tanto, deve rappresentarla in ogni sua caratteristica. Come noto, serve una sorta di vocazione, quella predisposizione innata che, se alimentata dai giusti input e dalle necessarie esperienze, è garanzia di successo. In questo caso si tratta di investimenti di sicuro ritorno. Un carattere affabile, una discreta presenza, una buona educazione e istruzione, verranno perfezionati con la formazione tecnica necessaria, con i preziosi affiancamenti di colleghi più esperti e con prove sul campo più intense e impegnative possibile. Questo è ciò che accomuna il barista, il barman e il bartender, in ogni bar della città, in ogni regione d'Italia, in ogni paese del mondo. L'anima comune di tre figure professionali che, per scelta, prenderanno strade diverse nell'universo del retro-banco senza mai snaturare la loro essenza, senza svilire il lato umano o alterare le competenze tecniche.
Sfumature che fanno la differenza
Sono le loro specifiche competenze che fanno sì che barista, barman e bartender non siano sinonimi. È bene puntualizzarne i tratti distintivi per evitare equivoci e dare a ognuno il nome che merita.
Barista. Prepara i caffè e somministra ai clienti bibite e cibi. Storicamente, è la prima parola con cui si fa riferimento a questa professione. Con essa si identificava colui, o colei, che, operando dietro il bancone, serviva gli avventori. Senza attribuirgli specifiche competenze professionali, con questo termine, ci siamo riferiti per lunghi anni a chi elargiva caffè e cappucci e poche altre bevande di facile preparazione come succhi di frutta, bibite già confezionate e prodotti tipicamente diurni.
Barman. È la figura specializzata nella preparazione di drink e cocktail. Indica chi, questa volta solo al maschile, opera in orari più prettamente notturni e la cui professionalità è predisposta alla preparazione di bevande molto più elaborate come long drink e cocktail. Dall'orario dell'aperitivo in poi, un professionista della miscelazione a tutti gli effetti. Tra le sue prerogative una formazione specifica e attestata. I corrispettivi femminili sarebbero, il condizionale è d'obbligo dato l'uso limitato che ne facciamo, barwoman, barmaid e barlady.
Bartender. Come suggerisce l'inglesismo, è il "tenutario" del locale. A differenza del barman, quando prepara le bevande alcooliche, non si limita all'utilizzo degli strumenti tradizionali, ma con uno stile più moderno e delle tecniche che ne velocizzano la preparazione. La spiccata rapidità di esecuzione rende questa figura particolarmente idonea per locali affollati come pub e discoteche. La formazione del bartender può permettere anche evoluzioni acrobatiche con shaker, bottiglie o ghiaccio durante la preparazione dei vari cocktail.
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